Recensione Total Recall - Atto di Forza (2012)

Lasciate da parte le riflessioni filosofiche del racconto di Dick e le eccentricità del film di Verhoeven, il Total Recall di Wiseman decide di puntare sulla strada più semplice e sicura: quella del classico action movie con venature spionistiche, costruito inanellando una serie di sequenze adrenaliniche.

Azione totale

Di recente è circolato su Internet un grafico (la fonte è il sito https://www.shortoftheweek.com) che mostra come a Hollywood nell'arco di un trentennio si siano drasticamente ridotti tra i film campioni d'incasso i titoli originali, mentre all'opposto sono cresciuti in maniera esponenziale gli adattamenti, i seguiti, i prequel e i rifacimenti. Niente di nuovo sotto il sole, ma fa comunque un certo effetto notare come nella top ten della scorsa stagione cinematografica americana ben otto titoli siano sequel e i restanti due trasposizioni di fumetti di successo. Intendiamoci, la pratica di adattare su grande schermo soggetti già noti al pubblico (si tratti di romanzi, opere teatrali, fumetti o serie tv) esiste sin dalle origini della Mecca del cinema, ed è particolarmente diffusa in tempi di crisi economica, poiché i produttori preferiscono puntare sul sicuro anziché rischiare. È forse per questo motivo che negli ultimi anni le major hanno portato fino alle estreme conseguenze questa tendenza, sia insistendo sempre di più su una narrazione ciclica e seriale (tirando in ballo tutte le più celebri saghe letterarie e fumettistiche), sia sfornando a distanza sempre più breve nuovi rifacimenti di una stessa opera, tanto da coniare una nuova definizione, quella di reboot.


Questo preambolo serve in realtà per dire come non stupisce minimamente il fatto che esca al cinema anche questo Total Recall - Atto di Forza, remake di un famoso film di circa una ventina d'anni fa (il titolo nostrano dell'epoca, Atto di forza, ha come al solito ben poco a che vedere con quello originale), a sua volta basato su un visionario racconto di Philip K. Dick dal titolo We Can Remember It For You Wholesale (in italiano Ricordiamo per voi). Il Total Recall del 1990, diretto da Paul Verhoeven e interpretato da Arnold Schwarzenegger, emana ancora un certo fascino nostalgico, per lo meno per la generazione dei cinefili thirty-something che sono cresciuti con quel tipo d'immaginario pop come riferimento, divenuto oggi decisamente naif. Eppure, proprio per via di quell'estetica eccentrica fino a risultare grottesca, che non rinunciava nemmeno ad alcune incursioni nello splatter, il film di Verhoeven è rimasto indelebile nella memoria di molti, lasciando il segno con delle sequenze ormai divenute di culto. Len Wiseman, uno degli esponenti del cinema d'azione del nuovo millennio, noto soprattutto per la serie gotica di Underworld e per il sequel Die Hard - Vivere o morire, si è dovuto dunque cimentare nell'impresa non facile di confrontarsi con il fascino del predecessore, tentando (purtroppo senza riuscirvi appieno) di filtrare il testo di Dick attraverso un approccio e un'estetica alternativi.

È evidente nel regista Wiseman e negli sceneggiatori Kurt Wimmer, Mark Bomback, James Vanderbilt la volontà di discostarsi dai riferimenti precedenti, rinunciando alla fedeltà di trasposizione dell'opera letteraria e rielaborando il soggetto in maniera inedita. Così, la storia non è più ambientata su Marte, bensì alla fine del ventunesimo secolo sul pianeta Terra dove, per effetto di un'apocalittica guerra chimica, sono rimasti solo due territori abitabili: la Federazione Unita della Britannia (ovvero l'Europa del nord), sede degli strati sociali più facoltosi e privilegiati, e la Colonia (l'ex Australia), in cui risiede una manodopera sfruttata e senza diritti. Il passaggio da un luogo all'altro è garantito da un avveniristico mezzo di trasporto che attraversa l'intero globo terrestre, chiamato The Fall, divenuto simbolo d'oppressione del governo guidato dal Cancelliere Vilos Cohaagen (Bryan Cranston), contro cui si batte la Resistenza degli abitanti coloniali capeggiata da Matthias (Bill Nighy). In questa cornice fantapolitica dai risvolti sociali si inserisce la storia di Douglas Quaid (Colin Farrell), modesto operaio in una fabbrica di soldati robot, felicemente sposato con l'affascinante Lori (Kate Beckinsale), ma insoddisfatto della sua vita, al punto da essere attratto dalle sirene della Rekall, impresa che attraverso l'impianto di ricordi artificiali offre la fuga da un'esistenza alienante. Giunto nella sede della compagnia per farsi sottoporre a un innesto mnemonico, tuttavia, Quaid scopre con stupore di essere una spia cui hanno cancellato i ricordi, e successivamente incontra Melina (Jessica Biel), donna del suo passato.
Tra tutte le possibili chiavi di elaborazione dell'intreccio - la lettura filosofica presente nel racconto originale di Dick; quella onirica con venature ambigue e sottilmente erotiche di Paul Verhoeven, e infine quella a sfondo socio-politico accennata nella prima parte del film - in realtà il Total Recall di Wiseman decide di puntare sulla strada più semplice e sicura, me anche meno innovativa: quella del classico action movie con venature spionistiche, costruito inanellando una serie di scene madri d'azione, e curandosi poco di tutto il resto. In questo modo viene garantita allo spettatore una buona dose d'adrenalina - almeno per quel che riguarda alcune sequenze particolarmente riuscite, come l'inseguimento su macchine volanti, la fuga attraverso ascensori sospesi nel vuoto, e lo scontro a gravità zero all'interno di The Fall - ma al tempo stesso non rimane molto altro su cui riflettere al termine della visione. Il giovane regista, a differenza di Verhoeven, non è stato capace di dare vita a un'iconografia personale, ma si appoggia a un'estetica derivata (qui i riferimenti vanno da Blade Runner a Minority Report, passando per gli immancabili Matrix e Guerre stellari), non potendosi nemmeno esimere da citare il suo predecessore (la celebre prostituta con tre seni del primo film, la sequenze del controllo a raggi X all'aeroporto).
Da questa aurea mediocritas di fondo non si discostano, sfortunatamente, nemmeno le interpretazioni del cast; dal protagonista Colin Farrell che, pur impegnandosi, non riesce a risultare del tutto credibile nel ruolo, alle poco incisive controparti femminili Kate Beckinsale (notevole solo nelle sequenze action) e Jessica Biel; fino ai grandi Bryan Cranston e Bill Nighy, purtroppo qui non sfruttati a dovere.