Bryan Singer, re dei Giganti

Bryan Singer abbandona momentaneamente i mutanti per debuttare al cinema con una favola 3D, Il cacciatore di giganti, il viaggio fantastico di un eroe fuori dal comune. Lo abbiamo incontrato a Londra.

Il regista de I soliti sospetti e di X-Men Bryan Singer ha la capacità d'imprimere su pellicola il frutto di una sconfinata immaginazione. A metà tra abile prestigiatore e genitore apprensivo: così si presenta a Londra per raccontare alla stampa di tutto il mondo Il cacciatore di giganti (in sala anche in 3D dal 28 marzo per Warner Bros.), il suo nuovo viaggio nel mondo degli eroi ispirato alla favola di Jack e il fagiolo magico.
Ogni papà-artista, però, davanti alla propria creatura reagisce in maniera diversa. In J.J. Abrams si nota soprattutto l'emotività da fan mentre Guillermo Del Toro trasmette lo stupore tipico dei bambini. Bryan Singer, invece, mantiene un lucido distacco ma senza nascondere il moto di orgoglio che l'"ultimo nato" suscita in lui.
Al bando la celebrazione spudorata e l'euforia: anche se la storia porterà il pubblico a toccare letteralmente il cielo con un dito per scoprire l'universo dei giganti, il regista sa mantenere i piedi per terra, in attesa che sia il box office a premiare le avventure di Jack, realizzate con un budget di quasi 200 milioni di dollari.

Quale rapporto speciale ti lega a Il cacciatore di giganti? Bryan Singer: Amo questo progetto per vari motivi, innanzitutto perché ha segnato una varie di "prime volte" nella mia carriera: non mi ero mai avventurato a dirigere una favola prima d'ora né mi ero lanciato nel mondo del 3D. E poi ho sentito il fortissimo desiderio di dar vita su grande schermo a personaggi epici del calibro di Gollum, King Kong o i Na'vi di Avatar.

Jack vuole salvare il mondo, a qualunque costo. Per lei cosa rappresenta questo personaggio?
Jack insegna e dimostra che si può cambiare il mondo, che in effetti alcuni pregiudizi e alcune barriere possono essere abbattuti, come fa lui che affronta i problemi dovuti alle classi sociali.
(SPOILER ALERT- Non leggere qui di seguito se si vogliono evitare significative anticipazioni sulla trama del film!) Al pubblico che vedrà il film in sala non sfuggirà una scelta piuttosto "singolare". Ha deciso di non dare la corona magica alla principessa Isabelle, vera erede al trono, ma di passarla a Jack, che in effetti è un contadino. Perché?
Isabelle ha il sangue blu, ma non è la protagonista di questa favola, quindi la corona spetta a Jack che in questo modo viene premiato per il suo coraggio.

È una coincidenza che abbia già lavorato con il protagonista, Nicholas Hoult, in X-Men: l'inizio e lo ritroverà sul set di X-Men: giorni di un futuro passato?
Ho scelto Nicholas con il solito processo di casting, ma conosco la sua enorme professionalità e il suo enorme talento per esperienza diretta. Era il più adatto al ruolo di Jack tra tutti gli attori che ho visionato, nonostante mi avessero chiesto un artista americano e mainstream ho voluto lui ad ogni costo. Secondo me l'attenzione del pubblico deve essere totalmente catalizzata dai giganti (ovviamente senza creare alcuno shock o incubo nei bambini) ma non serve una star a rubare loro la scena. Hoult ha la vulnerabilità giusta, che mi ricorda un po' James Stewart.

Tornando a Il cacciatore di giganti: il finale sembra piuttosto aperto. Ha già in mente un sequel?
Ancora non si sa, ma una cosa è certa: di idee per una nuova storia ne ho a tonnellate!

Qual è la sua idea di eroe?
Nella mia visione è più difficile entrare in sintonia con i personaggi virtuosi, come Clark Kent in Superman Returns. Preferisco quelli problematici come Jack o gli X-Men che devono lottare per diventare eroi: non lo sono già per nascita.

