Braccia alzate e sguardo al cielo. La potente colonna sonora di Bill Conti che cresce e l'inquadratura che si allarga. È probabilmente questo uno dei fotogrammi più celebri di Rocky, il film che negli anni Settanta rese Sylvester Stallone una star planetaria dal brillante futuro.
Lo abbiamo lasciato in cima alla scalinata del Philadelphia Museum of Art, nei panni battaglieri di Rocky Balboa (il pugile italo-americano che sfida gli stenti per salire sul ring e combattere contro il campione del mondo Apollo Creed), lo ritroviamo oggi, altrettanto battagliero ma decisamente imbolsito, di nuovo nei panni di Rocky Balboa, sesto e definitivo episodio della serie.
Era il 1976 quando con Rocky, Stallone ottiene il ruolo della svolta, quello che gli fa intravedere un futuro luminoso e ottenere una nomination agli Oscar come miglior attore protagonista. Un ruolo, quello del pugile che si allena tirando pugni ai quarti di bue, che sfoggia l'accappatoio sponsorizzato dalla macelleria del paese e si innamora della impacciata sorella (Talia Shire) del suo migliore amico (Burt Young), che non riuscirà mai a scrollarsi di dosso.
Negli anni '80 e '90 la carriera di Sly (suo soprannome dai tempi dell'infanzia) subisce infatti un'inattesa battuta d'arresto. Fatta eccezione per il grande successo di Rambo nel 1982 (altra saga e personaggio a cui viene immediatamente associato il suo nome), nessun altro ruolo per anni ha saputo dargli lo stesso smalto di quello del pugile italo-americano.
Almeno fino al 1997 quando il malinconico Cop Land lo riporta ai favori della critica facendogli guadagnare una seconda nomination agli Oscar. Il nuovo millennio sembra però avere rilanciato l'astro del combattivo divo, che, incurante degli anni passati, non esita a riproporre le nuove versioni degli storici eroi che lo anno reso famoso, rimettendosi in gioco anche con un nuovo action "amarcord", I mercenari - The Expendables, coinvolgendo colleghi e amici.
Nato a New York, figlio di un emigrato siciliano, Stallone cresce nel quartiere di Hell's Kitchen. Dopo il divorzio dei genitori, segue la madre e il suo nuovo marito, a Philadelphia e, successivamente, grazie ad una borsa di studio viene ammesso all'Università di Miami.
Il debutto nel mondo della recitazione avviene negli anni '70, quando viene scelto per un ruolo in una pellicola porno. Dal 1971 ottiene dei piccoli ruoli in Anno 2000, la corsa della morte, Marlowe il poliziotto privato e Il dittatore dello stato libero di Bananas di Woody Allen.
Per portare a casa qualche dollaro in più, nel frattempo, lavora come pulitore delle gabbie degli animali nello zoo di Central Park e come bigliettaio al Baronet Theatre. La sua passione però continua a essere la sceneggiatura e, sostenuto dalla moglie Sasha Czack (madre dei suoi due figli), continua a insistere, dando alla luce un testo che racconta le gesta di un pugile di Philadelphia. Quando finalmente la sceneggiatura diventa un film, Sly ottiene il ruolo principale sotto la regia di John G. Avildsen. Inaspettatamente la pellicola sbanca ai botteghini e fa ottenere a Stallone la nomination all'Oscar come miglior attore protagonista e quella per la miglior sceneggiatura. Molte scene del film entrano nella storia del cinema (Rocky che per colazione trangugia un beverone di uova; Rocky che all'alba corre per le strade di Philadelphia; Rocky che, stravolto alla fine del match con Apollo Creed, chiama a gran voce "Adriana!") e Stallone diventa una star di fama mondiale, legandosi a filo doppio alla saga di Rocky, e dirigendola personalmente in più occasioni.
Nel 1978 esordisce alla regia con Taverna paradiso e nel 1981 indossa i guantoni di un epico portiere nel corale Fuga per la vittoria di John Huston. Nel 1982 è la volta del grande successo di Rambo e un anno dopo della sua nuova regia: Staying Alive, resistibile sequel de La febbre del sabato sera. Nel frattempo il suo matrimonio va in pezzi e Stallone si risposa con l'ex modella Brigitte Nielsen, con cui divide il set in Rocky IV e Cobra. Rifiutato clamorosamente il ruolo action di John McClane in Die Hard (che andrà a Bruce Willis), si converte alla commedia con due flop imbarazzanti, Oscar - un fidanzato per due figlie e Fermati, o mamma spara.
La carriera dell'asso pigliatutto di Hollywood sembra essersi arenata definitivamente, quando Stallone balza ancora in vetta agli incassi con l'action sulla neve Cliffhanger - l'ultima sfida. Nel 1993 si "mette a nudo" in Demolition Man e in Lo specialista, accanto a Sharon Stone. Seguono i fiaschi Sorvegliato speciale, Assassins, Daylight - Trappola nel tunnel e D-Tox.
