Sognando l'America, Violante Placido racconta il suo Ghost Rider

Interprete del cinema italiano e nuova scoperta di quello statunitense, per la giovane attrice italiana si prospetta un interessante futuro artistico dopo l'esperienza accanto a Nicolas Cage nel film diretto da Mark Neveldine e Brian Taylor

Dopo la partecipazione a The American accanto a George Clooney, girato interamente in Italia per aiutare la popolazione dell'Aquila dopo il terremoto, Violante Placido sembra aver conquistato l'attenzione del mercato americano. A notarla, questa volta, sono stati i registi Mark Neveldine e Brian Taylor per affiancarla a Nicolas Cage nel sequel Ghost Rider: Spirito di vendetta, distribuito da Medusa il 23 marzo in 350 copie. Il suo ruolo è quello di Nadia, una madre single bisognosa di un aiuto ultraterreno per salvare suo figlio da un pericolo demoniaco. Un'esperienza insolita per l'attrice che, abituata al più intimista cinema italiano, si è catapultata nel vortice di un action puro accanto ad uno degli attori più esperti del genere.

Dopo aver recitato accanto a George Clooney questa è stata la volta di Nicolas Cage. Com'è riuscita a entrare in due produzioni americane, storicamente così chiuse agli attori stranieri? Violante Placido: Tutto è successo dopo The American. Per il film con George Clooney avevo sostenuto dei provini in Italia, ma quell'esperienza mi ha aperto delle opportunità negli Stati Uniti. Una volta realizzato un film internazionale, questo diventa il tuo biglietto da visita con le agenzie. In un certo senso parla di te e del tuo lavoro, rendendo le cose molto più semplici.

Professionalmente parlando quali sono le differenze tra i due? Violante Placido: Le differenze si notano soprattutto nel modo in cui affrontano i loro ruoli. George, ad esempio, entra ed esce dal personaggio con una facilità incredibile. Prima di ogni scena scherza e ride, senza pensare cosa verrà dopo. Nicolas, invece, si isola ed è costantemente concentrato. Poi, terminata la giornata di lavoro, Clooney non lo incontri più, mentre Cage viene a cena con te insieme alla sua famiglia.

Ghost Rider nasce da uno storico fumetto della Marvel. Qual è il suo rapporto con i comics, è una fan o si tratta di una materia del tutto nuova per lei? Violante Placido: No, è un mondo che mi appartiene. Certo, dopo aver accettato il ruolo, mi sono documentata ed ho scoperto un universo infinito, anche abbastanza complesso. Spesso queste storie nascondono dei significati importanti, delle riflessioni. Nel nostro caso specifico,The Ghost Rider mette in evidenza la differenza non assoluta che esiste tra bene e male.

Nicolas Cage per l'occasione è tornato a vestire i panni infiammati dell'eroe maledetto, Come descriverebbe, invece, il suo personaggio? Violante Placido: Nadya è una sorta di gatta randagia, una zingara moderna, metropolitana con un incredibile istinto di sopravvivenza che utilizza per mettere in salvo suo figlio.

Visto che il suo personaggio si trova spesso in situazioni ad alto rischio, per la prima volta si è trovata a dover interagire in molte scene di action gestendo delle armi. Com'è stata preparata per affrontare questo impegno fisico? Violante Placido: E' stata un'esperienza adrenalitica. Qualche cosa che a livello fisico non mi era mai capitato di vivere. Ho impugnato armi e coltelli, ho guidato un camion e mi sono fatta lanciare con i cavi, tutto senza controfigure. Ho un passato da sportiva, quindi ho voluto provare il brivido dell'impresa. Inoltre, pur essendo contro la caccia e non amando alcun tipo di violenza, ho scoperto che impugnare una pistola mi piace moltissimo.

Con The American e Ghost Rider ha toccato con mano la grandiosità delle produzioni americane. In cosa si differenziano, oltre la disponibilità economica, da quelle italiane? C'è qualche aspetto che l'ha lasciata perplessa? Violante Placido: Assolutamente no. Ho lavorato con una troupe meravigliosa, per metà rumena. Siamo diventati una grande famiglia, e questo non te lo aspetti quando devi interagire con un gruppo così grande. Probabilmente, la natura itinerante del progetto ha contribuito a fare di noi un team. Considerate che siamo stati in giro per quattro mesi, attraversando la Romania e la Cappadocia. In questo modo ho scoperto anche due paesi meravigliosi che non avevo considerato fino a quel momento. La Romania, ad esempio, mi ha colpito per i suoi luoghi incontaminati. Certo, è un paese che vive ancora delle situazioni particolari, visto che si sta evolvendo verso una nuova identità nazionale, ma ha una gioventù incredibilmente vivace, stimolata da desiderio di cambiare le cose. Uno stimolo che in Italia, ad esempio, non esiste.

Quando ha ricevuto l'offerta per questo film, ha pensato alla possibilità di compiere un errore accettando, oppure il desiderio di partecipare a un progetto internazionale è stato più forte di qualsiasi dubbio? Violante Placido: Non nego di aver riflettuto un po'. Indubbiamente Ghost Rider è un film che mi sono divertita a girare, ma che non sceglierei come spettatrice. Però si trattava anche di un'opportunità così insolita da non poter essere rifiutata. Anche la possibilità di lavorare con Nicolas Cage non capita esattamente tutti i giorni. Certo, lo preferisco in altri film come Stregati dalla Luna, ad esempio, ma questo è un discorso diverso.

Dal cinema americano passiamo a quello italiano. In questo momento c'è un autore con cui vorrebbe collaborare o un genere che le piacerebbe sperimentare? Violante Placido: Fino ad ora non mi sono mai cimentata in una commedia e mi piacerebbe molto provare, soprattutto ora che il genere sta evolvendo. Finalmente sembra che ci si stia dirigendo verso un nuovo equilibrio, che si era un po' perso inseguendo prodotti di facile ritorno economico come i cinepanettoni. Personalmente, ho molto apprezzato il film Scialla! (stai sereno) e spero di collaborare, quanto prima, con Francesco Bruni.