Talk to Me, la recensione: Stringere la mano all’ignoto

La recensione di Talk to Me, intrigante film horror australiano presentato all'edizione 2023 del Festival di Berlino e in sala dal 28 settembre 2023.

Talk to Me, la recensione: Stringere la mano all’ignoto

Sarà banale, ma ci è venuta in mente una popolare citazione mentre ci accingiamo a scrivere la recensione di Talk to Me: "Quando guardi nell'abisso, l'abisso guarda in te." Il motivo è semplice e lo spiegheremo a seguire nel parlarvi di questo interessante film horror australiano presentato nell'ambito dell'edizione 2023 del Festival di Berlino, firmato da Danny e Michael Philippou, due fratelli gemelli che si sono fatti notare con i loro controversi video YouTube e confezionano un film che può lanciare un nuovo potenziale franchise.

Guardare nell'abisso

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Talk to Me: un'immagine del film

Quando si è adolescenti, non ci si fanno troppi problemi a farsi invischiare in situazioni a rischio. O forse non si ha ancora la maturità e l'esperienza per riconoscerle. Fatto sta che i protagonisti di Talk to Me non si tirano indietro nell'organizzare sedute in cui mettersi alla prova nell'usare un bizzarro manufatto in loro possesso ed evocare entità che potrebbero rappresentare un pericolo maggiore di quello che sembrerebbe. Infatti dopo alcune sedute qualcosa va storto e qualcuno di loro fa un passo di troppo nell'ignoto, trovandosi faccia a faccia con un drammatico abisso di disperazione.

Una costruzione essenziale ed efficace

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Talk to Me: un'immagine del film

Per i ragazzi protagonisti di Talk to Me, o almeno per alcuni di loro, la bravata di cui si rendono protagonisti è un gioco. E come tale è raccontato dai gemelli Danny e Michael Philippou, che si divertono a scherzare con tutte le situazioni tipiche del rapporto genitori/figli adolescenti nel primo atto del film, quando stuzzicano la curiosità dello spettatore riguardo quel che accadrà quando i due gemelli, sì anche loro, protagonisti restano a casa senza il controllo della madre, dall'ammonimento sul non fare feste con gli amici al non bere alcol. Funziona quindi l'approccio, che immerge nella vicenda, funziona altrettanto lo sviluppo successivo che va dritto al punto e costruisce l'intreccio in modo da essere essenziale ed efficace, senza divagazioni inutili che avrebbero annacquato la tensione.

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Un potenziale franchise?

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Talk to Me: una foto del film

C'è la giusta dose di brividi e di crudezza nel racconto per immagini di Talk to Me, ma c'è anche una dose di ironia e leggerezza compatibile e coerente con la fascia d'età dei protagonisti. Peccato solo per il livello medio delle interpretazioni, abbassato da un paio di membri del cast meno a fuoco degli altri, ma il risultato è riuscito e convincente, tanto da spingerci a ragionare in termini futuri, chiedendoci se non si possa trattare di un nuovo potenziale franchise di genere da sfruttare negli anni a venire. La sensazione è che rivedremo quel bizzarro manufatto a forma di mano e gli spiriti inquieti con i quali permette di mettersi in contatto.

Conclusioni

Nella recensione di Talk to Me vi abbiamo parlato di un film horror interessante, capace di ingabbiare lo spettatore nelle sue dinamiche di tensione. I meccanismi messi in piedi da Danny e Michael Philippou colpiscono, spaventano e intrattengono con un mix di crudezza e ironia che funziona, creando i presupposti per una potenziale saga horror da sviluppare in ulteriori titoli.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • L’idea della mano come strumento per evocare spiriti.
  • La regia sicura dei Philippou nel bilanciare sequenze più dure a momenti più leggeri.
  • La costruzione narrativa essenziale, che non aggiunge nulla di superfluo e non gira a vuoto.

Cosa non va

  • Non tutti i membri del giovane cast sono allo stesso livello.