Antonio Albanese torna al cinema con Qualunquemente

Presentato a Roma il film che porta per la prima volta sul grande schermo le avventure eccentriche del politico Cetto La Qualunque, uno dei personaggi più feroci, aberranti e geniali interpretati nel corso della sua brillante carriera da Antonio Albanese.

Amaramente legato all'attualità politica che in questi giorni imperversa sulle prime pagine di tutti i giornali, la commedia amara con Antonio Albanese presentata oggi al cinema Sacher di Roma non poteva uscire nelle sale in un momento più propizio. Dopo il successo riscosso sul piccolo schermo negli anni scorsi a Mai dire domenica e Che tempo che fa, le avventure dell'imprenditore più brutto, corrotto e depravato di tutta la Calabria, Cetto La Qualunque, arrivano dunque al cinema grazie all'intuizione del suo straordinario interprete Antonio Albanese e dell'autore televisivo Piero Guerrera, creatore del personaggio e autore di testi tra i più prolifici in circolazione, in passato ha scritto anche per Ale e Franz, Enzo Iacchetti, Enrico Bertolino e Maurizio Crozza. I due scrivono a quattro mani la sceneggiatura con la collaborazione del regista del film, quel Giulio Manfredonia che aveva già diretto Albanese in E' già ieri e che torna in sala dopo il successo di Si può fare di un paio d'anni fa.

Una produzione Fandango e Rai Cinema, Qualunquemente racconta il ritorno di Cetto La Qualunque nel suo paese d'origine, la Calabria, dopo un lungo esilio all'estero con al seguito la sua nuova famiglia: una bella ragazza di colore e una bambina di cui non riesce mai a ricordare il nome. Ad accoglierlo al suo rientro sarà la famiglia d'origine, la moglie Carmen e il figlio Melo, insieme al suo vecchio amico Pino, a lungo il suo braccio destro che lo informerà del destino cui stanno andando incontro le sue proprietà e la cittadina intera. Da tempo infatti Marina di Sopra è invasa da un'ondata straordinaria di legalità grazie alla campagna elettorale dell'uomo che si pensa possa a breve diventare sindaco. Così, Cetto, dopo una lunga e tormentata riflessione in compagnia di giovani e allegre ragazze, prende la decisione di 'salire' in politica e candidarsi alle elezioni cittadine per difendere il 'suo' territorio.
Presenti alla conferenza stampa il protagonista Antonio Albanese, il regista Giulio Manfredonia, il co-sceneggiatore Piero Guerrera e il resto del cast composto da Lorenza Indovina, Sergio Rubini, Nicola Rignanese, Davide Giordano e Luigi Maria Burruano, accompagnati dai produttori Paolo Del Brocco di Rai Cinema e Domenico Procacci di Fandango. Il film, musicato dalla Banda Osiris, sarà in sala da venerdì 21 gennaio distribuito da 01Distribution in oltre 600 copie.

Ci raccontate la genesi di un progetto così originale e anche così rischioso come Qualunquemente?
Giulio Manfredonia: Io e Antonio ci conosciamo da tanti anni, sapevo che aveva in testa di fare un film su Cetto La Qualunque e qualche volta ne avevamo anche parlato. Poi quando insieme a Piero è riuscito finalmente a scrivere la prima stesura della sceneggiatura, mi ha chiamato e mi ha detto che avrebbe voluto che il film lo dirigessi io. Ho accettato subito sia perchè lo consideravo talmente folle, azzardato e stimolante da non poter rinunciare. Rappresentava un modo inconsueto di raccontare il nostro paese attraverso il cinema. Sapevo che sarebbe stata una bella sfida perchè il punto di partenza era un personaggio molto forte e conosciuto dal pubblico, un personaggio netto, quasi una maschera. Avevo l'occasione rara di fare un film difficilmente collocabile come genere, un film con molto cinema dentro allude a tanti generi ma che ha un tono e un sapore giocati sul filo del surreale e del paradosso, con tanti riferimenti alla realtà contemporanea.

