Cannes 2009 ai nastri di partenza

Pochi giorni all'avvio delle 62. edizione del festival transalpino, che ancora una volta propone una line up eccezionale, e titoli di grande interesse anche nelle rassegne parallele.

E' iniziato il conto alla rovescia per l'inizio del 62. Festival di Cannes; tra pochi giorni inizierà quindi la nostra cronaca della kermesse filmica più importante, che ancora una volta vanta un calendario ricco di appuntamenti d'interesse e di prestigiose prime mondiali, e dimostra di essere più che mai "il" festival cinematografico, punto di riferimento per mercato, distributori e pubblico dell'intera annata. Infatti, se normalmente nei primi mesi dell'anno si avanzano ipotesi sulle possibili inclusioni del programma di Cannes ma non tutte si concretizzano - e i ritardatari approdano magari a Venezia o a Toronto - stavolta praticamente ci sono state solo conferme: tutti si sono affrettati per essere pronti per l'appuntamento di maggio, con il risultato che il cartellone appare quasi affollato e con alcuni film di cui si era parlato per la competizione, come il coreano Mother di Bong Joon-ho, finiti in Un certain régard.

Almeno sulla carta, dunque, il concorso è davvero dovizioso e affascinante e raccoglie alcuni tra i cineasti più interessanti degli ultimi decenni: in gara c'è, come promesso, il popolare ex golden boy americano Quentin Tarantino con il suo atipico war movie Bastardi senza gloria; ma un'altra attesissimia produzione americana è quella che vede alla regia l'hongkonghese Ang Lee, che, dopo il doppio Leone d'oro a Venezia tenta la corsa alla palma con il biopic Taking Woodstock.
L'Europa risponde con un poker d'assi. Ken Loach accompagna sulla Croisette un film "leggero"come Looking for Eric, la storia di un tifoso di calcio che riesce a riabilitare la sua esistenza con l'aiuto del campione Eric Cantona; Pedro Almodovar presenterà il suo melodramma Los Abrazos Rotos, in cui ancora una volta dirige la sua musa Penelope Cruz; Michael Haneke approda a Cannes 62. con The White Ribbon, una co-produzione franco-austriaco tedesca che esplora una possibile relazione tra il sistema scolastico tedesco e l'ascesa del nazismo. Ma la "palma" del più inquietante non può che andare a Lars Von Trier e al suo Antichrist, horror psicologico con due soli attori - Willem Dafoe e Charlotte Gainsbourg - al centro di una vicenda agghiacciante. E' su Antichrist che si può puntare con una certa sicurezza come fonte di polemiche e scandali che non possono mancare sulla Croisette; normalmente si tratta di controversie a sfondo religioso o erotico, e in questo caso possiamo dire che Trier è ben equipaggiato su entrambe i fronti.

Davvero agguerrito anche il reparto orientale, con in prima fila Johnny To, con il crime movie dal cast internazionale Vengeance, e Tsai Ming Liang, anch'egli alle prese con una produzione internazionale con Visages - in cui compaiono molti 'volti' francesi, tra cui quelli di Mathieu Amalric, Jeanne Moreau, Fanny Ardant e Laetitia Casta. Accanto a questi due colossi ci sono il coreano Park Chan-Wook che, esaurita la brillante trilogia della vendetta, esplorato il tema delle malattie mentali con I'm A Cyborg, But That's Ok del 2006, torna con Thirst, in cui propone la sua personale visione del vampirismo, e il cinese Lou Ye con Spring Fever, che racconta la febbre erotica che contagia un trio di giovani.
E' come sempre nutrita la compagine dei padroni di casa - che consta di Alain Resnais con Les herbes folles, Gaspar Noé con Enter the Void, Jacques Audiard con Un prophète e di Xavier Giannoli con À l'origine - mentre per l'Italia c'è un solo film, ma di peso: Vincere di Marco Bellocchio, dedicato a una figura misconosciuta e tragica, quella di Ida Dalser, una giovane estetista che fu amata e abbandonata dal futuro Duce Benito Mussolini e che morì in manicomio nel '37. La presenza italiana, tuttavia, è significativa nell'ambito delle giurie: l'attrice Asia Argento è membro della giuria internazionale presieduta da Isabelle Huppert, mentre Paolo Sorrentino è stato chiamato alla guida
della giuria di Un certain régard.
Per concludere le annotazioni sulla gara, c'è da sottolineare la presenza per il secondo anno consecutivo del filippino Brillante Mendoza; l'Oceania è rappresentata invece da Jane Campion con Bright Star, un romantico biopic dedicato al poeta inglese John Keats.
Stranamente assente invece la filmografia sudamericana, quasi sempre al vertice nel circuito dei festival cinematografici degli ultimi anni (basti pensare a Berlino 2009, con una valanga di premi assegnati all'uruguagio/argentino Gigante e al peruviano Il canto di Paloma).

Il calibro dei nomi in competizione rischia di oscurare le prèmiere fuori concorso; eppure la sezione non competitiva ha almeno un paio di elementi di assoluto interesse. Il primo, naturalmente, è il film d'apertura del Festival, la nuova fatica della Pixar Up, con cui Cannes abbraccia la modernità del 3D con una proiezione speciale, e la casa di John Lasseter affronta una tematica decisamente insolita per un film di animazione, quella della terza età.
La presentazione fuori concorso del nuovo, colorato film di Terry Gilliam, Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo, sarà invece l'ennesima occasione per ricordare il compianto Heath Ledger, deceduto durante le riprese del film e rocambolescamente sostituito da tre colleghi: Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law.

Per il resto, non mancheranno certo le alternative a chi sceglierà di disertare la selezione ufficiale: anche le sezioni parallele, la Quinzaine des Realisateurs e la Semaine de la critique, sono ricche di titoli appetibili, a cominciare da Tetro di Francis Ford Coppola nella Quinzaine.
Ci aspettano dunque due settimane di cinema assolutamente intense e presumibilmente memorabili, e ve le racconteremo su queste frequenze se vorrete tornare a trovarci.