Dei Transformers è l'avventura col signor di Bonaventura

Il produttore di alcuni dei più imponenti blockbuster degli ultimi decenni, si è offerto con disponibilità a un incontro con la stampa italiana, interamente dedicato all'atteso terzo capitolo dei Transformers.

Il Signor Bonaventura i milioni li trovava grazie alla sua proverbiale buona sorte. Il signor Lorenzo di Bonaventura, invece, ha fatto fortuna per merito del suo fiuto commerciale di produttore cinematografico. Il riferimento allo storico personaggio del Corriere dei Piccoli è forse un po' troppo scontato, ma inevitabile: del resto la giovialità e il buon umore dimostrati dal producer Lorenzo (che tradisce immediatamente le sue origini italiane) durante la tavola rotonda svoltasi con i giornalisti, giustificano l'esordio un po' scanzonato di questo articolo. In realtà l'attività di Lorenzo di Bonaventura meriterebbe di essere presa in serissima considerazione: prima come executive per la Warner Bros. e poi come fondatore della sua casa di produzione, la Bonaventura Pictures, è stato tra i responsabili di alcuni dei maggiori successi commerciali dell'ultima decade, da Matrix a Harry Potter, fino ai più recenti 1408, Salt, Red, oltre che naturalmente alla saga cinematografica dei Transformers. E la chiacchierata tenutasi con di Bonaventura non poteva che essere interamente incentrata sull'atteso terzo capitolo dedicato ai robot giganti targati Hasbro, Transformers 3, in uscita il 29 giugno, che vede questa volta il regista Michael Bay misurarsi con una nuova sfida, quella della terza dimensione. Si tratta di un'innovazione tecnologica cui ha dimostrato di credere senza riserve anche il produttore, che però ha raccontato nei dettagli anche tutte le difficoltà di carattere economico e pratico che questa tecnica, ancora avveniristica, comporta.

Nonostante il successo commerciale di Transformers - La vendetta del caduto, il film è stato anche bersagliato da diverse critiche, molte delle quali condivise dallo stesso regista Michael Bay, che aveva persino inizialmente dichiarato di non essere interessato a dirigere un terzo capitolo della saga. Cosa gli ha fatto cambiare idea a suo parere? Lorenzo di Bonaventura: La principale causa che ha influito negativamente sul secondo episodio di Transformers è stato lo sciopero degli sceneggiatori. Le riprese del film sono partite tra aprile e maggio, ma il copione non è stato pronto prima di febbraio - marzo. La sceneggiatura è stata realizzata davvero in poco tempo e dunque si è focalizzata soprattutto su una trama semplice, rinunciando all'approfondimento dei personaggi. Ritengo che questa sia la più grave lacuna di Transformers - La vendetta del caduto. Bay era ben consapevole di questi limiti e ha voluto cimentarsi di nuovo alla regia del terzo capitolo della serie proprio perché è un perfezionista, continuamente interessato a migliorarsi.

Proprio oggi su Internet è circolata la notizia che la saga di Transformers è tutt'altro che conclusa, e che addirittura lo stesso Steven Spielberg sarebbe desideroso di mettersi dietro la macchina da presa di un eventuale quarto capitolo...
Si tratta solo di un pettegolezzo. Non mi è mai giunta una voce del genere. Spielberg non calpesterebbe mai i piedi a Michael Bay, ma accetterebbe la direzione di un eventuale quarto episodio solo qualora fosse lo stesso regista a volersi mettere da parte per dedicarsi a qualcosa di nuovo.

Per la realizzazione di Transformers 3 la produzione ha dovuto far fronte a nuove difficoltà tecniche, dovute in primo luogo all'impiego delle nuove apparecchiature stereoscopiche.
Girare un film in 3D è qualcosa di completamente diverso rispetto alle normali produzioni cui siamo abituati. Prima di iniziare la lavorazione vera e propria Bay ha testato per diversi giorni le macchine da presa stereoscopiche in vari tipi di situazioni - inseguimenti, personaggi che si avvicinano rapidamente, ecc - con lo scopo di analizzarne le potenzialità e i limiti. Nonostante ci siano ancora delle limitazioni - ad esempio non è possibile posizionare la macchina 3D all'interno di un'automobile - credo che saranno ben presto superate. Anche Bay si è accorto delle incredibili potenzialità che fornisce questa nuova tecnologia, che consente al regista di lavorare sullo spazio e di plasmare l'inquadratura dal punto di vista della profondità.

