Recensione Cosa piove dal cielo? (2011)

E' soprattutto sui contrasti, culturali, ma anche caratteriali, tra i due protagonisti che si sviluppa il film di Borensztein, vincitore di due riconoscimenti al Festival di Roma. Una commedia piacevole dalla messa in scena curata, e interpretata in maniera efficace.

Travolti dal destino

La vita a volte gioca degli scherzi che sembrano studiati con meticolosità da un team di esperti. A Roberto, titolare di un negozio di ferramenta in Argentina, da sempre avido collezionista di ritagli di giornale in cui si parla di storie incredibili, capita di fermarsi ad aiutare un giovane cinese disperato che è appena arrivato in Sudamerica e non riesce a ricongiungersi ai suoi familiari, che in Argentina vivono già da diversi anni. Un gesto di solidarietà che inevitabilmente rivoluzionerà la vita di Roberto, un tipo ombroso e abitudinario che non si aspettava certo di dover condividere, da un giorno all'altro, le sue giornate con uno sconosciuto che oltretutto non parla nemmeno la sua lingua.


Nello stesso periodo in cui in Italia si conferma il successo di Quasi amici, la divertente commedia francese di Olivier Nakache ed Éric Toledano, nelle nostre sale arriva anche Cosa piove dal cielo?, scritto e diretto da Sebastian Borensztein, anche questo incentrato su una "strana coppia", il negoziante di Buenos Aires interpretato da Ricardo Darìn e il forestiero orientale che invece ha la gestualità esasperata di Ignacio Huang. Darìn non ha certo bisogno di presentazioni, visto che anche in Italia è conosciuto per il suo ruolo nel film premio Oscar Il segreto dei suoi occhi, e qui offre un'interpretazione altrettanto convincente, quella di un burbero dal cuore d'oro, che non esita a maltrattare i fornitori e i clienti, se lo ritiene giusto, o a tenere a distanza le persone invadenti, ma proprio non riesce ad abbandonare al suo destino questo ragazzo che si ritrova da solo, in un paese che non conosce, ma con la volontà di rendersi utile a chi lo ospita.

E' soprattutto sui contrasti - culturali, ma anche caratteriali - tra Roberto e Jun che si sviluppa il film di Borensztein - vincitore di due riconoscimenti all'ultimo Festival di Roma, tra cui il Marc'Aurelio d'Oro per il miglior film - ma anche sulle peripezie intraprese (soprattutto dall'argentino, desideroso di togliersi dalle scatole il giovane cinese) per comunicare, impresa che si rivelerà assolutamente non facile e darà vita a scenette surreali. L'interpretazione di Darìn, quella di un uomo ruvido e pronto ad esplodere, se portato all'esasperazione (ma in fondo sensibile e altruista) non sarebbe ugualmente convincente se a fargli da contrappunto non ci fosse Huang, tanto silenzioso e discreto quanto insistente nel voler essere aiutato. Attorno a loro, si muove una girandola di amici e conoscenti di Roberto, tutti impegnati nel voler aiutare il cinese a rintracciare suo zio, ma meno motivati rispetto al primo e affascinati dalla cultura di questo giovane forestiero.

Una commedia piacevole, questo Cosa piove dal cielo?, che ha il suo punto di forza nella messa in scena, semplice ed essenziale ma curata, e nell'interpretazione giocata su sguardi e gesti, che contrastano in maniera efficace con la complessità della vicenda, attorno alla quale il regista sviluppa una storia parallela che si allaccia al passato dei due protagonisti chiudendo attorno a loro il cerchio narrativo.

Movieplayer.it

4.0/5