Vacanze di Natale a Cortina: il ritorno alle origini

Abbandonate le località esotiche, Neri Parenti e Luigi De Laurentiis inaugurano la nuova stagione della commedia natalizia con un film che, scritto e sceneggiato dai fratelli Vanzina, guarda con una certa nostalgia al cinema italiano degli anni Ottanta

"La regola numero uno quando arrivi in albergo è presentarsi con il personale.Tu ti spari via un bel 300.000 e sei nel burro tutta la vacanza". Questa era la tattica dispendiosa ma efficace attuata da Donatone il milanese, al secolo Guido Nicheli, nello storico Vacanze di Natale diretto dai fratelli Vanzina. Era il 1983 e il termine cinepanettone non era ancora stato forgiato ma, quasi inconsapevolmente, si stavano delineando gli elementi tipici di una comicità dal gusto popolare che, pur non potendo ambire al titolo di genere, si preparava a imporsi come fenomeno di costume. Da quella prima esperienza ha preso corpo una lunga serialità che ha visto i Vanzina sostituiti alla regia da Neri Parenti ed è passata indenne attraverso l'inaspettato divorzio artistico della coppia Boldi/De Sica. Arrivata a questo punto, dopo più di vent'anni di attività caratterizzati da un lungo alternarsi di protagonisti accanto all'unica certezza Christian De Sica, la commedia natalizia ha deciso di tornare alle origini con Vacanze di Natale a Cortina, distribuito da Filmauro dal 16 dicembre. A presentare le avventure/disavventure di un variegato gruppo di vacanzieri composto dalla classe agiata e dall'uomo comune, è il numeroso cast che, capitanato da Neri Parenti e Luigi De Laurentiis, registra la presenza di Christian De Sica Sabrina Ferilli, Ricky Memphis, Valeria Graci, Katia Follesa, Giuseppe Giacobazzi, Dario Bandiera e Ivano Marescotti.

Dopo ventotto anni di assenza il cinepanettone torna a Cortina per ripercorrere idealmente i suoi primi passi. Quali sono le motivazioni alla base di questa scelta? Neri Parenti: Negli ultimi anni il film natalizio è stato caratterizzato da una lunga peregrinazione internazionale, ma così facendo si è andata lentamente perdendo l'italianità del nostro racconto. Per questo motivo e per accontentare un'evidente necessità del pubblico abbiamo deciso di tornare alla tradizione immergendo i protagonisti in un'atmosfera festiva satura della nostra tradizione. Seguire questa linea narrativa ha dato maggior spazio a nuovi personaggi e alla descrizione di un'umanità varia e sfaccettata rappresentata dalla generazione dei soliti ricchi finalmente affiancata da quella dell'uomo comune che, alle prese con il sogno irraggiungibile del benessere e della notorietà, conferisce al film un approccio più realistico.
Luigi De Laurentiis: Per molto tempo siamo stati attratti dalle location più esotiche, ma ultimamente il pubblico ci ha lanciato un messaggio molto chiaro. Ciò che mancava dalle nostre avventure era proprio il senso del Natale e con questo film abbiamo fatto di tutto per ricostruire la magia delle feste, seguendo l'arco temporale che dalla vigilia porta fino al Capodanno con tanto di scambi di regali sotto l'albero e party esclusivi. Inoltre, nonostante il luogo esclusivo rappresentato da Cortina, abbiamo composto il ritratto popolare del nostro paese, osservando come l'italiano comune viaggia nel proprio paese. .

Grande elemento d'innovazione rispetto alle pellicole del passato è anche la presenza dei fratelli Vanzina, coinvolti direttamente nella creazione del soggetto e nella seguente scrittura della sceneggiatura. Averli in squadra ha comporto dei cambiamenti nell'approccio al racconto? Luigi De Laurentiis: Sono stati i primi ad andare a Cortina e, volendo tornare sul luogo del delitto, era inevitabile che avessimo bisogno di loro presenza. Coinvolgerli in fase di scrittura ha imposto soprattutto un cambiamento nel meccanismo del racconto. Fino ad ora avevamo cercato un escamotage per veicolare in modo veloce e piuttosto sintetico una storia ma, grazie al loro tocco inconfondibile, è stato possibile portare nuovamente in voga il ritratto sociale degli italiani e del loro tempo.
Neri Parenti: Per me non sono certo degli estranei. Nei primi anni della mia carriera sono stato aiuto regista di Steno, quindi averli accanto in questa nuova avventura, è stato come tornare a casa.

I vostri successi al botteghino sembrano aver attirato l'attenzione di Hollywood, visto che in questi giorni sarà presentato Capodanno a New York salutato un po' come il primo esempio di cinepanettone americano. Vi diverte l'idea di aver importato un modello? Neri Parenti: Il fatto che si siano ispirati a un nostro prodotto non può che onorarmi. Nel loro caso, però, più che di cinepanettone potremmo parlare di cinepancake
Luigi De Laurentiis: So per certo che in tutti questi anni gli americani hanno guardato con interesse ai nostri incassi, tanto che siamo stati avvicinati più volte con la proposta di remake.

