Da Brokeback Mountain a oggi: il percorso 'in salita' del cinema gay

La love story dei protagonisti del film di Ang Lee ha reso più accessibili gli schermi mainstream ad altri personaggi gay come Harvey Milk, interpretato da Sean Penn. Ma le difficoltà distributive incontrate da 'I Love You, Phillip Morris', lasciano pensare che il cinema gay dovrà affrontare una strada ancora lunga e tortuosa.

Cinque anni fa, quando Ang Lee annunciò che avrebbe diretto un film ispirato ad un racconto di E. Annie Proulx, incentrato sulla storia d'amore tra due cowboy ambientata tra le suggestive e solitarie montagne dello Wyoming, pochi avrebbero detto che il film avrebbe ottenuto consensi al di fuori della comunità omosessuale o della ristretta cerchia della critica cinematografica, e invece I segreti di Brokeback Mountain si è rivelato poi uno dei film più belli del regista cinese, oltre che una delle pellicole più influenti degli ultimi anni. Un trionfo che si deve sicuramente al modo in cui è narrata la disperata storia d'amore tra i due protagonisti, priva degli eccessi di certa cinematografia queer, eppur così ricca dal punto di vista emotivo da poter essere messa sullo stesso piano di qualsiasi altra grande love story di quelle che hanno fatto la storia del cinema, ma anche al coraggio dei due protagonisti, Jake Gyllenhaal ed Heath Ledger, che hanno interpretato i loro ruoli senza tirarsi indietro, nonostante la loro grande popolarità presso il grande pubblico. La tragica scomparsa di Ledger poi, ha fatto il resto, trascinando fuori dal contesto cinematografico il dramma vissuto dall'attore australiano sul grande schermo, come se la disperazione di Ennis Del Mar fosse un cupo riflesso di quella che si suppone possa aver spinto Ledger al suicidio.

Da allora, il cinema mainstream sembra essersi reso più disponibile a raccontare le storie di personaggi gay senza confinarle necessariamente nell'ambito dei circuiti festivalieri o di una distribuzione silenziosa e riservata a poche sale, tanto che dopo Ledger e Gyllenhaal, altre star hanno deciso con più facilità di mettersi in gioco con ruoli gay credibili, umani, e non necessariamente macchiettistici, solitamente riservati a interpreti più coraggiosi, ma indiscutibilmente meno legati alle logiche di mercato. Dopo la storia di Ennis e Jack, ambientata nei primi anni '60, sul grande schermo è arrivata quella di Harvey Milk, il primo politico americano che si fece portavoce per la comunità gay arrivando a sacrificarsi pur di far sentire la propria voce, e quella di tante persone costrette dalla società a vivere nella vergogna e nel timore di essere sé stesse. A interpretare il protagonista, nel film di Gus Van Sant, c'è un'attore di talento come Sean Penn, e l'opinione pubblica si stupisce che un "macho" come lui possa aver accettato un ruolo simile; eppure la star di Mystic River offre un'interpretazione perfetta ed equilibrata - senza machismi forzati e poco credibili o i gridolini alla Piume di struzzo - che gli vale un Oscar e il consenso di pubblico e critica.

Tuttavia se Milk riesce a essere accolto da un pubblico più ampio e aperto, che già ha apprezzato altre prove del regista americano come Belli e dannati, il discorso cambia quando si tratta di star come Ewan McGregor e Jim Carrey, in particolare il secondo, più legato a grosse produzioni di cassetta come Ace Ventura e le altre commedie in cui ha avuto modo sfoggiare la sua strampalata verve comica. Lo scorso anno i due attori hanno accettato di interpretare due compagni di cella innamorati pazzamente l'uno dell'altro in I Love You Phillip Morris, un film di Glenn Ficarra e John Requa, del quale è stato già diffuso un divertentissimo trailer, ma che al momento sembra avere grosse difficoltà distributive. Stando a quanto riportato dai media infatti, i produttori si sarebbero convinti a rivedere il montaggio del film - e quindi a operare alcuni tagli - per renderlo più accessibile al pubblico americano.
Nel film, Carrey interpreta un ex-poliziotto, padre di famiglia, che si scopre omosessuale e quando si ritrova in carcere per truffa, incontra il grande amore della sua vita, interpretato da McGregor, e non esita a escogitare strampalate quanto geniali evasioni, pur di ricongiungersi a lui, quando verrà scarcerato.

Da questo si evince quindi che la strada verso l'accettazione di una storia d'amore gay - e la partecipazione emotiva del pubblico ad essa - è ancora una strada in salita per quanto riguarda i prodotti e le star che si rivolgono ad un pubblico più ampio ma ancora troppo chiuso. L'America non ha ancora la disinvoltura della Spagna zapaterista, miraggio della comunità omosessuale che sogna un'accettazione definitiva e completa e sforna pellicole come Reinas o più recentemente Fuori menù, (nelle sale a fine aprile) una commedia con Javier Camara - già abituato a ruoli gay sotto la regia di Almodovar - nella parte di uno chef di prestigio alle prese con un attraente vicino di casa e la comparsa dei suoi figli, avuti da un precedente matrimonio di facciata.
Anche l'Italia, in questo senso, non è da meno - e d'altra parte il nostro paese è eternamente tenuto a freno dall'influenza del Vaticano sull'opinione pubblica e la politica, oggi forse ancor di più rispetto a qualche anno fa, quando la tv pubblica decideva di mandare in onda un film come Il sapore del grano, che adesso sarebbe assolutamente inconcepibile. Persino una pellicola come Diverso da chi? - interpretata da Luca Argentero al suo secondo ruolo gay dopo Saturno Contro - riesce a dribblare le logiche di mercato raccontando di fatto la movimentata storia d'amore tra un uomo (gay) e una donna.

Molto più libera e coraggiosa, in tal senso è la tv via cavo americana, come il network Showtime, che ha firmato serial seguitissimi e di lungo corso come The L Word, Queer as Folk, e si prepara - stando a quanto annunciato nei mesi scorsi - a portare sul piccolo schermo la storia di un supereroe gay ideato dal papà di Spider-Man, Stan Lee, e ispirato alla sua graphic novel, Hero.
Da Brokeback Mountain però, la strada si rivela ancora tutta in salita e piena di ostacoli, a meno che il destino non metta ancora una volta dietro la machina da presa un autore intelligente come Ang Lee, e interpreti coraggiosi come Gyllenhaal, Ledger o Penn, ma soprattutto un pubblico disponibile a lasciarsi coinvolgere da una storia d'amore uguale a tante altre, disperata, intensa anche tragica, ma straordinariamente normale.