Il gusto delle cose, la recensione: cucinare per vivere, vivere per cucinare

La nostra recensione de Il gusto delle cose (The Pot-au-Feu), il nuovo film di Trần Anh Hùng presentato al Festival di Cannes che parla di alta cucina e amore per il cibo.

Il gusto delle cose, la recensione: cucinare per vivere, vivere per cucinare

La cucina è un'arte, il cibo che mangiamo non serve solo a nutrire il nostro corpo ma diviene un mezzo espressivo in grado di saziare l'animo. È questo il messaggio di Il gusto delle cose (The Pot-au-Feu o La Passion de Dodin Bouffant), film di Trần Anh Hùng in competizione alla settantaseiesima edizione del Festival del Cinema di Cannes. Il cineasta, che nel 1995 ha vinto il Leone d'oro al Festival di Venezia, si presenta qui con un'opera che è un sentito omaggio verso l'arte culinaria che viene accostata all'amore romantico e che, proprio come questo sentimento, viene raccontata come ragione di vita, come passione bruciante e insaziabile. Ispirato al libro del 1924 The Life and Passion of Dodin-Bouffant, Gourmet di Marcel Rouff, si fregia delle intense interpretazioni di Benoît Magimel e Juliette Binoche, performance che in questa recensione di The Pot-Au-Feu non possiamo ignorare, brillando per intensità ed espressività.

Cucina e amore nella trama

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La passione di Dodin Bouffant: una scena

È il 1885 e la talentuosa cuoca Eugenie lavora da vent'anni nella residenza di Dodin, gourmet e nobile che ha fatto della cucina la sua ragione di vita. Col passare degli anni alla passione per la gastronomia si unisce anche un'attrazione reciproca, un amore nato dalla stima che nutrono l'uno per l'altra. Eugenie, però, non vuole accettare l'idea di un matrimonio, desidera mantenere la sua libertà e l'idea di una relazione che non scada nel quotidiano, ma Dodin non demorde decidendo così di sorprenderla cimentandosi in una cosa che in anni non ha mai tentato: cucinare per lei un'intero pasto dove poter esprimere tutti quei sentimenti che lo accompagnano da anni.

La minuziosa preparazione delle ricette

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La passione di Dodin Bouffant: una scena del film

A prescindere dalla trama Ahn Hùng mette inequivocabilmente al centro del film la cucina, il suo significato, i suoi colori e insidie. Per realizzare un buon piatto bisogna lavorare sulla ricetta e le materie prime, dedicargli largo studio, inventiva e dedizione. Tutto il processo viene mostrato quasi integralmente: il film si apre con una lunga scena in cui ogni pietanza viene lavorata lentamente, dal taglio delle verdure alla loro cottura, poi la carne, il pesce e gli aromi, ogni ingrediente viene mostrato e processato con lentezza e attenzione.

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La passione di Dodin Bouffant: un'immagine del film

Allo spettatore non viene risparmiato nessun passaggio, quasi ci fosse dietro un intento formativo oltre che narrativo. Il sonoro, in tutto questo, diventa quindi estremamente importante: lo sfrigolare dell'olio, il sobbollire del brodo e delle salse così come i rumori delle stoviglie e dei cibi assaporati e masticati hanno il compito di rendere questa pellicola un'esperienza immersiva e coinvolgente, riuscendoci per buona parte della sua durata, salvo lasciare verso la fine più spazio agli sviluppi di una trama veramente molto esile.

Due protagonisti magnetici

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La passione di Dodin Bouffant: una foto del film

Il rapporto tra Eugenie e Dodin è comunque centrale. Sono loro e la loro dedizione verso la gastronomia a portare avanti Il gusto delle cose. Juliette Binoche e Benoît Magimel, pur non essendo gli unici personaggi in scena, catalizzano enormemente l'attenzione riempiendo l'inquadratura con interpretazioni misurate e carismatiche seppur i loro personaggi siano solo a servizio dell'intento primario di mostrare l'arte culinaria come stile di vita. Nel fare questo però la pellicola si dilunga indugiando in situazioni e preparazioni veramente molto lunghe causando, specialmente nel segmento centrale, un'eccessivo senso di sazietà, per rimanere in tema. Al netto di ciò, il film di Tran Anh Hung è comunque un'opera godibile e interessante, forse un po' "vecchio stile" ma incredibilmente affascinante ed espressiva.

Conclusioni

Per concludere la nostra recensione de Il gusto delle cose possiamo affermare che il film di Trần Anh Hùng costituisce un'importante riflessione sulla complessità e ricchezza della cucina francese che rimane soggetto centrale per tutto il film. Ottima l'interpretazione di Juliette Binoche e Benoît Magimel, misurata ma carismatica ed estremamente magnetica.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Le interpretazioni di Juliette Binoche e Benoît Magimel, misurate e magnetiche.
  • Le numerose sequenze di preparazione dei piatti…

Cosa non va

  • … che nella parte centrale diventano, però un po’ ridondanti.