Recensione Alvin Superstar 3 - Si salvi chi può! (2011)

Il film di Mike Mitchell è un prodotto dedicato esclusivamente ai più piccoli e questo non è assolutamente un demerito per una pellicola che punta dichiaratamente a stupire il pubblico infantile, con una storia molto semplice, dal finale edificante e con una morale nemmeno troppo nascosta.

L'isola dei tesori

Alvin, Theodore e Simone, le loro amichette Brittany, Jeannette ed Eleonor sono in vacanza in crociera con lo zio Dave (Jason Lee), in attesa di partecipare alla grande cerimonia dei World Music Awards in cui verranno premiati come migliori interpreti dell'anno. Naturalmente, l'atmosfera festosa delle ferie, una grande nave a disposizione e una miriade di 'tentazioni' a portata di mano, spingono Alvin a infrangere più di una volta le regole imposte da Dave che, come se non bastasse, deve anche fronteggiare gli agguati di Ian (David Cross), presente a bordo del transatlantico con il solo scopo di vendicarsi del suo acerrimo nemico per i torti subiti in passato alla Jett Records. Così, il funambolico scoiattolino non fa altro che mettersi nei guai e un giorno, durante una seduta di kite surfing, tassativamente vietatagli da Dave, finisce in mare con tutti i suoi amici. I sei approdano quindi su un'isola abitata da Zoe (Jenny Slate), un'indigena che dopo otto anni di solitudine sembra farneticare, e sono messi continuamente alla prova dall'obiettiva difficoltà della situazione. Alvin, in particolare, si sente sperduto senza Dave e ritiene di essere l'unico responsabile di quel disastro. Con Simon improvvisamente diventato il focoso Simòn dopo essere stato morso da un ragno e Zoe sempre più impazzita a causa di un fantomatico tesoro nascosto sull'isola, Alvin capisce che dovrà rimboccarsi le maniche per ritornare dal suo amato papà, nel frattempo impegnato nella ricerca dei suoi sei 'pargoletti'.


Tra le 'saghe' cinematografiche di maggior successo degli ultimi anni dobbiamo annoverarne una, quella di Alvin e dei Chipmunks, che ha sempre saputo ritagliarsi un suo spazio nel vasto panorama di film per bambini, proponendo delle pellicole non eccessivamente innovative né profonde, capaci però di saper interessare l'esigentissima platea degli under 10. Nato come personaggio televisivo dalla 'penna' di Ross Bagdasarian, lo scoiattolo canterino e i suoi fratellini sono piombati sul grande schermo con un buon successo, aggiungendo dal secondo capitolo del franchise anche un gruppo di bellicose ma dolcissime colleghe, le Chipettes. Dopo Alvin Superstar di Tim Hill e il sequel, Alvin Superstar 2, diretto da Betty Thomas, per Alvin Superstar 3 - Si salvi chi può! è stato chiamato alla regia l'illustratore e animatore Mike Mitchell, noto per aver firmato Shrek e vissero felici e contenti, oltre che per altre collaborazioni in Kung Fu Panda e Mostri contro Alieni. Un background di tutto rispetto che la dice lunga sulla capacità di esaltare l'aspetto visivo di una storia.

Pescando a piene mani nell'immaginario cinematografico del genere 'due cuori e un'isola deserta', il regista rievoca atmosfere alla Cast Away (la naufraga picchiatella parla con un pallone da basket e con una pallina come Tom Hanks e il suo Wilson) e alla Lost (la montagna 'incantata' che domina domina l'isola), ma sempre in punta di piedi e senza mai voler appesantire una trama lineare come solo una fiaba sa essere. E' evidente che il film di Mike Mitchellsia un prodotto dedicato esclusivamente ai più piccoli e questo non è assolutamente un demerito per una pellicola che punta dichiaratamente a stupire il pubblico infantile, con una storia molto semplice, dal finale edificante e con una morale nemmeno troppo nascosta. I tre scoiattolini e le loro amichette, infatti, sono alla prova più importante, devono cavarsela da soli senza il supporto del loro affettuoso genitore Dave. Non c'è più posto per i capricci, ma solo per buona volontà e collaborazione. E se prima la disubbidienza era considerata un modo per liberarsi dal pesante giogo paterno, adesso Alvin e soci scopriranno che 'disubbidire' o meglio reinterpretare le regole in maniera più autonoma serve a diventare grandi.
Tutto questo è inserito in una racconto decisamente elementare, senza eccessivi colpi di scena, ma impreziosito da una serie di numeri musicali scatenati (vero marchio di fabbrica del franchise), ulteriormente valorizzati da un'animazione digitale che esalta ed amplifica ogni movimento dei protagonisti. Le Chipettes che sfidano le loro grezze omologhe umane (direttamente provenienti dal rozzissimo reality show statunitense, Jersey Shore) danno vita ad un'esibizione davvero brillante, così come la performance finale sul palco dei World Music Awards. C'è poco altro in questa operetta che riesce nel suo obiettivo, divertire i bambini e non annoiare troppo gli adulti, senza troppi patemi. Si poteva forse chiedere una diversa e più approfondita caratterizzazione dei personaggi e una maggiore integrazione tra attori in carne ed ossa e animati, ma si è voluto puntare su figure estremamente riconoscibili e definite, anche se un po' prevedibili. Alvin è la solita peste, Theodore è il tenerone, così come i loro corrispettivi femminili, Brittany e Eleonor. Solo per Simon e Jeanette, i due cervelloni dei rispettivi gruppi, si prospetta qualcosa di diverso, qualcosa che mette in evidenza le loro grandi qualità, sempre oscurate dagli altri fratelli e che finalmente li trasforma in una coppia a tutti gli effetti. A ben guardare questa è la parte più riuscita del film che nel suo week end d'esordio in patria si è piazzato al secondo posto della top ten alle spalle di Sherlock Holmes: Gioco d'ombre, davanti però a Mission:Impossible - Protocollo fantasma.

Movieplayer.it

3.0/5