Una vita tranquilla, una storia vera ha ispirato il film?

Nel 2010, Claudio Cupellini ha diretto Una vita tranquilla, film con Toni Servillo che racconta la seconda vita di Rosario Russo, ristoratore dalla pesante eredità camorrista; ma il film è tratto da una storia vera?

Una vita tranquilla risale al 2010, tre anni dopo la strage di Duisburg che sembrerebbe aver influenzato il titolo diretto da Claudio Cupellini. A quanto pare, però, secondo alcune dichiarazioni del regista, la strage del 2007 avrebbe semplicemente fornito il contesto criminale che fa da sfondo al film, mentre la storia vera raccontata sarebbe un'altra.

Una vita tranquilla racconta la storia di Rosario Russo, un albergatore di origine italiana che si è rifugiato al centro della Germania con la speranza di potersi allontanare dal suo passato di pluriomicida e da una pesante eredità camorrista. Un giorno, però, i trascorsi gli fanno visita con i volti di Edoardo e Diego, due giovani malavitosi che iniziano a minacciare la sua "vita tranquilla".

A primo acchito, il film di Claudio Cupellini sembrerebbe vagamente ispirato alla storia della strage di Duisburg che, il 15 agosto 2007, ha mietuto ben sei vittime a Duisburg, in Germania. La strage è avvenuta davanti a un ristorante italiano ed è stata commessa da criminali affiliati alla 'Ndrangheta. Quella notte, il cuoco calabrese del ristorante pizzeria Da Bruno chiude il locale con due camerieri e tre amici e si avvia a prendere l'auto. I sei, tutti calabresi, per dirla con la sentenza della Cassazione del 9 giugno 2016 "ritenuti affiliati o comunque vicini" al clan Pelle-Vottari di San Luca, vengono raggiunti nel parcheggio da una scarica di 54 colpi sparati da due pistole. Nessuno si salva.

Toni Servillo e Marco D'Amore nei ruoli di padre e figlio per Una vita tranquilla
Toni Servillo e Marco D'Amore nei ruoli di padre e figlio per Una vita tranquilla

Relativamente al suo film, Claudio Cupellini ha dichiarato: "E' un progetto che mi sta molto a cuore e su cui lavoro da anni, per il quale sono partito da due elementi fondamentali: la mia passione per il genere noir e la voglia di approfondire un contrastato rapporto tra padre e figlio. Ci siamo documentati moltissimo su quella tragedia perché era giusto che sapessimo ma Una vita tranquilla non ha nulla a che vedere con quella storia, se non la cornice criminosa. Oltretutto il mio film chiama in causa la camorra e non la 'Ndrangheta. Ma il punto di partenza è stato la storia vera di una persona che conosciamo e che, come il nostro protagonista, si è rifatto una vita in Germania".