Kung Fu Panda 2: panda-monio a Taormina con Jack Black

Abbiamo incontrato a Taormina il doppiatore protagonista del sequel di Kung Fu Panda e i produttori e la regista del film.

Un gigantesco panda di peluche si aggira per l'hotel Timeo di Taormina, posando allegramente accanto a un carretto siciliano. E' Po, approdato al Taormina Film Fest per presentare il film di apertura di cui è indiscusso protagonista: Kung fu Panda 2. Questa la divertente trovata della Universal Pictures, che porta i primi talents alla kermesse siciliana: il produttore e co-fondatore dei DreamWorks Animation Studios Jeffrey Katzenberg, la regista Jennifer Yuh, la produttrice Melissa Cobb e poi lui, Jack Black, che nel pomeriggio si esibisce in una strepitosa performance sul palco, intonando a squarciagola, tra gli altri, un memorabile Gloria in excelsis deo di fronte all'attonita direttrice del festival Deborah Young. L'occasione è un incontro con gli studenti del Campus Taormina, che ha seguito quello con i giornalisti in cui Black, invece di cantare, disegna dei panda sorridenti: "Sono un artista, molti non sanno di questi miei disegni: ci sono troppi lati di Jack Black che non conoscete!".

Quali altri lati di sé ha avuto modo di esplorare, grazie al sequel di Kung Fu Panda? Jack Black: Tanti, quando gli autori mi hanno parlato dell'idea di questo sequel i temi mi sono parsi subito interessanti. Esplorando le nuove parti, sempre più complesse, della personalità di Po ho potuto mettere in mostra tutte le mie capacità di attore: lui è la mia creatura, non gli presto soltanto la voce, lo sento come un personaggio mio in tutti i suoi aspetti.

Cosa sente di avere in comune con lui? Jack Black: Po è come un ragazzino con una grande passione per il kung fu, ha i suoi eroi che vuole emulare. Io anche da bambino avevo miei eroi di fumetti e avventure, le mie rockstar e i miei attori comici del cuore. Insomma, siamo tutti e due dei veri nerd: a proposito, colgo l'occasione per lanciare un appello. Noi sfigati dobbiamo stare insieme: nerd di tutto il mondo, unitevi! E poi io sono il più bello di tutti i personaggi di cartoni animati, ecco, l'ho detto.

Dica la verità, quanto si diverte a doppiare? Jack Black: Moltissimo, trovo che sia importante per un attore potersi concentrare solo su un aspetto della performance, tipo la voce. Magari la prossima volta vedrò di usare solo il cervello, o solo il corpo, chissà. Comunque è sempre lo stesso mestiere, si tratta in sostanza di raccontare delle storie, fa parte della tradizione secolare degli attori, ma anche degli uomini delle caverne che immaginavano le loro avventure, interpretandone i personaggi, le posizioni, le voci. E' sempre stato il mio sogno essere un personaggio di un cartone animato.

Una domanda ora per Miss Cobb e Katzenberg: qual è il segreto del successo di Kung Fu Panda. Melissa Cobb: Intanto la distribuzione estiva, perché vogliamo che le famiglie lo vedano e in estate abbiamo tutti più tempo. Certo, c'è da battere la concorrenza, che è tanta, ma per questo ci sforziamo a curare il prodotto al massimo: più riusciamo a dare, anche a livello di emozioni, più riusciamo a ottenere.
Jeffrey Katzenberg: Il pubblico si annoia se non c'è qualità e creatività dietro al 3D. Bisogna investire sull'efficacia della storia e poi sulle nuove tecnologie. Anche il 3D dev'essere realizzato al meglio, Transformers 3 dimostrerà quanto può essere spettacolare il suo utilizzo. E' appassionante pensare che un artista come Bertolucci possa usare il 3D come nuovo mezzo di narrazione, un po' come ai tempi del passaggio da bianco e nero a colore oggi ogni regista ha voglia di esplorare il potere e l'impatto del 3D, anche su storie più intimiste. Jennifer per Kung Fu Panda 2 è stata bravissima, ha saputo usarlo in modo artistico ed emozionante.

Parola alla regista, dunque: oltre all'uso del 3D, ci racconta anche dei sopralluoghi in Cina? Jennifer Yu: Certamente. Intanto, tutto il processo è stato valutato sul 3D, passo dopo passo, in modo che tutte le fasi della narrazione fossero strutturate in questo modo. Cercavamo la sensazione di full immersion nel tridimensionale, volevamo fosse un'esperienza visiva piena di emozione. Come regista e spettatrice, non vedo l'ora di vedere i film in 3D firmati Scorsese e Spielberg. Per quanto riguarda la Cina, la visita e la scelta dei luoghi ha aggiunto un livello di dettaglio e precisione maggiori al nostro lavoro: abbiamo tenuto in considerazione il teatro delle ombre cinesi e il modo di raccontare le storie del mondo cinese. Volevamo che ci fosse qualcosa di antico e di autentico nel nostro film e, se ci siamo riusciti, lo dobbiamo ai circa tre anni lavoro intenso, da parte di un gruppo di persone che ci si sono dedicate a tempo pieno, arrivando agli estremi delle loro capacità professionali.

Quanti altri episodi di Kung Fu Panda vedremo? Jeffrey Katzenberg: Fin dall'inizio abbiamo avuto in mente una storia più lunga e più ampia, non tanto una serie di sequel, ma una storia che continua. C'è un sentiero, una sorta di percorso su cui cammina il personaggio e abbiamo una nostra road map in mente abbastanza ben definita di circa sei capitoli. Se li realizzeremo tutti o no, dipende solo dall'industria cinematografica.