Recensione Bed Time (2011)

Pur non raccontando una storia originalissima nelle sue linee generali, Sleep Tight accompagna lo spettatore in un pauroso viaggio negli oscuri meandri dell'animo umano e del sadismo psicologico, segnando una sorta di rinascita per la carriera del regista spagnolo.

Il nemico sotto il letto

Forse è questo il vero Jaume Balaguerò e non quello di Nameless - entità nascosta, Darkness, Fragile e Rec. Noi lo speriamo. Perchè è proprio in questo suo nuovo film, lontano dal rumore, dalle derive soprannaturali e dalla costruzione sincopata e rumorosa dei suoi precedenti lavori, che riusciamo a vedere un'opera finalmente completa. Bed Time (Mientras duermaso anche Sleep Tight) è un thriller teso ed avvincente, egregiamente diretto ma anche ben scritto, ben congegnato a livello di narrazione e recitato molto bene da tutti gli attori ma soprattutto dal protagonista Luis Tosar, indimenticabile protagonista di Cella 211, perfetto nel ruolo del maniaco sociopatico.


C'è chi nasce sordo, chi muto, chi cieco, César è nato infelice. L'unica cosa che riesce ad alleviare la sua infelicità è il dolore degli altri, la sofferenza che si legge sul volto delle persone che incontra ogni mattina. Per questo non sopporta che nel condominio in cui lavora come portiere si aggirino persone sorridenti o che vivono la vita in maniera allegra e spensierata, odia l'idea di avere intorno persone che si divertono, che si fidano degli altri e che si amano. La persona che più lo manda fuori di testa è Clara, una ragazza bellissima, solare e ottimista che ha un buon lavoro, un fidanzato che ama e una bella casa. Insomma la persona ideale per i suoi morbosi progetti da stalker. L'orco si insinuerà sempre più in fondo nel privato della donna studiandone da molto vicino i movimenti, gli orari, le abitudini e le debolezze, fino a che non avrà raggiunto il suo scopo. César sembra un uomo gentile e disponibile con i condomini, o almeno si sforza di mantenere un'apparenza cortese. Bada ai cagnolini di un'anziana signora sola, si occupa di piccole e grandi pulizie, va ogni giorno a trovare la madre gravemente malata e immobilizzata in un letto d'ospedale. In realtà dietro ad ogni suo gesto si nasconde un'aberrazione, un'azione mirata ad arrecare sofferenza negli altri. E' un meticoloso e ingegnosissimo torturatore che instilla la sua cattiveria goccia dopo goccia nella vita delle persone che lo circondano, un uomo malvagio come tanti, ma anche cosciente della sua psicopatologia, consapevole delle sue azioni e per questo ancor più pericoloso.

Un mostro dalle fattezze umane, ben più pericoloso di qualsiasi virus letale o di qualsiasi spirito malvagio in cerca di vendetta. Un mostro che emerge dalle acque tetre e buie del dolore, acque in cui Tosar riesce ad immergersi con destrezza: un attimo prima è il persecutore attento ma non infallibile, un attimo dopo è terrorizzato all'idea di essere scoperto, talvolta anche disperato e sinceramente mortificato per la sua condizione. Pur non raccontando una storia originalissima nelle sue linee generali, Sleep Tight accompagna lo spettatore in un pauroso viaggio negli oscuri meandri dell'animo umano e del sadismo psicologico, segnando una sorta di rinascita per la carriera del regista spagnolo, che lascia da parte i temi salienti del suo cinema quali la religione, la famiglia e l'infanzia problematica, per dedicarsi ad una storia di ordinaria disumanità. Una storia plausibile, curata sin nei minimi dettagli, che trascina lo spettatore dentro l'orrore, nell'immensa solitudine del protagonista capace in alcuni momenti di suscitare rabbia mista a compatimento. Merito senza dubbio anche dell'ottima sceneggiatura scritta dal 'nostro' Alberto Marini, scrittore, produttore e regista torinese, che prosegue il suo percorso orrorifico al fianco di Balaguerò dopo l'esperienza del film tv Para entrar a vivir, primo episodio della serie tv Film per non dormire: affittasi (una sorta di Masters of Horror spagnolo) che più o meno tratta la stessa tematica 'abitativa' di Sleep Tight.
Il finale, per fortuna, riesce a mantenersi in linea con il resto del film grazie ad una perfida ed intrigante soluzione narrativa.

Movieplayer.it

3.0/5