The Secret - Le verità nascoste, la recensione: il passato ha il sapore della vendetta

La recensione di The Secret - Le verità nascoste, il nuovo film di Yuval Adler con Noomi Rapace e Joel Kinnamon.

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The Secret - Le verità nascoste: una scena Noomi Rapace e Chris Messina

Bolle di sapone che riflettono i sorrisi di una madre e moglie serena, pronte però a essere scoppiate dalla forza dirompente di un semplice fischio. Affida a questi due elementi così ordinari il regista Yuval Adler l'inizio del suo nuovo film The Secret - Le verità nascoste. Due dettagli che raccolgono in sé il senso di tutta l'opera, perché quella in cui vive Maja (Noomi Rapace) non è altro che una bolla di sapone soffiata dalla promessa del sogno americano, resa concreta dall'amore del marito Lewis (Chris Messina) ma pronta a sfaldarsi da quel fischio che fa da ponte con un passato sotterrato dal peso della paura e del terrore. Eppure, come potete leggere nella nostra recensione di The Secret - Le verità nascoste, le premesse che sottendono il film distribuito da Vision Distribution e Cloud9 non vengono totalmente sfruttate, lasciando che i demoni di un passato si fermino al confine dello schermo cinematografico, senza invadere lo spazio della sala e, soprattutto, dell'interiorità dello spettatore.

THE SECRET - LE VERITà NASCOSTE: LA SINOSSI

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The Secret - Le verità nascoste: Noomi Rapace in una scena

La seconda guerra mondiale è ormai un vago ricordo in una piccola cittadina americana alla fine degli anni Cinquanta. I giorni scorrono sereni, quando la giovane Maja vede la propria ritrovata stabilità emotiva crollare in mille pezzi al semplice suono di un fischiettio. Rumena trasferitasi negli Stati Uniti con il marito conosciuto durante la guerra in Grecia, Maja non ha mai raccontato la verità su di sé. È infatti una rom sfuggita a un campo di concentramento nelle ultime fasi della guerra, ma nella fuga la sua famiglia è stata vittima di una terribile violenza. Lei crede di riconoscere nel fischiettio il proprio carnefice di allora e, mentre riaffiorano gli incubi sopiti, decide di farsi giustizia, coinvolgendo anche il marito.

IL SALTO NEL VUOTO DEL PASSATO

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The Secret - Le verità nascoste: un primo piano di Joel Kinnaman

È un inizio ex-abrupto quello di The Secret - Le verità nascoste; un'apertura di sipario su una vita apparentemente perfetta destinata a portare alla luce le ombre di un passato tenuto nascosto, attraverso una sequela di inquadrature portate sullo schermo nelle vesti di tante tessere di un puzzle mentale che lo spettatore è chiamato a ricomporre. Il pubblico, però, assiste confuso allo scorrere degli eventi privato di una bussola che lo orienti. Una destabilizzazione voluta dal gioco di identità nascoste e innocenze urlate, ma che non colgono l'effetto sperato, lasciando ben presto spazio all'insofferenza e volontà bruciante di giungere a una risoluzione finale. Il regista, forte della presenza di un cast in parte, tenta di scavare a fondo il precipizio emotivo verso cui lanciare il proprio pubblico con una rivelazione che spera di cambiare il corso degli eventi, suscitando un forte senso perturbante e di sorpresa. Eppure, il salto nel vuoto non è così pauroso. Manca la profonda partecipazione affettiva ed empatica tra i personaggi sullo schermo e gli spettatori in sala. Un elettrocardiogramma piatto impossibile da riavviare perché povero di una stimolazione emotiva scaturita da una sceneggiatura che punta su certi passaggi (come la complicità immediata di Lewis), tralasciando gli stati psicologici di certi comprimari, come quello della moglie di Thomas (forse il personaggio più interessante) o dello stesso marito di Maja.
Certo, a porre le basi dello sviluppo narrativo di The Secret - Le verità nascoste è ovviamente un'ambiguità quanto mai necessaria per la sua integrazione tra i confini del genere, giocata sulla veritiera colpevolezza del presunto carnefice. E così, in questo gioco a incastri e verità celate, tutto è perfettamente innescato e congegnato in ogni minimo dettaglio, frenandosi al concetto di teoria e non pratica. Lo scorrere degli eventi fluisce senza ostacoli, ma privo di ingegno o rafforzato da dettagli visivamente d'effetto.

