Monsters University, Mike e Sulley tornano con Biggio e Mandelli

Il nostro incontro con Dan Scanlon, Kori Rae, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, rispettivamente regista, produttore e doppiatori del nuovo film d'animazione della Pixar, prequel di Monsters and Co., in uscita italiana il prossimo 21 agosto; 'Altro che separazione, siamo uniti come il personaggio a due teste a cui diamo la voce', dicono in coro 'I soliti idioti'

Sono passati dodici anni dalla loro prima apparizione, eppure James 'Sulley' Sullivan e Mike Wazowski non se ne sono mai andati del tutto dalla memoria e dal cuore del pubblico; Pixar Animation Studios allora ha deciso di cucire su misura per loro un film d'animazione nuovo di zecca, Monsters University, in uscita italiana il prossimo 21 agosto in circa 700 copie, un prequel in cui finalmente scopriamo qualcosa di più sugli anni del college dei due popolarissimi mostriciattoli. Anche i mostri più temuti dai bambini, infatti, hanno avuto un'adolescenza; o per meglio dire, anche loro sono stati giovani e pieni di problemi da risolvere, perché come appurato in Monsters & Co. mettere paura ai piccoli, magari sbucando fuori dall'armadio in piena notte, non si è rivelata attività pienamente soddisfacente; meglio, molto meglio andare d'accordo con quelle personcine simpatiche e complicate, piuttosto che terrorizzarle.
Sotto la guida di John Lasseter, qui produttore esecutivo, Dan Scanlon scrive e dirige una commedia scatenata che esamina gli inizi dell'amicizia di Sulley e Mike, la loro rivalità divenuta pian piano un solidissimo vincolo affettivo. Studente scapestrato il primo, geniale cultore di scienza dello spavento il secondo, si troveranno fianco a fianco in un lungo percorso alla scoperta della propria identità. E con loro tanti nuovi personaggi, una confraternita di sfigati (gli Ohimè Kappa) a cui appartengono Don, un mostro un po' in là con gli anni, ma desideroso di laurearsi, Scott, un giovanotto tempestato di occhi, Art, un peloso mostro new age e una creatura bi-cefala, Terri e Terry, che parla con le voci di Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. Li abbiamo incontrati assieme al regista Dan Scanlon e alla produttrice Kori Rae.

Ci perdoneranno i nostri ospiti stranieri se per primi interpelliamo Biggio e Mandelli, ma abbiamo bisogno di sapere se è vero che la coppia artistica si scioglie... Fabrizio Biggio: Non capisco proprio come escano fuori queste notizie e come si possano legare al fatto che il l'ultimo film sia stato un flop. Nove milioni di euro di incassi sarebbe un flop?
Francesco Mandelli: Dopo il nostro ultimo film avevamo detto che ci saremmo fermati un po' solo per ricaricare le idee, da qui a dire che ci separiamo ce ne corre. E poi da questo omino qui non mi potrei mai separare, anche se non dovessimo lavorare insieme, siamo amici.

Raccontateci qualcosa sulla vostra esperienza di doppiatori... Francesco Mandelli: E' un lavoro molto difficile, molto più che recitare, ma il nostro personaggio era molto simpatico ed è stato super divertente. E poi ci siamo sentiti subito a casa. Non so però se lo farei mai per professione, ci vuole un addestramento particolare, non nego che sarebbe bellissimo fare un cartone animato che abbia come protagonisti Ruggero e Gianluca, magari facciamo una co-produzione americana.
Fabrizio Biggio: Quando ci hanno comunicato che ci volevano per il film ho pianto. Ho adorato Monsters & Co.. che io ritengo una delle commedie più belle degli ultimi anni e sono stato felice che abbiano scelto noi e non I soliti idioti. Fare il doppiatore è molto difficile perché devi dare un'anima al personaggio solo con l'intenzione della voce. Fortunatamente abbiamo avuto un grande direttore del doppiaggio, Carlo Valli, la voce di Robin Williams. Appena apriva bocca sembrava di parlare con lui.

Vi ha dato delle indicazioni precise? Francesco Mandelli: Solo di non fare le vocine. Un cartone animato funziona se ti dimentichi che è un cartone animato e se pensi che i tuoi personaggi siano persone vere.

