Recensione I ragazzi stanno bene (2010)

Pur inserendosi nel solco tradizionale della commedia familista americana, 'The Kids Are All Right', ha il pregio di affrontare con leggerezza un tema dibattuto come quello dei matrimoni gay, descrivendo una famiglia composta da coppia lesbica con figli come un nucleo perfettamente ordinario.

Stanno tutti bene (o quasi)

Alla Berlinale è decisamente l'anno della commedia indipendente americana. Dopo Greenberg e Please Give, approda al festival un altro film "marca Sundance", con tutti i pregi e i difetti che questo tipo di produzioni si porta dietro. Si tratta di The Kids Are All Right di Lisa Cholodenko, regista che in questo film si concentra sull'analisi di uno dei tanti tipi di nuclei non convenzionali che ormai sempre di più popolano la società di oggi. Protagonista è, infatti, una coppia lesbica, composta da Jules (Julianne Moore) e Nic (Annette Bening) che ha messo al mondo due bambini, Joni e Laser, grazie alla procreazione assistita. Al compimento dei diciotto anni di Joni, entrambi i ragazzi decidono che è giunto il momento di conoscere il loro padre biologico. Il donatore del seme si rivela essere Paul (Mark Ruffalo), un quarantenne ancora scapolo che si gingilla attorno a un'esistenza decisamente inconcludente. Come prevedibile, l'ingresso di Paul sconvolgerà radicalmente gli equilibri famigliari consolidatisi nel tempo e darà origine a un ripensamento della relazione stessa tra Jules e Nic.


Più che un'opera militante sulla tematica dei matrimoni gay, il divertente The Kids Are All Right, in realtà si inserisce nel consolidato solco della commedia familista americana, tendente a ribadire la centralità del nucleo famigliare (qualunque sia la sua composizione) come fondamento della società. E, se c'è da attribuire un pregio dal film della Cholodenko, è proprio quello di descrivere la famiglia di Jules e Nic come assolutamente ordinaria, al pari di quella di qualunque altra coppia eterosessuale. Il rovescio della medaglia è tuttavia rappresentato dal fatto che proprio la tanto sbandierata questione omosessuale non riceve una trattazione adeguatamente complessa, sia per quanto concerne la relazione tra Nic e Jules (con quest'ultima che a un certo punto del film sembra apparentemente riconvertirsi all'eterosessualità grazie a Paul), sia per quanto riguarda il rapporto tra genitori e figli, che risulta in realtà poco approfondito (soprattutto per quanto concerne il ragazzo Nic).

Si obietterà che The Kids Are All Right è semplicemente una commedia, e come tale andrebbe giudicata. Dal punto di vista dei meccanismi e dei ritmi del genere, in effetti, il film è ineccepibile: alcune gag sono decisamente esilaranti, le battute non mancano, e tutto il cast dona un'interpretazione decisamente brillante. Eppure il prezzo da pagare è forse un po' troppo elevato: i personaggi secondari sono descritti in maniera eccessivamente abbozzata, mentre alcune questioni che avrebbero richiesto un approfondimento più complesso sono in realtà affrontate con una certa superficialità (ad esempio l'effettivo ruolo di Paul in questo nucleo). L'obiettivo quindi non può dirsi del tutto centrato, ma nonostante ciò al film di Lisa Cholodenko va riconosciuto il merito di dare risonanza a una questione cosi urgente in un ambito mainstream.