Accetterebbe di dirigere uno dei prossimi film di Star Wars?
Se fosse un progetto speciale e giusto per me lo accetterei, ma è davvero complicato irrompere nel franchise di altri, soprattutto perché non è "il tuo cast", non hai scelto tu quegli attori e devi costantemente adattarti a meno che, com'è successo nel caso di Harry Potter, non porti la tua visione nella saga.

In passato si è preso comunque "una pausa" da una tua saga, quella dei mutanti. Come mai?
È successo per X-Men: conflitto finale che per X-Men - Le origini: Wolverine. Nel primo caso quando l'ho visto al PC molto prima che fosse ultimato il film ho provato una sensazione stranissima, ero emotivamente sotto sopra. Poi sono andato al Teatro Cinese a Los Angeles a rivederlo, indossando un cappello da baseball e sedendomi nelle ultime file per non essere riconosciuto, ma sono stato "stanato" lo stesso dal regista Brett Ratner. Mi ha chiesto cosa ne pensassi e anche se io non l'avrei girato così ammetto che, ad esempio, il personaggio di Ellen Page, Kitty Pride/Shadowcat, mi è piaciuto a tal punto da portarlo con me in X-Men: giorni di un futuro passato.

Come si sta preparando al ritorno sul set degli X-Men?
Di solito non rivedo mai i miei film, ma ho fatto un'eccezione per questa volta e mi sono concesso da poco una maratona di tutta la saga. E chissà che non ripeta l'esperienza del 3D!

Qual è l'idea di X-Men: giorni di un futuro passato?
Il film ruoterà attorno al concetto di destino, ma non lo definirei proprio un viaggio nel tempo. Parte da una serie di domande come: Cos'hai fatto da giovane che ti ha reso quello che sei oggi? Potendo cambiare il tuo futuro cosa modificheresti? L'idea è quello di portare l'universo X-Men ad un livello successivo, più cool e divertente, con maggiore attenzione sui personaggi.

Dopo tutti questi film sugli eroi è pronto a dare una svolta diversa alla sua carriera?
Sto pensando sul serio di dirigere un horror come L'esorcista, purché non si tratti di un remake. Vorrei esplorare il concetto di paura ma non necessariamente con scene splatter o piene di sangue: preferisco un thriller psicologico o, perché no? Magico e sovrannaturale. Non ci sarebbe nulla di più divertente!

È in arrivo anche un comic book?
Era già previsto ai tempi del film ma non si è mai realizzato, ora ho in mente un'idea migliore e per realizzarla aspetto solo l'approvazione della Marvel.

Cosa ne pensa de L'uomo d'acciaio? Ha qualche rimpianto?
Nessuno mi ha chiesto un parere durante la produzione e in effetti per me sarebbe strano tornare sui miei passi, comunque sono d'accordo con la scelta di Henry Cavill perchè lo stimo molto come artista e mi piace l'idea che il personaggio di Superman sia più umano e più dark al tempo stesso. Devo dire che l'immagine del suo pugno che fa tremare la Terra è davvero ad effetto.

Il suo Superman ha tra gli estimatori anche personaggi del calibro di Quentin Tarantino!
Sì, lui è particolarmente appassionato a Superman e soprattutto a Lois Lane. Non ho letto la sua famosa recensione ma abbiamo parlato a lungo di questo eroe.

Si ritorna, allora, all'idea di supereroe dark?
Io tifo sempre per i supereroi dark e fragili. Prendiamo ad esempio 007: per me Skyfall è il migliore tra i film di questo filone, ovviamente senza paragonarlo a quelli del passato. Al tempo stesso, però, mi piace che questi personaggi abbiano uno spiccato senso dell'umorismo, quindi nel prossimo X-Men non giocherò affatto sul lato oscuro, anche se tratterò la storia in maniera seria. E anche i nonni vorranno andare con i nipotini al cinema a vederlo.