Recensione Winter Vacation (2010)

Di fatto in Winter Vacation non accade mai nulla, ma i lunghi piani d'ambientazione che fotografano il desolato paesaggio invernale cinese sono intervallati da fulminanti sipiarietti familiari.

A Natale in città non succede mai niente

Nonsense in salsa cinese. Winter Vacation è una delle pellicole più originali apparse negli ultimi anni nel panorama festivaliero internazionale. Lontana dagli eccessi folli e trash di certa cinematografia orientale (soprattutto coreana), l'opera diretta dal cinese Li Hongqui è una pellicola ironica e delicata dominata dall'immobilità. Di fatto non accade mai nulla, ma i lunghi piani d'ambientazione che fotografano il desolato paesaggio invernale cinese sono intervallati da fulminanti sipiarietti familiari. Nel film, dove non esiste un vero protagonista, si segue l'indolente convivio di quattro amici che, in un paesino nel nord della Cina, trascorrono placidamente l'ultimo giorno delle vacanze invernali discorrendo degli argomenti più disparati. E' importante la scuola? Quanto vale l'educazione scolastica nella vita reale? L'amore adolescenziale può interferire con gli studi? Nel frattempo il fratellino di uno dei quattro amici battibecca con il nonno che non lo vuol far uscire a giocare da solo e sogna di diventare orfano per poter finalmente fare ciò che vuole.

Lo humor rarefatto e fulminante dei dialoghi intrisi di poesia e fitti di velati riferimenti politici ha spinto la critica a paragonare le scene (apparentemente) slegate che compongono il film alle strisce umoristiche che appaiono sui giornali, in particolare agli irresistibili Peanuts, che però, in Cina, non sembrano essere troppo conosciuti. La fissità che caratterizza la recitazione dei personaggi e il trionfo del nonsense verbale ricordano a tratti molto teatro dell'assurdo, da Beckett a Ionesco fino ad arrivare agli esperimenti del giovane regista italiano Massimiliano Civica.
Alla fissità fisica corrisponde un'inanità mentale, un'assenza di valori, energia e speranze. Il compito a casa assegnato da una maestra, quello di scrivere un tema in cui si spiega cosa si vuol fare da grandi per essere utili alla società, rimarrà senza risposta. Le riflessioni dei quattro amici si affastellano l'una sull'altra senza approdare a nessuna certezza. I matrimoni finiscono, le famiglie si sfaldano, gli amori giovanili vengono fagocitati dal senso del dovere. Persino i bulli hanno mano libera, perché manca l'energia necessaria a porre un freno alla prepotenza, o forse dipende tutto dalla consapevolezza che, nonostante gli sforzi, difficilmente le cose possano cambiare? Precocemente nichilista il giovane Li Hongqui, ma non per questo privo di sense of humor.

Movieplayer.it

3.0/5