Con l'anno nuovo e Un boss in salotto si inaugura la 'cinepastiera'

Dopo il successo ottenuto l'anno scorso con La migliore offerta, Warner Bros e Cattleya puntano ancora su un'uscita post natalizia con cui lanciare la commedia popolare di Miniero interpretata da Paola Cortellesi, Luca Argentero e Rocco Papaleo. Ecco regista e cast in conferenza stampa.

Nella vita personale e artistica di Luca Miniero il sud non può mancare. Un elemento che prende chiaramente spunto dalle origini napoletane del regista e che ha caratterizzato tutto il suo cinema. Così, dal geniale Incantesimo napoletano, girato con Paolo Genovesi, ai successi di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, Miniero ha costruito uno stile basato sull'eterna e sempre viva diatriba tra "nordisti" e "sudisti". Uno spunto tematico da cui non sfugge nemmeno Un boss in salotto, la nuova commedia del regista che, uscendo in sala il 1 gennaio con 450 copie, prolunga la stagione del cinema natalizio. Al centro della vicenda ambientata in un piccolo centro del Trentino c'è Cristina, donna apparentemente perfetta impegnata ogni giorno a motivare la sua famiglia inappuntabile dove non sono previsti punti deboli o insuccessi. Peccato, però, che tanta ansia di affermazione nasconda un segreto inconfessabile. Infatti, nonostante l'accento nordico e un amore smodato per i canederli, in Cristina batte il cuore della partenopea Carmela. A riportare a galla le sue origini nascoste anche al pacifico e sempre ben istruito marito Michele, è l'arrivo inaspettato del fratello Ciro, accusato di concussione con la camorra e consegnato alla sorella per scontare gli arresti domiciliari. Da quel momento nulla sarà più come prima e questa smoke-free family dovrà affrontare i vantaggi e svantaggi di avere contro ogni aspettativa... un boss in salotto. A presentare il film, prodotto da Cattleya e Warner Bros sono il regista e il cast formato da Paola Cortellesi, Luca Argentero e Rocco Papaleo.

A differenza delle altre commedie il film esce in sala il primo gennaio fuori dalle date classiche delle feste. Da cosa nasce questa scelta? Nicola Maccanico: È una data che abbiamo inaugurato l'anno scorso con il film di Tornatore La migliore offerta e che ci ha portato fortuna con dieci milioni di euro. Per questo abbiamo pensato che fosse il momento giusto per lanciare anche una commedia popolare. Inoltre quella di Natale è una data troppo forte in cui c'è una congestione eccessiva per riuscire a ottenere attenzione.
Riccardo Tozzi: Credo che Un boss in salotto sia una commedia diversa, capace di discostarsi dalla maggior parte della tendenza. Quindi ci sembrava centrato che non uscisse con gli altri prodotti natalizi.
Luca Miniero: Per quanto mi riguarda tutte e due le date mi sembravano ottime. È il periodo tradizionale in cui le persone vanno di più al cinema. Però i registi pensano a realizzare un film che funzioni e non determinano in nessun modo la distribuzione.

Avete parlato di commedia nuova. In cosa consiste questa innovazione, forse nella mancanza di volgarità?
Iniziamo col dire che io sono la persona meno indicata per parlare del mio lavoro. Ognuno di noi fa il film che sente senza preoccuparsi degli incassi e credo che il 90% di questo film sia il cast capace di comunicare ad un pubblico non necessariamente casuale o popolare. La parte che preferisco è il grande assortimento sia nei ruoli principali che in quelli secondari. Normalmente gli interpreti non vengono scelti con l'attenzione al film ma per quanto appeal hanno sulla stampa. In questo caso, poi, i due elementi combaciano.

Miniero, lei è napoletano e fino ad ora ha concentrato la sua attenzione su storie di confronto e contrasto tra nord e sud. Crede che questo dualismo sia ancora così sentito?
Qui il conflitto è sullo sfondo. I vizi del sud vengono estesi anche al nord e ci concentriamo su un certo atteggiamento rintracciabile ovunque e in grado di favorire l'ascesa del nostro boss. Inoltre abbiamo evidenziato un'accondiscendenza da parte del nord e il rifiuto delle proprie origini da parte di chi emigra. Per concludere a me piacciono le storie non globalizzate e l'Italia ne offre molte con le sue particolarità.

Come è caduta la scelta su Rocco Papaleo?
Rocco sembrava adatto al film per mille motivi. Credo che lui rappresenti una perfetta sintesi del sud e io cercavo delle espressioni non tipiche o non consuete. Posso capire, però, che il finale un po' conservatore possa disturbare. In modo particolare il messaggio che la salvezza sia nel privato della famiglia.

Non crede, però, di aver inserito una certa comicità da cinepanettone utile a strappare una risata in più?
Mi interessa molto la commedia popolare che si appoggia su una risata in più ed è una scelta comica piuttosto commerciale.
Rocco Papaleo: Ogni regista sceglie il tono che più gli interessa esprimere. Il punto non è l'incasso, io ad esempio mi concentro sull'essere un buon intrattenitore. Sono stato programmato per questo. Poi, quando si deve fare qualcosa di "spinto", sempre con la grazia che riconosco a Miniero, divento un veicolo a disposizione del regista. E non mi dispiace essere un po' largo e infantile nel risultato.

Signora Cortellesi, come si è confrontata con il suo personaggio? Paola Cortellesi: Diciamo che non l'ho stimato ne condiviso le sue scelte ma come ti insegnano in accademia è proprio in questo caso che devi innamorarti di lui. Mi ha intrigato confrontarmi con una persona che si nasconde e si crea una realtà parallela. Cristina/Carmela è una donna chiaramente fastidiosa e questo mi ha divertito. inoltre è stato stimolante il lavoro svolto sul dialetto. Per lei avevamo scelto un accento generico del nord est, mentre il passaggio al napoletano è stato più difficile. ìi non puoi sbagliare perché la sonorità partenopea appartiene alla cultura generale.
Luca Miniero: Non per lavarmi le mani, ma Paola ha contribuito molto alla struttura del personaggio lavorando con me fin dalla sceneggiatura. Quindi se non vi è piaciuto prendetevela con lei!