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DARE FORMA ALLA VENDETTA

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The Secret - Le verità nascoste: Noomi Rapace in una scena del film

Quella di Ryan Covington e Yuval Adler è una sceneggiatura basata sul concetto del togliere, circondando il tutto di un'aura ipotetica alimentata da supposizioni e teorie che solo un climax che tarda ad arrivare potrà risolvere. Lo spettatore viene pertanto privato della sua onniscienza, finendo al centro di un gioco all'intuizione a cui lo stesso Adler si presta volentieri, affidando la propria visione della storia a riprese colme di significati altri che enfatizzano il senso di angosciosa ambiguità che si respira nello svolgersi dell'intreccio. Le inquadrature dal basso sono sguardi di un mondo sottostante che prendono il controllo delle azioni vestendosi di mistero. Interessante a tal proposito la resa visiva dei flashback. Frammenti di un passato rimosso che sgorgano come zampilli avvolti da una fotografia cinerea, fumosa, bruciante del fuoco della vendetta, questi ricordi che legano indelebilmente Maja con Thomas sono barlumi di una storia che non riesce a concretizzare uno spunto narrativo rimasto interessante solo sulla carta. La tematica è infatti declinata in modo un po' deludente, sprofondando ben presto in una tediosità che tanto vorrebbe dire e poco riesce a comunicare. La regia di Adler tenta più volte di liberarsi dai canoni del genere, azzardando riprese dinamiche con panoramiche e carrellate improvvise, ma sono lampi creativi ben presto soffocati da una sceneggiatura scarna di virtuosismi. La vittima che diventa carnefice, sporcandosi le mani con il sangue del ricordo sopito, represso, non è un argomento nuovo nella letteratura cinematografica. Una ferocia animale che supera l'istinto di sopravvivenza, reso in maniera interessante a livello visivo, ma che non colpisce dal punto di vista delle emozioni e della condivisione empatica. Intrappolata tra le sbarre mnemoniche di un passato tornato alla ribalta e che le impedisce di sentirsi vicina al mondo che la circonda, ad attorniare il personaggio di Maja è un senso di isolamento che porta la donna a vivere sullo schermo tra i confini di inquadrature sempre più strette. Ai primi piani che isolano i volti dei due coniugi, messi in contatto con il resto dei personaggi da semplici campi e controcampi, si oppongono campi lunghi e piani più ampi nei quali inglobare vicini e conoscenti, ignari dell'inferno personale che si sta vivendo nella cantina di Maja e Lewis.

ATTORI IN PARTE MENTRE FUORI BRUCIA L'INFERNO

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The Secret - Le verità nascoste: una scena con Chris Messina e Noomi Rapace

Bruciano di vendetta gli occhi di Maja. Una perdita di controllo che lascia spazio all'animalità sopita, ma mai eliminata, dell'animo umano, e che solo un'attrice come Noomi Rapace poteva portare sullo schermo senza cadere nella facile caricatura. I suoi occhi neri sono pozzi da cui risalgono con improvvisa ferocia le fiamme di un trauma pronto a inglobarla, offuscandone la ragione e l'umana compassione. Non servono le parole a un'attrice come Noomi Rapace: a comunicare gli stati d'animo che travolgono la sua Maja bastano poche espressioni, mai forzate, ma sorprendentemente naturali, che rendono reale il suo personaggio. Ad affiancare l'attrice di Uomini che odiano le donne c'è un intenso Chris Messina, interprete ormai legato al ruolo di comprimario, ma sempre capace a dar vita alle diverse sfumature che bruciano l'anima dei propri personaggi. Così è anche per Lewis, del quale Messina riesce a mostrare fragilità e punti di forza, cadute nel baratro della propria mente, e istinti di sopravvivenza. Leggermente meno convincente è forse la performance di Joel Kinnaman, il quale non si dimostra all'altezza dei suoi due co-protagonisti, senza per questo ridicolizzare il proprio personaggio, o renderlo meno (dis)umano di quanto già compiuto dalla coppia Rapace-Messina.

È una giostra della paura e della vendetta, un abbraccio tra passato bellico e un futuro ormai segnato dal dolore di cicatrici nascoste, The Secret - Le verità nascoste. Eppure, tra il desiderio di trattare un argomento solitamente ignorato come il genocidio dei ROM durante l'olocausto, e la sottile linea che separa il ricordo dal sospetto, il film di Adler è un revenge-movie che poteva dare di più. Una promessa cocente che non è riuscita totalmente a concretizzarsi in realtà.

Conclusioni

Concludiamo questa nostra recensione di The Secret - Le verità nascoste ribadendo come a volte un'ottima intuizione possa non sfociare in un prodotto altamente coinvolgente, sia dal punto visivo che emotivo. Il film di Adler non aggiunge nulla più al già ampiamente indagato genere del revenge-movie.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.1/5

Perché ci piace

  • Le performance degli attori.
  • I costumi e la fotografia.
  • La tematica affrontata.

Cosa non va

  • Mancanza di sottotrame interessanti.
  • Personaggi secondari poco caratterizzati, nonostante l'importanza rivestita.
  • Storia poco mordace.