Recensione Lezioni di cioccolato 2 (2011)

Perfettamente in sintonia con il predecessore, anche questo nuovo episodio si contraddistingue per una evidente leggerezza e una certa tendenza al sentimentalismo.

Mattia e Kamal sono tornati. Tristemente archiviata la storia d'amore con la bella Cecilia, il geometra deve fare i conti con un'attività che fatica ad ingranare e con un operaio, Osvaldo, che gli rinfaccia puntualmente tutte le sue mancanze. Anche l'egiziano però non se la passa bene. La cioccolateria tanto agognata è finalmente diventata realtà, ma lontano dal centro storico e a due passi dall'autostrada sono davvero pochi i clienti che ogni giorno varcano la porta d'entrata. Un amico, però, si vede nel momento del bisogno e Mattia torna da Kamal con la ferma idea di chiudere bottega e investire tutti i guadagni sul negozio del sodale. Il sì dell'uomo tarda ad arrivare, per un motivo molto semplice. Kamal vuole proteggere la figlia Nawal, studentessa di ritorno dall'Erasmus a Parigi, dalle grinfie di Mattia.

Naturalmente Mattia conoscerà lo stesso la giovane e, com'è logico che sia, si innamorerà follemente di quella ragazza che per nascondere la sua identità si fa chiamare Leila. Mattia ha bisogno di Kamal per conoscere tutte le tattiche di corteggiamento di un'egiziana; Kamal, ignaro della 'tresca' della figlia, ha bisogno che Mattia finga ancora di essere lui per sviare le indagini della polizia su un assessore che gli ha concesso illegalmente un finanziamento. La 'società' alla fine parte davvero e ne faranno parte anche l'ispettore che studia il caso delle mazzette, Amelia Orsetti, e il maestro cioccolatiere Conti, lo chaperon che fornisce asilo ai due innamorati tra i banchi della sua scuola di alta pasticceria, con la speranza che Mattia lo aiuti a conquistare il cuore dell'amata Amelia.

Il tuo Bacio è come un rock

Hassani Shapi e Vincenzo Salemme litigano in una scena della commedia Lezioni di cioccolato 2
Hassani Shapi e Vincenzo Salemme litigano in una scena della commedia Lezioni di cioccolato 2

Quattro anni fa nessuno credeva che Lezioni di cioccolato potesse raccogliere un così grande successo di pubblico. Invece la pellicola d'esordio di Claudio Cupellini, in seguito passato ad un cinema completamente diverso (Una vita tranquilla), ha conquistato gli spettatori per l'equilibrio tra la storia d'amore romantica e la buffa amicizia tra i due protagonisti; senza dimenticare la bellezza della miriade di cioccolatini e altre delizie i cui segreti venivano in parte svelati. Cattleya quindi ci riprova affidando il sequel ad un altro debuttante, Alessio Maria Federici, alla prima prova registica dopo una lunghissima gavetta come aiuto di Massimiliano Bruno, Paolo Genovese e Luca Lucini tra gli altri. Perfettamente in sintonia con il film precedente, anche questo nuovo episodio si contraddistingue per una certa leggerezza e una certa tendenza al sentimentalismo. Lezioni di cioccolato 2 soffre però tutti i difetti di un certo cinema 'medio', aggettivo che racchiude in sé una messa in scena senza guizzi stilistici creativi, vivacizzata da una fotografia 'calda' e dalla ricchezza dei colori, l'eccessiva linearità della storia e uno sviluppo dei personaggi piuttosto piano e prevedibile.

Arriva la cioccofavola

Tutti sono come ci si aspetta che siano; Luca Argentero, lo 'scannadonne', è in realtà un uomo irrisolto, Hassani Shapi, il padre di famiglia, è burbero, ma può essere gabbato senza problemi. E poi c'è la brava ragazza, Nabiha Akkari, che con la sua purezza riesce a 'redimere' l'incallito sciupafemmine e a 'obbedire' al suo papà (la sua verginità è intatta), senza rinunciare all'uomo che ama. L'anacronistico lieto fine è paragonabile a quello di tanti altri filmetti della nostra storia recente. E visto che Kamal si esibisce in un sentito omaggio ad Albano e Romina, intonando Nostalgia canaglia, verrebbe da citare proprio i leggendari musicarelli nostrani, in cui la bella di turno doveva conservare la sua virtù per l'uomo giusto, respingendo il poco di buono che voleva solo il suo corpo. Ma quella era l'Italia degli anni '60, ci si faceva mandare dalla mamma a prendere il latte per vivere in pace il filarino con il compagno di classe; oggi è legittimo aspettarsi qualcosa di più nella descrizione della nostra nuova società multiculturale, piena di ragazzi e ragazze, immigrati di seconda generazione come Nawal, che in questa opera sembrano figure ipotetiche.

Conclusioni

Se non bocciamo totalmente un prodotto del genere è soprattutto per i due innesti vincenti di Angela Finocchiaro e Vincenzo Salemme, che con i loro vividi personaggi regalano qualche momento di vero divertimento. In uno script troppo irreale per sembrare vero (firmato da Fabio Bonifacci) è proprio la storia d'amore tra il maestro Conti e il simpatico ispettore Amelia Orsetti a risultare la marcia in più in un innocua commedia sentimentale improntata ad una fatua leggerezza. Dato per scontato che il pubblico ami certi film, ci chiediamo se non sia il caso di andare oltre, sfruttando volti e storie riconoscibili, per tentare di raccontare davvero la realtà, prendendo come esempio la profondità delle favole e non solo il loro intreccio. Insomma, è legittimo mangiare il cioccolatino, ma è auspicabile non restare delusi dalla frase scritta nel bigliettino.

Movieplayer.it

2.0/5