Recensione La guerra è dichiarata (2011)

Un argomento triste e penoso che la regista francese trasforma in una sorta di film d'avventura, pieno d'azione, di colori, di tenerezza e di vita, ma soprattutto d'amore, il fulcro intorno a cui ruota tutta la storia.

Ciò che amor vuole amore osa

La guerra è dichiarata, secondo lungometraggio di Valérie Donzelli dopo La reine des pommes è un'esperienza emotiva e visiva da non perdere. L'attrice e regista francese porta sul grande schermo i cinque anni più dolorosi e intensi della sua vita, quelli in cui insieme al compagno Jérémie Elkaïm, co-protagonista e co-sceneggiatore del film, ha lottato con tutte le forze contro il tumore al cervello del loro bambino Gabriel, scoperto dopo una TAC quando aveva solo diciotto mesi.
Nel film Valérie e Jérémie si chiamano Juliette e Roméo e si incontrano per la prima volta in una discoteca. Bastano uno sguardo, un sorriso e qualche parola per far scoccare la scintilla dell'amore, quello con la 'A' maiuscola. Giovani belli, innamorati, felici, pieni di sogni e di speranze per il futuro i due si troveranno ben presto ad affrontare una difficilissima prova senza avere alcuna esperienza in materia. Armati di saggezza e di sana follia i due giovani genitori supereranno le loro paure e troveranno nel loro amore il coraggio di combattere una vera e propria guerra quotidiana contro la malattia del loro piccolo, senza mai perdere di vista il loro obiettivo e le loro promesse reciproche.


Perfettamente bilanciato tra dramma e commedia, il film affronta in modo inconsueto e coinvolgente una materia assai dolorosa raccontando la vicenda personale di due genitori moderni, anticonformisti e tanto innamorati che la vita ha messo di fronte ad una vera e propria battaglia, ad una sorta di maratona in salita in cui si corre per la vita. La paura e il dolore sono grandi, ma i due non hanno tempo di piangersi addosso perchè troppo presi dall'azione, dagli eventi che si succedono velocemente senza dar loro il tempo di riflettere. Ma nonostante tutto Juliette e Roméo trovano il tempo e la voglia di cantare il loro amore reciproco, di dimostrarlo, di continuare a costruirlo, di rafforzarlo. Si sa però che l'amore di coppia necessita di spensieratezza, di energia e di costanza, elementi impossibili da trovare in due genitori che smettono di vivere la loro vita per dedicarla al figlio, per cercare di regalargli quel futuro tanto sognato. Un figlio piccolo che i due si sforzano di non vedere come estensione della loro vita, ma di considerarlo come una persona con una sua individualità, una persona cui dare il proprio sostegno ventiquattro ore al giorno affinché possa combattere per vivere la sua vita.
Un argomento triste e penoso che la regista francese trasforma in una sorta di film d'avventura, pieno d'azione, di colori, di tenerezza e di vita, ma soprattutto d'amore, il fulcro intorno a cui ruota tutta la storia. Juliette e Roméo finiscono così per sentirsi due predestinati, come se un disegno soprannaturale li avesse fatti incontrare proprio per affrontare insieme questa sfida. Mai i due si considerano due persone sfortunate e mai si lasciano sopraffare dal dolore, seppur impreparati per l'occasione sentono di esser stati chiamati ad affrontarla perchè in possesso delle armi giuste per combatterla e vincerla. Anche se il prezzo da pagare per la vita del figlio sarà la fine del loro amore di coppia i due ne usciranno vincenti. Distrutti, ma solidi.

Psichedelico, viscerale, celebrativo e commovente fino alle lacrime, La guerra è dichiarata non punta mai sul pietismo ma anzi è alleggerito da dolcissimi e poetici intarsi musicali che vanno ad intensificare ed amplificare le sensazioni dei due protagonisti, rendendole quasi irreali, fungendo da potente elemento di rottura della tensione. Scritto, interpretato e 'vissuto' al fianco del suo ex-compagno di vita e padre del suo bambino, questo piccolo e meraviglioso gioiello girato con un budget bassissimo ha fatto il giro del mondo partendo da La semaine de la critique dell'ultimo festival di Cannes arrivando fino a rappresentare la Francia ai prossimi Oscar, dove concorrerrà come Miglior film straniero.
La Donzelli si tiene ovviamente per il finale l'immagine più bella, quella in cui la famiglia al completo può finalmente sorridere e senza paura può di nuovo volgere lo sguardo verso il mare, verso l'orizzonte e verso il futuro.

Movieplayer.it

4.0/5