The Beekeeper, la recensione: le scazzottate di Jason Statham per un divertente action

La recensione di The Beekeeper: David Ayer torna al cinema con un action movie nel segno di Jason Statham (versione apicoltore), pensando (già) ad un'ipotetica saga.

The Beekeeper, la recensione: le scazzottate di Jason Statham per un divertente action

Iniziamo con una banalità fondamentale: le api sono vitali. L'intero ecosistema si regge sull'impollinazione. Senza api non ci sarebbe l'agricoltura. E senza l'agricoltura, non ci sarebbe la civiltà. Poi potremmo discutere di quanto l'agricoltura intensiva sia nemica della api stesse, generando un pericoloso circolo vizioso. Veloce preambolo bioetico, ma funzionale per la nostra recensione. Perché poi le api, così importanti, sono anche grandi protagoniste cinematografiche. Potremmo citare 20.000 specie di api, film rivelazione di Esibaliz Urresola Solagueren, o il documentario da Oscar Honeyland. E ora, per intuizione di David Ayer (lo stesso di Suicide Squad, ma anche lo stesso del sottovalutatissimo Fury), sono le co-protagoniste di un divertente action, The Beekeeper.

The Beekeeper Fonte  Twitter Solocineit
The Beekeeper: Jason Statham in un'immagine

Uno di quei film orizzontali, che vanno dritti al sodo, evitando inutili giri di parole, puntando ad un'onestà che, alla fine della giostra, finiamo per apprezzare. Il motivo? The Beekeeper, esaltato da uno silenzioso e letale Jason Statham (in un ruolo alla Bruce Willis, tanto per cambiare), gioca sull'immaginario degli action movie Anni Duemila, sfruttando però diversi ganci contemporanei che, per quanto possibile, rendono credibile e condivisibile i tratti esagerati di uno script esplosivo e, teoricamente, ideato per un'ipotetica saga.

The Beekeeper, la trama: mai far arrabbiare Jason Statham

Perché poi, a guardar bene, The Beekeeper, scritto da Kurt Wimmer (esperto in materia, e sceneggiatore di Ayer fin dai tempi de La notte non aspetta), si rifà agli archetipi del genere: la vendetta personale di un ex agente segreto per mezzo di una lunga sequela di scazzottate. Sì, la trama del film l'avremmo riassunta, se non fosse che ci sono un paio di interessanti intuizioni, che rendono il film (un po') diverso dagli altri. Ovvero, dietro la storia principale, c'è una sorta di mondo sommerso, essenziale nell'economia narrativa: da quel mondo proviene Adam Clay (Jason Statham) che, ormai ritirato, si occupa di apicoltura, sfornando miele per la sua anziana vicina di casa.

Thebeekeper
The Beekeeper: Jason Statham in una scena del film

E sì, le api non sono un caso: Adam, infatti, è un'ex agente di un organizzazione segretissima, formata dai Beekeepers (tradotto: apicoltori), agenti altamente preparati incaricati di preservare l'alveare, ovvero il sistema socio-politico mondiale. Quando la vicina di casa si suicida, dopo essere stata truffata da un'agenzia di phishing, Clay decide di "fare la cosa giusta", ovvero: eradicare l'influente società che organizza truffe a danno degli anziani. Suo malgrado, scoprirà che la società, al limite dell'illegale, ha forti agganci con il potere.

Fino all'ultimo colpo

Come un alveare, The Beekeeper è strutturato per avere diverse caselle al suo interno, salendo poco a poco di livello, come fosse un videogioco. Il fulcro si sposta in una sorta di quadrilatero che comprende Jason Statham aka Adam Clay (ma è solo l'ultimo dei suoi nomi); l'agente dell'FBI Verona Parker (Emmy Raver-Lampman), e figlia della donna suicidia; l'oscuro ex direttore della CIA Westwyld (Jeremy Irons) e il ragazzino milionario Derek (Josh Hutcherson) che gioca a fare il CEO di un'azienda informatica senza scrupoli. Rimpallando il punto di vista, il film di David Ayer corre veloce verso la meta, senza fermarsi davanti alle tante indecisioni di una sceneggiatura, va detto, che non si addice ad un montaggio poco ispirato.

Jason Statham And Jeremy Irons In The Beekeeper
The Beekeeper:Jason Statham e Jeremy Irons in una foto

O meglio, un montaggio ispirato per essere necessariamente strategico allo scopo finale del film: intrattenere. Anche perché poi non è facile giocare d'intrattenimento, e non è facile organizzare un film prevalentemente formattato in grado di risultare comunque coinvolgente. Ecco, tra alpi, alveari, e intrighi politici, e soffrendo però un finale arruffato ideato per un possibile franchise, The Beekeeper riesce comunque nell'impresa di non perdere il ritmo, rifugiandosi dietro innumerabili colpi di teatro, e funzionando contestualmente al suo universo spregiudicato. Un universo in cui la giustizia è più importante della Legge. Un universo dove, una volta tanto, sono i buoni ad avere l'ultima parola. Anzi, ad avere l'ultimo cazzotto.

Conclusioni

Come scritto nella nostra recensione, The Beekeeper, avvalendosi della presenza di Jason Statham, riesce a divertire ed intrattenere, dosando l'azione ed esaltando, per quanto possibile, un'interessante sottotrama. David Ayer torna così al cinema con un action movie da prendere alla leggera, pensando però ad un'ipotetica nuova saga.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Jason Statham, sempre più erede di Bruce Willis.
  • Una buona sottotrama.
  • Azione presente, ma non eccessiva.

Cosa non va

  • Il montaggio, spesso tagliato con l'accetta.
  • Alcuni fili non tornano, ma questo potrebbe essere il primo capitolo di una saga.