Vacanze di Natale a Cortina sembra segnare il ritorno a una comicità più genuina e particolarmente apprezzata dal pubblico sia sul grande schermo che in televisione. Secondo voi, nell'arco di questi ventotto anni, quanto è cambiato il modo di far ridere gli italiani? Neri Parenti: La comicità è mutata solo nel suo ritmo. Ciò che cambia veramente sono i suoi interpreti che, grazie alla notorietà acquisita all'interno del nuovo ambiente cabarettistico italiano, riescono a portare sul grande schermo una quantità illimitata di nuove esperienze positive per la vitalità del racconto.

Può approfondire il discorso sul cambiamento del ritmo? Neri Parenti:Tutto dipende da una diversa tecnica di scrittura che abbraccia lo stile del serial americano con percorsi ridotti e immediati. Seguendo queste direttive, ci siamo adeguati a una sorta di zapping televisivo che impone allo spettatore un cambio di scena e di situazione ogni dieci secondi.

Signor De Sica, lei rappresenta il protagonista assoluto della commedia natalizia, eppure in questi ultimi anni ha iniziato a misurarsi con progetti completamente diversi come il film di Pupi Avati Il figlio più piccolo e TheTourist di Florian Henckel von Donnersmarck. Ha intenzione di continuare nella ricerca di progetti diversi che le aprano nuove strade interpretative? Christian De Sica: In The Tourist ha rivestito solamente un piccolo ruolo ma il film mi ha dato la possibilità di conoscere Donnersmarck e di iniziare con lui un colloquio che, forse, potrebbe aprire nuove prospettive in Germania. Per quanto riguarda Pupi, invece, abbiamo iniziato da poco a girare il film per la tv Un matrimonio. E' quasi superfluo dire che tutte queste possibilità, come lo spettacolo teatrale dedicato a George Gershwin, io le devo alla popolarità raggiunta grazie alle mie commedie. E per finire il discorso sull'evoluzione della comicità, quest'anno abbiamo scelto di abbandonare le gag meccaniche e di aprirci maggiormente a una commedia di situazioni basata più sulla parola.

Altro elemento di rottura con il passato è l'utilizzo della figura femminile che, non più interpretata esclusivamente come oggetto del desiderio, diventa a tutti gli effetti coprotagonista. Sabrina Ferilli: Da quattro anni affianco Christian con grande soddisfazione, ma questa è la prima volta che, dopo aver subito tradimenti e inganni, assumo un ruolo attivo progettando una rivincita terribile ai danni di un marito assente e distratto.
Katia Follesa: La comicità è sempre stata più maschile che femminile, ma negli ultimi anni si sta avvertendo un cambiamento di rotta piuttosto deciso. Certo, questo non aumenta e non pareggia i conti a nostro favore, ma rappresenta comunque un'evoluzione in atto.

Signor Marescotti, a lei è stato affidato il compito ingrato di rappresentare un ambiente politico piuttosto noto e riconoscibile. Per tratteggiare il ritratto dell'Ing. Brigatti, faccendiere attento a mantenere intatti i suoi molti privilegi, si è ispirato agli ultimi avvenimenti politici? Ivano Marescotti: Sarebbe stato facile infierire sul personaggio e sulla classe dirigente che rappresenta, ma, nel frattempo, nel nostro paese è successo qualche cosa di straordinario che ha reso alcuni elementi meno attuali. Io sicuramente non sono un comico per natura ma grazie al mio Ing. Brigatti ho avuto la possibilità d'interpretare una simpatica canaglia e di degenerare, lentamente verso un buonismo per me insolito.

Come da tradizione, le festività natalizie sono caratterizzate da due film italiani che si contendono il gradimento del pubblico. Quest'anno lo storico duello si combatte contro Finalmente la felicità di Leonardo Pieraccioni, protagonista di una commedia dei buoni sentimenti molto diversa dalla struttura tradizionale del cine-panettone. Nonostante l'evidente cambiamento di rotta inseguito con Vacanze di Natale, voi vi sentite ancora un po' graffianti o avete ceduto definitivamente al lato buono della comicità? Neri Parenti: Il nostro lavoro è diverso da quello svolto da registi che, come Pieraccioni, presentano un film ogni due anni. Dovendo rispettare un appuntamento annuale, noi siamo costretti ad ascoltare le necessità del pubblico e del mercato. Quindi, se il sistema comincia a scricchiolare, si deve inevitabilmente accettare e abbracciare il cambiamento.
Christian De Sica: Neri ed io siamo accumunati da un senso dell'ironia un po' cinico. Per molti anni ho interpretato canaglie e misogini, riuscendo a farne delle maschere comunque apprezzate e comprese dal pubblico. D'altronde fa sicuramente più ridere il demonio che San Francesco.