Workers, pronti a tutto per Lorenzo Vignolo

Presentata a Roma la commedia che parla di lavoro attraverso la storia di tre precari e dell'agenzia interinale che li rappresenta; leggerezza e verità sono le parole d'ordine del film per il regista, al suo esordio cinematografico dopo una lunga gavetta nel mondo dei videoclip.

Altro che Terra di Mezzo, stregoni bianchi e magiche creature alate. Oggi per fare un film fantasy basta molto meno. Rimpiazziamo il classico cavaliere senza macchia con la mitica figura del precario e sostituiamo il regno fatato da conquistare con quella stranissima e ambita attività umana chiamata lavoro. L'esperimento è stato condotto dal regista Lorenzo Vignolo che questa mattina a Roma ha presentato la sua opera prima, Workers - Pronti a tutto, commedia incentrata su un gruppo di trentenni che vorrebbero 'solo' un lavoro in grado di garantirgli un minimo di serenità, in uscita nazionale il prossimo 11 maggio grazie a Istituto Luce, che distribuisce il film in 81 copie. Nicole Grimaudo è una truccatrice che per sbarcare il lunario diventa una make-up artist di defunti e si trova faccia a faccia con un boss mafioso cialtrone, Nino Frassica, e con il di lui figlio, Paolo Briguglia; Alessandro Tiberi è il badante di un tetraplegico feroce e sboccato interpretato da Francesco Pannofino, mentre Dario Bandiera è un inseminatore bovino che fa credere alla sua fidanzata, Daniela Virgilio, di essere un celebre chirurgo. Oltre al comune destino di equilibristi della busta paga, i nostri eroi condividono anche la stessa agenzia di lavoro interinale che li ha piazzati sul mercato, la Workers appunto, gestita da Alessandro Bianchi e Michelangelo Pulci, noti al pubblico televisivo come i Cavalli Marci. Nato qualche anno fa da un'idea di Galliano Juso, celeberrimo produttore dei cult movie con Tomas Milian, con l'intento di essere un film a episodi, diretti ciascuno da un regista diverso, il progetto è mutato fino alla scelta definitiva di affidare a Vignolo il comando delle operazioni, con la collaborazione dello sceneggiatore, Stefano Sardo.

Lorenzo, qual è stata la tua prima idea rispetto al film? Lorenzo Vignolo: da subito avevamo in mente di fare una commedia, un film che ci permettesse di fare una radiografia del momento difficile che stiamo vivendo, ma con toni leggeri. Mi sono messo nei panni di un giovane precario che va al cinema per vedere raccontata la sua storia, e se avessimo scelto un approccio più pesante sarebbe stato controproducente. Galliano Juso è stato la nostra guida spirituale, poi abbiamo avuto la fortuna di incontrare Minerva Pictures e Rai Cinema e quando Stefano ha iniziato a scrivere la sceneggiatura ci siamo messi al lavoro.

Stefano, il percorso che ha portato alla realizzazione dello script è stato un po' tortuoso... Stefano Sardo: molti anni fa Galliano mi suggerì l'idea di scrivere un soggetto su quei lavori che nessuno voleva fare, parlandomi della storia di un ragazzo che faceva da badante ad un paralitico molto cattivo. Visto il successo di Quasi amici, direi che l'intuizione è stata più che felice. Ad ogni modo, ho buttato giù tre soggetti, individuando le tre storie portanti del film. Volevo far uscire l'argomento dalla sociologia e trasformarlo in materiale da divertimento. In fondo per tutti i nostri protagonisti il lavoro che gli tocca in sorte apre delle possibilità. C'è chi diventa una persona meno arida, chi trova la donna della sua vita e chi, come il personaggio interpretato da Nicole Grimaudo, si trova a vivere un'avventura in un mondo fantastico.

Francesco e Alessandro, voi siete i due protagonisti dell'episodio intitolato Il badante, rispettivamente nei panni del tetraplegico e, appunto, del badante. Come siete arrivati a Workers? Francesco Pannofino: beh, serviva uno stronzo e hanno preso me (ride). La sceneggiatura ci è arrivata mentre stavamo girando la prima serie di Boris, quindi nel 2006, e subito ci è piaciuta, dando la nostra disponibilità a girare. Poi c'è stato uno stop al progetto che è ripartito qualche tempo dopo, tanto è vero che ho girato le mie scene tra una pausa e l'altra di Nero Wolfe. Che dire? E' curioso vedere un portatore di handicap così bastardo, ma in fondo quello era il divertimento, e il risultato mi sembra buono.
Alessandro Tiberi: lo penso anche io. In fondo il cinema ha trattato questo tema in maniera non veritiera, raffigurando i portatori di handicap come persone tristi e pensose, ma è solo un pregiudizio. In realtà ci siamo divertiti tantissimo con questo personaggio che voleva un badante per poter pippare la cocaina.