Signor Albanese, perchè ha scelto di portare Cetto al Cinema?
Antonio Albanese: Il desiderio di fare il film nasce dalla voglia di raccontare il nostro paese, di raccontare il Sud. Io e Piero Guerrera siamo due meridionali, io in particolare sono figlio dell'immigrazione, di quella che scaturiva dalla disperazione, visto che mio padre è uno di quelli che ha abbandonato la sua terra per causa di forza maggiore, per sfamare la sua famiglia. Cetto La Qualunque è nato sette o otto anni fa come singola entità, in Qualunquemente abbiamo cercato di sviluppare il suo mondo, la famiglia, gli amici, i luoghi. Poi è nata la sceneggiatura con la Fandango e con Giulio Manfredonia, lui mi conosce da anni, conosce bene la mia comicità e la mia mimica. Solo lui mi poteva dirigere così bene.

E' bene che lei lo dica al pubblico chiaramente che il suo non è un film comico, si ride, ma amaramente, ed in certi punti i dialoghi sono pressoché agghiaccianti...
Antonio Albanese: Credo che la comicità e la risata siano una questione di gusti, di mentalità, di apertura verso la realtà, di condizionamenti sociali e morali, la comicità è soggettiva. Io personalmente lo trovo il film più comico che ho mai fatto, nella comicità poi il salto mortale deve arrivare, determinate battute sono agghiaccianti, è vero, ma Qualunquemente è il risultato di un lavoro assai impegnativo fatto in piena libertà, una libertà che si respira credo anche sul grande schermo. Sono tanti anni che faccio comicità in questo paese ed è molto difficile, credetemi, qui per sostenere la tua idea comica e per non essere catalogato devi inventartene una più del diavolo. E' vero, il personaggio si trascina qualche scheletrino nell'armadio, sono d'accordo, ma uno come Cetto è davvero unico.

Il film esce proprio questa settimana, siete stati dei profeti...
Antonio Albanese: Dall'inizio del film, sin dai primi giorni delle riprese ci guardavamo tra noi e ci dicevamo "accidenti, se uscisse adesso il film sai che fortuna..". Ce lo siamo ripetuti tante di quelle volte che abbiamo perso il conto. Il giorno che abbiamo consegnato la sceneggiatura ci siamo detti la stessa frase, qui in Italia è un continuo, ormai è così, è il nostro paese, ed è così, da sempre. Questo mi ha fatto capire che dunque qualcosa di vero in quel che vado predicando c'è, la verità è che ci piace rappresentare la realtà accentuandone i difetti, liberamente e senza costrizioni. Un comico deve trovare sempre un modo di andare avanti, di stupire il suo pubblico, perchè c'è sempre qualcosa da cercare, da escogitare, basta solo lavorare con le persone giuste e nel modo giusto.

Avete definito Qualunquemente come un film nutrito di cinema, che film vi hanno ispirato o vi sono tornati in mente mentre lo realizzavate?
Giulio Manfredonia: Spesso uno ricorre a paragoni con altri film per spiegare che film ha in mente di fare, ma io personalmente non ci sono mai riuscito con questo. Vi potrei dire Fantozzi, qualcuno ha detto Quei bravi ragazzi, stamattina sentivo che qualcuno citava Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e I Simpson. Di tutto e di più insomma. Si sente forte il sapore di riferimenti cinematografici celebri ma non si capisce bene a cosa il film possa essere avvicinato. Ha dunque qualcosa di molto originale, ha quel lieve sapore sudamericano, sà di malavita...

Qualche sera fa intervistato da Fabio Fazio lei ha rifiutato il termine satira, perché?
Antonio Albanese: Non l'ho rifiutato, ho detto che mi piace molto di più parlare di comicità a 360 gradi, per satira oggi ormai si intende qualcosa di spudorato, di strumentalizzato, di manovrato e non mi piace. La parola satira è stata negli ultimi anni molto maltrattata, sono momenti molto difficili quelli che stiamo vivendo per un comico...vi assicuro.

In questo momento il Sud al cinema va benissimo, il Sud che vediamo qui è vero, è certamente esagerato ma è una presa in giro o bisogna ancora andare a scoprire il nostro meridione e vedere cosa ci può offrire?
Sergio Rubini: Il Sud è drammaticamente vero in questa storia ma il film è comico, estrapola delle cose per poterne ridere ovvio, ma grazie al cielo non è questo anzi, proprio perchè non è reale quel che vedete che noi ci abbiamo puntato così tanto. In un film comico è importante anche semplificare per poter ridere di gusto, in realtà oggi il Sud è più povero, è più complesso, la realtà è un'altra cosa.

