Metamorfosi di un'attrice: Rooney Mara è la nuova Lisbeth Salander

Abbiamo incontrato a Roma la giovane attrice newyorkese co-protagonista al fianco di Daniel Craig di Millennium - Uomini che odiano le donne, la trasposizione cinematografica targata David Fincher dell'omonimo best seller di Stieg Larsson.

Succede anche ai migliori attori di non riuscire a lasciarsi alle spalle un'avventura cinematografica intensa e straniante, un personaggio di quelli che entrano dentro, scavano nel profondo e si impossessano della quotidianità senza mai uscirne definitivamente. Succede soprattutto per quei personaggi che capitano una volta nella vita di un attore, quelli che ti cambiano la carriera, personaggi innovativi, brillanti, complessi, impegnativi a livello fisico, caratteri che diventano icone entrando nell'immaginario collettivo del pubblico che si identifica in essi parteggiando per la loro causa anche quando non se ne condividono le scelte. Era successo già a Noomi Rapace con il personaggio di Lisbeth Salander e non poteva essere certamente diverso per Rooney Mara, la giovane attrice americana vista nel remake di Nightmare e in un piccolo ruolo in The Social Network che pur di ottenere il ruolo di Lisbeth Salander nel nuovo film di David Fincher che riporta sullo schermo la storia del best seller Uomini che odiano le donne, ha dovuto superare decine di prove e provini e convincere tutti (anche se stessa) che non avrebbero mai trovato un'attrice migliore di lei. C'era bisogno di un'attrice che fosse fisicamente adatta, emotivamente in grado di esprimere la caparbietà di Lisbeth nel desiderare di realizzarsi nelle cose che fa, di incarnare il suo spirito di sacrificio nel sopportare le cose più aberranti pur di ottenere i suoi obiettivi, di isolarsi dal resto del mondo.
Insomma un personaggio rischioso, difficile, complesso, impegnativo sia dal punto di vista psicologico che fisico. Rooney si è dimostrata indomabile, testarda e si è guadagnata il ruolo a pieno voti cambiando totalmente look anche nella vita di tutti i giorni trasformandosi da cerbiatta bionda dai capelli lunghissimi in un'eroina-folletto dark dal carattere asociale tutta piercing e tatuaggi, è dimagrita, ha imparato ad andare in moto, ha preso lezioni di skateboard, di informatica, ed è partita senza problemi da sola per la Svezia mollando tutto e tutti per prendere confidenza con il mondo di Lisbeth. Il risultato sullo schermo è stupefacente e anche dal vivo la metamorfosi ci è sembrata piuttosto consistente. Tono di voce impostato, non un sorriso, non un concetto fuori controllo, poche parole ed un look severo e cupo, così ci è apparsa Rooney Mara durante l'incontro con i giornalisti, dimostrando di non essere ancora riuscita ancora a scrollarsi di dosso completamente il suo personaggio.

Prima di iniziare con la produzione del film aveva già visto i tre film tratti dai tre romanzi? Come ha costruito il suo personaggio anche rispetto all'interpretazione di Noomi Rapace?
Qualche mese prima di sapere che avrei avuto un'audizione per il ruolo di Lisbeth Salander ho letto il libro di Stieg Larsson e visto il primo film. Sono sincera quando dico che esso non mi ha minimamente influenzata per quel che riguarda il mio lavoro di attrice, il nostro film doveva essere il più possibile fedele al libro e non ai film fatti in precedenza che a loro volta erano delle re-interpretazioni dello stesso libro.

Lei ha un viso molto pulito e dei lineamenti molto dolci, che effetto le ha fatto la prima volta che si è guardata allo specchio con tatuaggi e piercing?
E' stato molto eccitante cambiare look, è stata una novità stuzzicante per me, ero molto intrigata dalla trasformazione che avrei dovuto sostenere per avvicinarmi al look di Lisbeth, sta di fatto che quando mi sono specchiata dopo aver essermi schiarita le sopracciglia mi è venuto quasi un colpo, anche se penso che sia stato davvero un colpo di genio che ha conferito a Lisbeth ancora più potenza.

Quale aspetto della personalità di Lisbeth Salander la attira di più e quale invece pensa che attiri di più il pubblico?
E' stato un personaggio molto complesso da interpretare, molto di più di qualsiasi altro per me. La cosa che mi ha letteralmente conquistata di lei è stato il suo essere così diversa dal solito, piena di contraddizioni, di ombre, introversa, asociale, ma anche tanto fragile nonostante si sforzi di non provare emozioni e di non affezionarsi a nessuno.

Come sta vivendo la grande popolarità dei personaggio che l'hanno portata sulle copertine delle riviste di tutto il mondo?
E' assolutamente normale che Lisbeth sia così tanto amata in giro per il mondo ma devo essere sincera, la mia vita non è cambiata molto rispetto a prima. Mi auguro che le persone rispettino e sappiano apprezzare principalmente il mio lavoro di attrice sullo schermo nei panni di Lisbeth. E' solo questo che mi interessa al momento.

