The Great Gatsby, The Master e gli altri trailer della settimana

FInalmente possiamo dare un primo sguardo a due delle pellicole più attese dell'anno: il tormentato pamphlet ispirato alla genesi di Scientology di Paul Thomas Anderson e i ruggenti anni '20 riletti da Baz Luhrmann.

Che ci fa Francis Scott Fitzgerald al Moulin Rouge? Lo scopriremo solo visionando il trailer di The Great Gatsby, la cui L'eleganza spumeggiante e lasciva irrompe sul web. Il primo trailer è un concentrato di luci, esplosioni, colori, sensualità, interpretazioni intense e sopra le righe, il tutto accompagnato dall'emozionante No Church in the Wild di Kanye West e Jay-Z e, nella seconda parte del filmato, da Love is blind degli U2 versione Jack White. Nel baillame della New York dei ruggenti anni '20 palesemente artificiale e artificiosa, in perfetto Baz Luhrmann style, spicca un Leonardo DiCaprio solitario e malinconico, Gatsby moderno e demodé al tempo stesso, ma a catalizzare l'attenzione sono soprattutto le prime apparizione della magnetica Carey Mulligan in quella che si profila come la sua possibile miglior perfomance fino ad ora. Tobey Maguire interpreta il narratore testimone dell'amore impossibile tra Gatsby e Daisy. Meraviglie concentrate in pochi minuti... e non abbiamo ancora visto il 3D di Luhrmann.

Decisamente criptico il teaser trailer di The Master. Il povero Paul Thomas Anderson ha faticato sette camicie per riuscire a mettere insieme i fondi necessari per narrare la sua storia di controllo, debolezza e potere di persuasione ispirata alla genesi di Scientology e ora custodisce con cura i segreti legati al film. Nel teaser ci viene negata la vista del protagonista Philip Seymour Hoffman e lo spazio è occupato tutto da Joaquin Phoenix, impegnato dapprima a trascorrere il tempo su un'isola sbucciando frutta esotica, passeggiando sulla battigia e facendo la lotta con altri uomini finché non ci viene svelato che la sua voce in sottofondo, in realtà, lo vede impegnato in un colloquio con un militare. Il resto lo scopriremo prossimamente. Anche stavolta è impossibile non sottolineare il fondamentale contributo delle musiche composte da Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, che torna a collaborare con Anderson dopo Il petroliere.