Avatar: la tecnologia utilizzata nel film di Cameron potrebbe diventare realtà, secondo gli studiosi

Una tecnologia come quella vista nel film Avatar di James Cameron, non sarebbe poi così lontana dalla realtà, secondo i ricercatori: 'un paziente completamente paralizzato sarà in grado di alzarsi e utilizzare il suo cervello per controllare un esoscheletro'.

Avatar di James Cameron è il film dal più grande successo di sempre al botteghino, e uno dei motivi è dovuto senz'altro all'incredibile aspetto fantascientifico della pellicola, inclusa la tecnologia mostrata nel film, che tuttavia parrebbe essere più verosimile del previsto, almeno al giorno d'oggi, dato che tra alcuni anni potrebbe divenire realtà.

Sam Worthington, Sigourney Weaver, Michelle Rodriguez e Joel Moore in una sequenza del film Avatar
Sam Worthington, Sigourney Weaver, Michelle Rodriguez e Joel Moore in una sequenza del film Avatar

Certo, James Cameron iniziò a pensare a quello che sarebbe stato uno dei film più rivoluzionari della storia del cinema nei primi anni '90, quando gli sviluppi tecnologici erano ancora anni luce indietro rispetto a ora, quindi ciò che viene mostrato nel film rientra assolutamente nel reame della fantascienza. Ma a distanza di quasi una trentina d'anni, se ne può già parlare come un qualcosa di eventualmente fattibile.

"Se non poniamo dei limiti alle modalità di utilizzo di questa tecnologia, allora potremmo anche arrivare a vedere qualcosa come Avatar in 50 o 60 anni" hanno infatti affermato Ning Jiang e Jennifer Boger, ricercatori della University of Waterloo, dove lavorano per i Waterloo Engineering Bionics Lab "Il ritmo a cui si evolve la tecnologia è estremamente veloce... Posso immaginare che in 10 o forse 15 anni ci potrà essere un paziente completamente paralizzato in grado di alzarsi in piedi e utilizzare il suo cervello per controllare un esoscheletro, e magari cammineranno, correranno persino, come se non ci fosse mai stato alcun infortunio"

E facendo riferimento a un recente esperimento portato avanti dall'Università di Stanford, nel quale il soggetto con una paralisi completa del corpo è riuscito a trasmettere e battere delle parole al computer semplicemente pensandole grazie a un impianto cerebrale, spiegano: "Quello che hanno fatto gli scienziati è stato prima mettere degli elettrodi nel cervello, in modo da stabilire un'interfaccia cervello-macchina, e poi quando i segnali elettrici vengono trasmessi, utilizziamo l'intelligenza artificiale... Algoritmi per tradurre o decodificare quei segnali elettrici in quelle che crediamo essere lettere. E magari quest'interfaccia potrà rendere possibile leggere nella mente di un'altra persona".

Ovviamente, in quel caso entrerebbero in gioco anche fattori etici e morali, ma le possibilità a disposizione per il futuro sono davvero entusiasmanti.