Quali sono state le maggiori difficoltà produttive riscontrate?
A dire il vero penso che sia risultata più problematica la post-produzione rispetto alla produzione, anche perché il film contiene numerosissimi effetti in computer grafica e perché è stato necessario amalgamare le riprese effettuate in 2D con quelle in 3D. Per risolvere questi problemi abbiamo lavorato fin dall'inizio in parallelo tra produzione e post-produzione, con l'obiettivo di ridurre il più possibile i tempi di realizzazione finali. James Cameron ci ha messo alcuni anni per completare Avatar; noi siamo riusciti a terminare la lavorazione in 22 mesi...

Sinceramente, quanto pensa che durerà la moda del 3D, visti anche alcuni flop ai botteghini di numerosi titoli negli ultimi mesi?
I film in terza dimensione avranno successo soltanto se il 3D è realizzato in maniera autentica, ovvero se viene impiegata realmente la tecnologia tridimensionale durante le riprese con lo scopo di conferire una vera profondità alle immagini, proprio come nel caso di Avatar. Proprio per questo abbiamo voluto che la tecnologia tridimensionale impiegata in Transformers 3 fosse la migliore di tutte quelle venute dopo il capolavoro di James Cameron. Proprio perché il pubblico è stato disaffezionato ultimamente da produzioni di scarso livello, eravamo tutti convinti che in questo caso il 3D dovesse essere perfetto, e quindi siamo grati al fatto che la Paramount Pictures ci abbia aiutato a sostenere gli elevati costi per l'acquisizione della tecnologia necessaria.

In termini di costi, quanto è necessario investire di più per una produzione stereoscopica, rispetto a una tradizionale?
Se il 3D è autentico, l'investimento è notevole, si parla almeno di 30 milioni di dollari. Ma non si tratta di certo della voce più alta in termini di costi per un grosso blockbuster. Vi garantisco che il problema maggiore, in termini di spesa, quando si realizzano dei sequel è che tutto il cast che ha fatto parte del film precedente chiede un aumento dello stipendio! Le paghe del personale costituiscono almeno il 60% dei costi produttivi...

Michael Bay ha dichiarato di essere poco entusiasta di dirigere un film in tre dimensioni, proprio perché le apparecchiature stereoscopiche limitano il suo stile di regia, ipercinetico e ricco di movimenti di macchina. Che cosa lo ha convinto ad accettare questa nuova sfida?
In effetti Bay è un fan del cinema vecchia maniera. Ci è voluto un bel po' prima che si convincesse ad abbracciare l'avventura del 3D, ed è stato necessario il coinvolgimento personale di James Cameron. Il problema principale è che Avatar impiegava questa tecnologia in un universo totalmente di fantasia, mentre Bay era interessato a sfruttare la terza dimensione nel mondo reale. Tuttavia, dopo i primi esperimenti con la macchina da presa stereoscopica, è rimasto sbalordito dalle possibilità che può offrire la nuova tecnologia in termini di resa spaziale e plastica delle inquadrature. In questo film si sperimentano per la prima volta anche nuove soluzioni tecniche: ad esempio abbiamo installato una videocamera 3D sugli elmetti degli uomini uccello, realizzando delle sequenze di salto nel vuoto e di volo davvero sbalorditive.

A quanto pare in questo terzo capitolo non saranno presenti alcuni personaggi come i Dinobots o i Controversial Twins, che non sono stati molto graditi dai fan. Temevate una sorta di "effetto Jar Jar Binks"?
La cosa più importante, quando si inserisce un determinato personaggio nel film, è che sia funzionale all'intreccio. Nonostante ciò la produzione ascolta i suggerimenti e i consigli dei fan, e dunque si cerca anche di esaudire le loro aspettative. A volte, però, può capitare che un determinato personaggio finisce con l'assumere un ruolo rilevante all'interno della storia, oppure acquisti una propria autonomia e profondità, che lo differenzia anche dalla serie originale.

Nella serie di Transformers compaiono numerosi marchi automobilistici prestigiosi, dalla Chevrolet alla Ferrari. Sono stati presi degli accordi con le case automobilistiche? Ritiene che l'apparizione nel film possa conferire una visibilità maggiore ai veicoli?
Nei film compaiono numerosi modelli diversi di automobili. Per forza di cose è necessario stabilire degli accordi con le case produttrici di veicoli per ottenere l'autorizzazione del marchio. Tutto ciò naturalmente conferisce una notevole visibilità alle società di automobili, ma posso garantire che non sono state mai inserite delle auto che non avessero un significato all'interno della storia.

Lei è un appassionato di automobili?
Vi dico solo che ho chiamato mio figlio Enzo in omaggio a Enzo Ferrari.... Tra le mie vetture preferite ci sono senza dubbio proprio le Ferrari, anche se devo dire che da ragazzo il modello che ha attirato per prima la mia attenzione è stata la Jaguar XK-E.