Nel frattempo l'attore newyorchese si sposa con la modella Jennifer Flavin (madre delle sue tre figlie) e tenta la carta commerciale insieme agli amici Bruce Willis e Arnold Schwarzenegger, aprendo la catena di locali Planet Hollywood. Il ritorno ad un ruolo intenso e venato di malinconia arriva nel 1997 con il thriller Cop Land, con Ray Liotta e Robert De Niro. Seguono il thriller La vendetta di Carter e un film per famiglie, Spy Kids.
Il 2006 è l'anno della rentrée in grande stile con Rocky Balboa, da lui diretto e interpretato. Stallone torna a vestire i guantoni del pugile che gli ha dato tutto, questa volta affiancato dalla giovane star Milo Ventimiglia. Con John Rambo a tornare è invece l'ex reduce del Vietnam che rintanatosi in Thailandia viene richiamato in azione da un gruppo di civili che ne richiede la protezione per trasportare delle medicine. E Rambo/Stallone anche questa volta non si tirerà indietro.
Dopo essere passato attraverso uno scandalo relativo all'utilizzo di steroidi e anabolizzanti (per il cui possesso è stato fermato dalla dogana australiana proprio mentre promoveva il suo Rocky Balboa) Stallone si rimette nuovamente in gioco, coinvolgendo i suoi amici Dolph Lundgren, Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis e Mickey Rourke, e assoldando i nuovi compagni Jason Statham e Jet Li, con I mercenari - The Expendables, action vecchio stampo, che rievoca in maniera nostalgica e crepuscolare l'iconografia e gli stereotipi degli anni '80. Presentato addirittura alla Mostra del Cinema di Venezia, il film, che riscuote apprezzamenti tra i fan di Sly della prima ora, viene nominato ai Razzie Award 2011 per la peggior regia. Stallone, tuttavia, non sembra certo il tipo da fermarsi per piccolezze del genere e arriva addirittura al quarto capitolo nel corso di dieci anni, facendo però flop al botteghino.
Intanto riprende il ruolo di Rocky nel 2015 in Creed - Nato per combattere, spin-off della saga diretto da Ryan Coogler con protagonista Michael B. Jordan e relativo sequel, oltre al franchise di Escape Plan - Fuga dall'inferno e una piccola parte in Guardiani della Galassia Vol. 2 e 3 di James Gunn, oltre all'ennesimo ritorno in Rambo Last Blood (2019) di Adrian Grunberg.
Sarà Paramount+ a dargli una terza vita professionale come sceneggiatore e attore, oltre del reality The Family Stallone in cui coinvolge anche i suoi familiari, con Tulsa King, scritta insieme a Taylor Sheridan e arrivata alla quarta stagione. Della serie è anche protagonista nei panni di Dwight Manfredi signore della mafia che deve reiventarsi in una piccola cittadina dopo essere uscito di prigione.
2016 Candidatura Migliore attore non protagonista per Creed - Nato per combattere
1977 Candidatura Miglior attore protagonista per Rocky
1977 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Rocky
2016 Premio Miglior attore non protagonista per Creed - Nato per combattere
1977 Candidatura Miglior attore protagonista (dramma) per Rocky
1977 Candidatura Miglior sceneggiatura per Rocky
2009 Premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker Award
1977 Premio Miglior attore straniero per Rocky
2014 Candidatura Peggiore attore per Jimmy Bobo - Bullet to the Head
2011 Candidatura Peggior regista per I mercenari - The Expendables
2025 Recitazione
2025 Sceneggiatura, Soggetto, Produzione
2021 Recitazione
2019 Produzione
Non sono attraente in senso classico. Gli occhi sono all'ingiù, la bocca è storta, i denti non sono dritti e ho la voce di un portatore di bara mafioso, ma in qualche modo è l'insieme che funziona.
Sono una persona molto "fisica". La gente crede che non abbia molto cervello, quindi perché deluderla?
La star di Tutti pazzi per Mary e Rusty il selvaggio entra nel cast del film sulla creazione del successo principale di Sly, Rocky.
La star della saga sul pugile più famoso del grande schermo ha svelato un aneddoto sul una delle sequenze più ricordate del primo film.
Stallone aveva deciso di usare l'intelligenza artificiale in modo creativo per riportare in vita la versione giovane del suo personaggio, ma il progetto è stato poi cancellato.
L'ascesa verso il successo della star del cinema grazie all'iconico ruolo di Rocky Balboa verrà raccontata in un nuovo lungometraggio.
Il 21 settembre arriverà su Paramount+ il terzo capitolo della storia con star Sylvester Stallone nel ruolo di Dwight 'il generale' Manfredi e il trailer regala qualche anticipazione.