Il paese non sembra rialzare la testa, anche nel finale il film lascia l'amaro in bocca...
Antonio Albanese: E' proprio per provocare delle reazioni che abbiamo fatto questo film, abbiamo cercato di rendere ridicoli questi personaggi, anche perché è la prima volta che questi mafiosi politicanti che governano piccoli centri del Sud Italia vengono rappresentati in tutta la loro meschinità, nelle loro 'vesti' ridicole, per quello che in realtà sono cioè dei perdenti. Il nostro intento era anche quello di far capire alle nuove generazioni che queste persone sono dei cattivi esempi, che ancora si può cambiare e invertire la rotta.

Qual è stato l'approccio al film dei produttori? Come ci avete lavorato su mentre la realtà sul piatto ne metteva di cotte e di crude?
Paolo Del Brocco: Quello che è successo a Berlusconi è in realtà il frutto del lavoro del marketing di 01Distribution (risata generale).
Antonio Albanese: Tra l'altro le ragazze coinvolte in realtà sono attrici, anzi se volete entrare...
Domenico Procacci: Quando ci è stato proposto il film ci siamo resi conto delle difficoltà e dei rischi cui si andava incontro ma ho anche pensato che non c'era maniera migliore di inaugurare il primo film comico prodotto da Fandango. Quello che ha suscitato in me grande attenzione è stato il fatto di voler raccontare in una chiave paradossale una delle tante facce di questo Paese, senza che però diventasse quello lo scopo del film. Cetto La Qualunque esisteva già, esce questa settimana ma poteva uscire in una settimana qualsiasi, nessuno poteva indovinare allora gli avvenimenti degli ultimi giorni. All'epoca, devo dire la verità, mi sono stupito molto che la cosa non abbia destato preoccupazione in Rai, mi sembra un buon segnale per il Paese.

Come avete fatto a trasformare un personaggio televisivo in uno così tanto cinematografico? Di solito questi film si reggono su pochi sketch e vanno incontro a rischi grossi nella versione per il grande schermo. Qualunquemente è un film vero e proprio con una trama, come avete fatto?
Piero Guerrera: A volte vorremmo che morisse quest'uomo così immorale, pensavamo di accantonare definitivamente l'idea di un film ma abbiamo continuato a tenerlo in considerazione perchè poteva tornare molto utile, Antonio ha fatto un miracolo nel tenere insieme queste due aspetti, il lato surreale e il lato realistico. Un plauso poi va a tutti gli altri attori che hanno dovuto accordare il loro registro al registro comico di Antonio nonostante la ragionazione molto limitata dei singoli personaggi, sono riusciti benissimo a dare il loro contributo affinchè essi risultassero compiuti e non solo delle comparse.

Non vi faceva un po' rabbia anche a voi questo Cetto mentre scrivevate i dialoghi?
Piero Guerrera: Io e Antonio amiamo molto il Sud ma con esso abbiamo un rapporto di grande conflittualità, come con il personaggio di Cetto, ci da tanti dolori ma alla fine lo amiamo.

In questo momento al cinema è il grande momento del boom di Checco Zalone, che viene dalla tv come Albanese e Cetto La Qualunque, ti senti in contrapposizione o in rivalità con lui?
Antonio Albanese: Onestamente non ci ho mai pensato a questa cosa, il momento in cui si arriva in sala dipende da scelte commerciali ed è chiaro che la mia speranza è quella di avere le sale piene e di soddisfare il pubblico che va a vedere il film. Spero solo di rallegrare l'animo degli spettatori. E' un momento molto bello per la comicità italiana, di questo sono contento, e poi a volte anche i film che non incassano niente possono essere apprezzati, a volte mi è capitato di dire "ma che bello, perchè non l'ho fatto io?".

Ora che questo personaggio è passato al grande schermo e visto che il film finisce con l'immagine del Quirinale, le piacerebbe riprenderlo in seguito per portare a termine la storia?
Antonio Albanese: Non so che fine farà Cetto La Qualunque dopo i cinque anni da sindaco, chissà. So solo che la scelta del Quirinale era mirata solo a far sorridere, non c'era l'intento di fare un seguito né di ammiccare a una prosecuzione della carriera politica.

Ultima domanda, secca: Cetto La Qualunque è di destra o di sinistra?
Antonio Albanese: è medio alto, diciamo...orizzontale.