Massimo Boldi invita tutti a un Matrimonio a Parigi

Diretto da Claudio Risi e distribuito da Medusa in 500 copie dal 21 ottobre, il film racconta le avventure/disavventure di due padri, Massimo Boldi e Biagio Izzo che, oltre ad rappresentare la classica divisione tra nord e sud, descrivono la solita italietta un po' arraffona convinta di aver trovato il sistema per vivere felici e impuniti.

Dopo Matrimonio alle Bahamas e A Natale mi sposo, Massimo Boldi ha deciso di andare nuovamente a nozze con un viaggio nella Ville Lumière. Separato artisticamente da Christian De Sica ormai dal 2005, l'attore milanese si lancia dal 21 ottobre alla conquista del box office con la commedia Matrimonio a Parigi, aprendo così con largo anticipo la stagione dei cinepanettoni ed evitando un faccia a faccia rischioso dal punto di vista dei grandi numeri con l'ex compagno di set.

Diretto da Claudio Risi e distribuito da Medusa in 500 copie, il film racconta le avventure/disavventure di due padri, Massimo Boldi e Biagio Izzo che, oltre ad rappresentare la classica divisione tra nord e sud, descrivono la solita Italia un po' arraffona convinta di aver trovato il sistema per vivere felici e impuniti. A far incrociare le strade di Lorenzo ( Boldi), commerciante milanese disonesto, e Gennaro (Izzo), integerrimo ufficiale partenopeo della Guardia di Finanza, è la cerimonia di diploma dei figli Mirko e Diego che, dopo aver terminato gli studi di design a Parigi,coinvolgeranno i due ignari genitori in una serie d'imprevisti a sfondo finanziario e sentimentale. A completare il quadro è un cast come sempre numeroso composto dalle mogli Paola Minaccioni e Anna Maria Barbera, dall'irrinunciabile socio toscano Massimo Ceccherini, dalla coppia romana Enzo Salvi e Loredana de Nardis per finire con la guest star Rocco Siffredi, nelle vesti inaspettate dello stilista francese François Leroy.

Signor Boldi, il film gira quasi interamente intorno al problema dell'evasione fiscale, una tematica incredibilmente calda per la realtà Italiana. Gli ultimi eventi di cronaca vi hanno ispirato per ricostruire il rapporto tra l'inappuntabile finanziere napoletano e l'industriale lombardo senza scrupoli? Massimo Boldi: Io mi auguro soprattutto che dal film esca una sorta di morale sull'amore, unico sentimento e valore capace di vincere su tutto, anche sulle tasse. Parlando poi più seriamente credo che sia dover di tutti noi contribuire onestamente, anche se la qualità della nostra tassazione meriterebbe un discorso a parte.

Rispetto agli ultimi prodotti realizzati nell'ambito del cinepanettone, questo Matrimonio a Parigi sembra avere una struttura narrativa più completa in cui la volgarità scontata cede un po' il passo al racconto della storia. Un effetto strategico dovuto agli ultimi successi di una commedia italiana in cui la risata non necessariamente scaturisce dalla trivialità? Massimo Boldi: Non credo si tratti di questo. Più semplicemente i nostri sceneggiatori non hanno scritto volgarità perché non erano nelle loro corde, come non lo sono nelle mie. Piuttosto hanno svolto un lavoro sodo, cercando di equilibrare dodici personaggi, facendoli interagire nel modo giusto e dando a tutti uguale visibilità.

Edoardo Falcone: Io e Gianluca Bomprezzi non siamo soliti osservare l'andamento del mercato, piuttosto abbiamo messo in gioco la nostra professionalità adattandola alle caratteristiche comiche di Massimo.

Nell'eterna lotta cinematografica tra nord e sud si aggiunge una nuova coppia in cui, quasi inaspettatamente, al personaggio di Gennaro è affidato il compito di rappresentare un paese onesto fino anche all'esagerazione. Come avete lavorato su questo rovesciamento di ruoli? Biagio Izzo: E' vero, con il ribaltamento delle parti abbiamo cercato di sfatare alcuni modelli precostituiti. Nell'immaginario collettivo il napoletano viene visto come colui che trasgredisce, che vuole vivere facilmente al di fuori delle regole, ma è proprio da questo capovolgimento che nasce la situazione comica. Inoltre spero di aver regalato un po' di simpatia alla Guardia di Finanza.
Moglie fantasiosa e un po' insofferente nei riguardi dell'onestà del marito è Anna Maria Barbera. Come ha costruito il personaggio di Costanza alle prese con un coniuge ligio alle regole ed una vitalità incontenibile? Anna Maria Barbera: Nella vita ci vuole decisamente un poco di Costanza per andare avanti. Battute a parte ho cucito su di me il personaggio di questa donna semplice con una gran voglia di vivere. Sono stata lietissima d'interpretarla con tutte le sue ingenuità ed i suoi evidenti errori di dizione, ma spero nel futuro di avere anche delle opportunità drammatiche. Vi prego, accorgetevi di me anche in questo modo. Vorrei che i produttori iniziassero ad investire sul talento e non solamente sulla sicurezza del denaro assicurato da un nome famoso.

Dopo una donna siciliana si passa ad una lombarda, genio dell'evasione e fashion victim dal gusto esagerato... Paola Minaccioni: Mi sono divertita moltissimo ad interpretare Elvira, signora snob arricchita e caratterizzata da un costante vorrei ma non posso. I punti di riferimento da cui ho tratto ispirazione? Sicuramente Franca Valeri e Anna Magnani.

Accanto al duo Boldi/Izzo, il film presenta un'altra accoppiata insolita quanto originale formata da Massimo Ceccherini e Rocco Siffredi, prestato inaspettatamente alla commedia. Com'è stata questa esperienza? Massimo Ceccherini: Prima di tutto vorrei fare un appunto. Nel film della scorsa stagione A Natale mi sposo ero sul set con Elisabetta Canalis, ma dovevo interpretare un tizio con la passione sfrenata per le anziane. Quest'anno mi hanno affiancato Raffaella Fico nel ruolo di mia sorella e debbo essere importunato niente meno che da Rocco Siffredi. A questo punto è troppo e non ce la faccio più. Però, tralasciando le battute e diventando seri per cinque minuti, devo dichiarare pubblicamente che Rocco è uno delle persone più belle, umili e tenere che io abbia mai conosciuto.
Rocco Siffredi: Devo ringraziare Massimo perché non pensavo proprio di riuscire a far ridere. Come ci sono riuscito? Mi hanno consigliato di lasciare Siffredi a casa ed essere solo Rocco

Signor Boldi, terminato il tour promozionale del film, ha in programma di tornare in televisione con una nuova sitcom? Massimo Boldi: E' veramente difficile rispondere a questa domanda, soprattutto se si riflette su cosa è diventata oggi la televisione visto che la politica si è sostituita all'intrattenimento. Sempre più spesso mi domando dove sono gli artisti e soprattutto cosa riescono a fare nel panorama attuale. I giovani debbono crescere, ma dove? Certo ci sono dei palcoscenici, dei banchi di prova come Zelig e Colorado Cafè, ma per quanto potranno durare? Ci saranno ancora in futuro? C'è bisogno di una nuova educazione, è necessario coltivare i giovani e trovare delle risorse originali per il pubblico. Dobbiamo dare un ampio respiro a quelli che domani prenderanno il nostro posto, mentre chi produce televisione deve mettere gli artisti nella possibilità di farla.