Quali sono state le difficoltà che avete avuto nel lavorare ad un prequel? Kori Rae: Beh, partivamo da una storia di cui già si sapeva il finale e quando abbiamo avuto l'idea di tornare indietro nel tempo eravamo coscienti del fatto che non dovevamo essere prevedibili. Lo abbiamo tenuto a mente nel corso dello sviluppo della storia e l'abbiamo arricchita con tanti colpi di scena e cambiamenti.
Dan Scanlon: Dovevamo fornire miriadi di informazioni affinché il pubblico sapesse come Mike fosse diventato quello che era. All'inizio avevamo svariate idee riguardanti un prequel, ma nessuna era davvero interessante, quindi il nostro punto fermo era focalizzarci sull'amicizia tra Mike e Sulley. Questo ci ha consentito di tornare indietro nel tempo, studiare quel momento da ogni punto di vista; ci ha permesso di esplorare la vita dei due e di vedere cosa succede quando le cose non vanno come hai sognato, perché sbattere contro un muro può rivelarsi un punto di partenza per andare avanti e fare meglio. Mike non è diventato uno spaventatore, ma il sogno di esserlo lo ha guidato durante tutta la sua giovinezza.

E' un messaggio molto forte questo... Francesco Mandelli: Confesso di essermi commosso quando ho rivisto il film, perché mi sono identificato in Mike, uno a cui tutti dicono che non potrà mai diventare quello che sogna di essere. E più ti dicono così e più ce la fai.
Fabrizio Biggio: Questo è un film davvero per tutta la famiglia, con delle trovate geniali, l'ho visto con mia figlia di quattro anni e abbiamo riso tutt'e due, magari in momenti diversi. E poi i miei figli sono sempre felici quando li spavento, si divertono un mondo, mi chiedono sempre di fare il mostro.

Doppiare un film della Disney-Pixar è sempre un fiore all'occhiello nella vita di un artista. Che momento è della vostra carriera, vi pesa sopportare questo grande successo di pubblico? Francesco Mandelli: Non ci arrovelliamo troppo su questioni del genere, siamo ancora guidati dall'incoscienza, facciamo quello che sappiamo fare senza paranoie. Perderemmo freschezza altrimenti. Abbiamo fatto due film in poco tempo, ma la nostra vera essenza è racchiusa nelle quattro stagioni della serie I soliti idioti. I film erano l'ideale completamento di un fenomeno che ci è scoppiato tra le mani. Fare un film però è una cosa seria, se hai qualcosa da dire bene, sennò possiamo stare zitti e non succede niente, non siamo certo noi a perdere il giro. Abbiamo il teatro, siamo pronti con cinque date estive del nostro tour teatrale, la gente reagisce sempre bene.

Dan, ti sei ispirato ai college movie per ricreare l'atmosfera del campus o hai attinto anche dalla tua esperienza personale? Dan Scanlon: Entrambe le cose. Abbiamo visto tutti i film ambientati in un college e abbiamo notato che erano collocati negli anni '80. Allora abbiamo dato anche noi un tocco di eighties ; ma sono tornato anche ai miei anni al campus. Quando Mike mette piede per la prima volta alla MU è intimidito e comincia a prendere coscienza che la vita e la realizzazione dei propri sogni siano più difficili di quanto pensi.

Qual è stato il mostro più difficile da creare e quello più buffo? Kori Rae: Il più complicato è stato senz'altro il rettore dell'Università, Tritamarmo, lei doveva essere lo spaventatore più mostruoso e doveva intimidire risultando credibile e in linea con il suo ruolo e la cosa è riuscita perfettamente.
Dan Scanlon: Il più buffo invece è Art. Ti fa pensare alle persone strane, a quelle che non seguono una logica in quello che fanno quello e dicono. E per fargli fare il movimento più strano c'è stata una gara tra disegnatori.

In ogni caso non sono mostri eccessivamente spaventosi... Dan Scanlon: Esatto, non volevamo qualcosa che fosse eccessivo, anzi. Abbiamo mantenuto il loro color caramella, quasi come se a disegnarli fosse stato proprio un bambino. Poi, grazie alla tecnologia che è cambiata tantissimo rispetto al film precedente, siamo riusciti ad arricchirli in maniera sontuosa, pur mantenendo inalterato il loro aspetto familiare.