Lei condivide il messaggio di fondo del libro e cioè che sono le donne la parte attiva dell'umanità che riesce a risolvere le situazioni mentre gli uomini sono più contemplativi e non sono molto orientati all'iniziativa e all'azione?
Credo sia una domanda che sarebbe stato interessante porre all'autore del libro, nelle sue storie questo è sicuramente vero ma nella realtà non saprei. C'è da dire che lui era un grande appassionato di politica e un grande femminista, mentre io quando mi sono avvicinata al mio personaggio e al libro mi sono occupata esclusivamente delle motivazioni personali che spingevano Lisbeth a fare certe mosse in certi momenti della sua vita.

Questa è la sua seconda volta al fianco di un regista meticoloso come David Fincher dopo la piccola parte in The social network, quanto è stato difficile accontentarlo stavolta?
Rispetto molto il metodo di lavoro di David, è un professionista molto intuitivo, intelligente, esigente e incredibilmente consapevole di quel che vuol vedere materializzarsi sullo schermo. Se e quando pensa di dover girare una scena anche cento volte deve essere libero di poterlo fare ed io personalmente amo che lo faccia, è questo il suo lavoro e non vorrei mai vederlo insoddisfatto per una scena o per un'inquadratura.

A proposito di registi difficili, come si sta preparando per la sua prossima avventura in Lawless (filmattualmente in pre-produzione con Ryan Gosling e Christian Bale ndr.) al fianco del grande Terrence Malick?
Penso che David abbia una strana reputazione che non sono sicura corrisponda alla realtà. E' un regista molto collaborativo, che supporta molto gli attori e personalmente vorrei sempre lavorare con registi così bravi che hanno le idee chiare. Personalmente non conosco ancora Malick ma spero sempre che tutti i registi abbiano una personalità forte e creativa, solo così un attore riesce a dare il meglio.

Quando si è un giovane attore si è sempre alle prese con provini, casting, concorrenza agguerrita. C'è solidarietà secondo lei tra giovani attori alle prese con gli inizi di una carriera? I social network in questa direzione possono essere d'aiuto?
Devo ammettere che non ho molti amici tra i giovani attori, posso parlare per quel che riguarda me naturalmente e posso dirvi che quando si lavora insieme sul set si crea quell'amicizia che dura anche dopo la fine delle riprese. Se non si è mai lavorato insieme è difficile che nasca qualsiasi tipo di rapporto e poi i miei amici più cari non sono attori. Non ho mai riflettuto sul fatto di essere o meno un tipo competitivo, direi che forse appartengo più alla categoria lupo solitario, amo starmene a casa da sola a studiare, devo finire la mia laurea in psicologia perchè è una passione che ho da molto, e poi amo essere indipendente e non ho neanche un profilo su Facebook.

La parte richiedeva tante scene fisicamente impegnative, pensiamo a quelle in moto, a quella iniziale sotto la metropolitana. Come si è preparata fisicamente per il ruolo? Ha mai avuto dei tentennamenti?
Nessun tentennamento, il ruolo di Lisbeth Salander per ogni attrice è paragonabile a un dono dal valore inestimabile. Ho praticato kick-boxing, ho lavorato molto a lungo fisicamente ed ho fatto molta attività di preparazione con due ore di moto al giorno. In effetti la scena nella metropolitana è stata una delle più impegnative, in tutto dura trenta secondi ma ci sono voluti ben tre giorni di riprese per portarla a termine.

E per le scene emotivamente impegnative e difficili come quelle delle violenze sessuali, come le ha affrontate?
E' sempre molto complicato prepararsi per scene di quel tipo, ho fatto molte ricerche ma alla fine non ti puoi preparare mai bene per cose del genere, l'unico modo di superarle è lasciare gli eventi andare per il loro corso, lasciarsi coinvolgere e reagire agli stimoli spontaneamente senza pensarci troppo su.

E' stato più facile uscire dal personaggio dopo il film o entrarci?
E' stato sicuramente più difficile uscire da questo personaggio che tuffarcisi dentro, quando passi un anno e mezzo della tua vita immerso in un'avventura come questa non puoi uscirne come se niente fosse. E poi sul set si crea una vera e propria famiglia, siamo stati tutti molto uniti ed è stato difficile separarsi a fine riprese.

In definitiva, cosa le ha lasciato Lisbeth Salander? Quali sentimenti e quali influenze si porterà dietro dopo questa esperienza?
La cosa più bella e interessante di questa esperienza è che alla fine mi sento più brava di quanto fossi prima, ho imparato tantissimo e ho fatto tante cose che non avrei mai pensato di poter fare nella vita.