Il trucco, invece, vede come protagonisti una giovane truccatrice di defunti, il ragazzo che si invaghisce di lei perché somiglia alla moglie morta e il padre di lui, un boss mafioso. Un bel miscuglio... Nicole Grimaudo: quando mi è stata data la sceneggiatura mi sono subito innamorata di Alice. Lei rappresenta tutti quei giovani che superano la frustrazione con ironia e spirito di adattamento. Quei giovani che non si piangono addosso e fanno 3 lavori al giorno per arrivare a fine mese. Sopravvivere oggi è più importante dei sogni, ma c'è comunque ottimismo. Oggi i ragazzi sono pronti a tutto e mi piaceva raccontare questo spaccato.
Paolo Briguglia: il film racconta di una generazione che non ha più niente da perdere e fa tutto divertendosi. La situazione è drammatica, ma siamo vivi e la vita ce la guadagnamo tutti i giorni. Per quanto riguarda il mio personaggio, è assolutamente grottesco per questo mi sono divertito ad interpretarlo. Con Nino mi diverto sempre a lavorare e mi sono lasciato guidare da lui.
Nino Frassica: il mio è un mafioso particolare, talmente stupido che quasi non fa paura. Purtroppo però volevo il ruolo di Nicole, ma non è stato possibile.

In Cuore toro ci sono una ragazza innamorata dei medici televisivi e il suo fidanzato, un inseminatore di tori. Daniela, raccontaci la tua esperienza con Dario Bandiera... Daniela Virgilio: lavorare con lui è terapeutico. E' difficile seguirlo, visto che è un grande improvvisatore, ma lo consiglio come esperienza di vita.
Dario Bandiera: sono stato felice di aver allungato la vita di questi tori di qualche mese, visto che generalmente dopo aver svolto la loro funzione vengono mandati al macello. A dispetto della loro fama sono creature dolci e carine.

Lorenzo, hai già spiegato che il tuo voleva essere un approccio leggero ad un tema molto difficile e doloroso, ma come sei riuscito a tenerti in equilibrio tra questi estremi? Lorenzo Vignolo: la forza del film è che non ha una sola tesi, ogni episodio è differente dall'altro. C'è chi manda a quel paese il capo, c'è quello che si vuole svincolare e alla fine rimane, in ogni caso volevo che ci fossero degli squarci di realtà. Nella sequenza iniziale ho voluto alternare le comparse ai disoccupati veri, e in questo ho avuto il grande supporto di Michelangelo e Alessandro che hanno improvvisato delle battute a partire da quanto scritto nella sceneggiatura.

Vi è mai capitato di fare dei lavori 'strani' come quelli che fanno i vostri personaggi? Francesco Pannofino: ho iniziato a recitare a 19 anni e ho sempre fatto l'attore. Da ragazzino però mi è capitato di fare il cameriere e il bibitaro in tribuna Tevere, allo stadio Olimpico.
Nino Frassica: recito da quando ero piccolo, infatti il bambino di Ladri di biciclette sono io.
Dario Bandiera: durante il liceo ho fatto il lavapiatti. Mi facevo il mazzo per diecimila lire e allora me ne sono andato. Poi ho fatto il cameriere e in quel caso sono stati loro a mandarmi via, finché non ho iniziato a fare l'animatore. Non mi pagavano granché, ma facevo tanto 'bordello' e subito mi era sembrata la cosa giusta da fare.
Lorenzo Vignolo: io riempivo le macchinette con le merendine, ma non ero molto capace visto che poi mi hanno fatto scaricare la merce dal camion.
Nicole Grimaudo: ho iniziato a lavorare a 15 anni, faccio da sempre l'attrice e credo che saprei fare solo questo. Certo, dopo anni di Medicina Generale un'iniezione la so fare e dopo R.I.S. - Delitti Imperfetti so anche prendere le impronte.