Qui rido io, le protagoniste: “L’ego non è scindibile dal talento: l’importante è non avere solo ego”

Intervista a Maria Nazionale e Iaia Forte, protagoniste di Qui rido io di Mario Martone, presentato a Venezia78, con Toni Servillo nel ruolo del commediografo Eduardo Scarpetta.

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Qui rido io: Toni Servillo al trucco nei panni di Edoardo Scarpetta

Presentato in concorso alla 78esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Qui rido io è in sala dal 9 settembre. Dopo Il sindaco del rione Sanità, il film vede di nuovo Mario Martone alle prese con il teatro, in particolare quello di casa Scarpetta - De Filippo. Toni Servillo interpreta Eduardo Scarpetta, capostipite di una ricca famiglia di artisti e autori, compresi i fratelli Titina, Eduardo e Peppino De Filippo.

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Qui rido io: una scena del film

Accanto a lui Maria Nazionale nel ruolo di Rosa De Filippo, moglie di Scarpetta, e Iaia Forte, che è Rosa Gagliardi, attrice della compagnia teatrale. In questa famiglia allargata, le donne sono quelle più pratiche: accettano la convivenza reciproca per amore dell'arte prima ancora che di Scarpetta. Condividono tutto: Scarpetta, il palco, la casa, il cibo, i figli.

La cultura alta e quella popolare, il dramma e la commedia: abbiamo parlato di Qui rido io di Mario Martone proprio con le protagoniste Maria Nazionale e Iaia Forte, incontrate al Lido di Venezia in occasione della Mostra.

La video intervista a Maria Nazionale e Iaia Forte

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Qui rido io: la differenza tra artisti e celebrità

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Qui rido io: una foto dal set

Nel film si dice: "Questa è una vita da cani, ma noi la amiamo lo stesso". Oggi invece molto spesso si sceglie la carriera da attori per l'idea della celebrità. È per questo che in pochi sono davvero artisti?

Maria Nazionale: È sempre una vita da cani. Sempre. Perché a teatro c'è molto rigore, anche al cinema, ma qui c'è il sacrificio, quindi lo è sempre. Non è vero che si vive di bellezza: l'applauso è quello finale, ma c'è tanta fatica, c'è tanto lavoro.

Iaia Forte: Credo che in un momento come questo, per i talent, c'è stata una confusione sul senso di essere un attore. Essere un attore comporta una vita difficile: lo studio, il rigore, come dice lo stesso Scarpetta. Bisogna fare il punto su quanto questo sia un lavoro. Un lavoro che comporta necessariamente un impegno serio.

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Qui rido io: ego e talento

Nel film vediamo che Scarpetta si fa mettere in casa dieci gigantografie di se stesso, si celebra con feste. Un po' come fanno oggi gli attori che si sponsorizzano su Instagram e con eventi. Come si concilia l'arte con questo?

Maria Nazionale: Non sempre. Io, tendenzialmente, cerco sempre di stare un pelino dietro. Non posto molto, poche cose. È istintivo. Non lo faccio per apparenza. Molto spesso è per essere all'interno della comunità. Però la gigantografia non è quella che tu posti: è dall'altra parte, quando il pubblico si ricorda. Non lo fai tu: lo fanno loro. Questa è la cosa più importante.

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Qui rido io: una scena

Iaia Forte: Trovo che l'ego non sia scindibile dal talento. L'importante è avere talento e non solo ego. È quello il problema. Lui era un imperatore per cui si circondava di queste immagini come un vero re, però aveva anche un grande talento.

Qui rido io: la forza viene dal pubblico

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Qui rido io: un'immagine del film

A proposito di pubblico: nel film Scarpetta dice "la forza mia è il pubblico". Perché secondo voi essere popolari, allora come oggi, per alcuni ha una connotazione negativa? Quando è invece è bellissimo, perché si arriva a tutti?

Maria Nazionale: Lui dice una grande verità. Dice: "'a forza mia è o' pubblico". Secondo me la situazione è molto cambiata: la gente non pensa più così. Si evolve. C'è la nuova generazione che non ne è nemmeno più a conoscenza. È un'idea passata ormai.

Iaia Forte: Così come con l'ego, se si è popolari e si ha talento credo che sia il massimo che si possa conseguire. È la popolarità senza talento che rende sospetti quelli che la hanno, non quando si ha talento e popolarità. Non c'è niente di più desiderabile dalla vita.