Recensione Cercasi amore per la fine del mondo (2012)

Steve Carell e Keira Knightley appaiono poco incisivi all'interno di una struttura narrativa che rimane perennemente incerta sulla propria natura.

A che ora è la fine del mondo?

Da quando menti più o meno illuminate hanno provato a decifrare il calendario Maya e a prospettare un'eventuale fine del mondo, anche il cinema ha preso molto sul serio l'argomento trasformandolo in una base di partenza per produzioni che, dall'esistenzialista al catastrofico, hanno cercato di raccontare l'avverarsi dell'Armageddon. In queste categorie sono rientrati film diversi tra loro per atmosfere e propositi come 2012 di Roland Emmerich, Melancholia di Lars von Trier e 4:44 Last Day on Earth di Abel Ferrara. Per non parlare di una serie di pellicole ossessionate dal propagarsi di una misteriosa pandemia di cui Contagion di Steven Soderbergh è solamente l'esempio migliore. Certo è, però, che quando questa ossessione della fine imminente riesce a coinvolgere anche un genere al di sopra di ogni sospetto come la commedia a metà strada tra il romanticismo e l'ironia, ci si rende conto di aver valicato ogni limite possibile dell'invenzione narrativa. Tutto nasce da un quesito tanto fondamentale quanto scontato: cosa faresti se ti annunciassero che il mondo ha solo un mese di sopravvivenza e che l'intera umanità è destinata all'estinzione? La sceneggiatrice Lorene Scafaria ha provato a dare una risposta all'interrogativo caratterizzando la sua prima regia con i toni all'apparenza leggeri e sentimentali di un viaggio alla ricerca dell'anima gemella riproponendo, con un certo ritardo sul calendario, la problematica dell'estinzione di massa.


Il risultato è un insieme di personaggi che, di fronte al più definitivo dei countdown, scelgono di fare uso smodato di droghe e cibo, di ravvivare la loro vita sessuale o di indossare in una sola volta ogni gioiello a propria disposizione sfidando il rischio e pericolo di sembrare un'accecante fonte luminescente. Tra tutti loro, però, si differenziano il problematico e afflitto Dodge, appena abbandonato dalla moglie, e la sconclusionata Penny, fedele solo alla sua collezione di dischi in vinile. Il primo in preda a riflessioni sconsolanti sulla sua vita personale e la seconda nel pieno dell'ennesima rottura, si ritrovano quasi per caso a diventare compagni di fuga alla ricerca di un passato più rassicurante con cui affrontare gli ultimi momenti delle loro vite. Inutile dire che durante il tragitto i due imparano a conoscersi fino ad amarsi, scegliendo di abbandonare le aspettative deluse per un futuro più emozionante, anche se a breve scadenza. Ecco, dunque, la struttura di una commedia di difficile catalogazione che, proprio per la sua natura ibrida e per un anacronismo temporale, non può aspirare ad un posto tra le visioni più memorabili.

Oltre alla tematica, che in questi anni ha ormai sfruttato ampiamente il suo potenziale, a rendere il tutto maggiormente indefinito è un cast mal amalgamato capace di mettere insieme sullo schermo la coppia Steve Carell e Keira Knightley. Lui è arrivato al successo grazie alla personificazione comico/demenziale dell'uomo qualunque mentre lei è più abituata ad interpretare eroine tragiche avvolte in pizzi e merletti piuttosto che vestire i panni moderni di una svitata newyorkese. Entrambi, comunque, si mostrano ugualmente poco incisivi all'interno di una struttura narrativa che rimane perennemente incerta sulla propria natura. Perché, nonostante la Scafaria sia un'esperta della scrittura cinematografica ( Nick & Norah: tutto accadde in una notte) il suo Cercasi amore per la fine del mondo soffre di una perenne indecisione che porta il film a viaggiare su toni e atmosfere discontinue alla costante ricerca di una battuta esilarante o di un momento di profonda commozione. Entrambi tardano drammaticamente ad arrivare, perdendosi tra i meandri di un umorismo appena accennato o soffocati da un sentimentalismo troppo stucchevole anche per una commedia romantica. Perché per riuscire a strappare un sorriso, figurarsi una risata, su di un argomento formidabile come la fine del mondo, bisogna essere dotati di un ironia caustica da utilizzare senza riserve evitando viramenti dell'ultima ora verso un dramma che sfalsa completamente le promesse iniziali fatte allo spettatore.

Movieplayer.it

2.0/5