Succede anche nelle migliori famiglie, la recensione: Alessandro Siani e una commedia ad intermittenza

La recensione di Succede anche nelle migliori famiglie: alla settima regia, Alessandro Siani lascia (in parte) la zona di comfort (i family movie) lanciandosi verso una commedia dalla buona idea ma dall'umorismo sbilenco.

Succede anche nelle migliori famiglie, la recensione: Alessandro Siani e una commedia ad intermittenza

Lo abbiamo scritto tante volte, i family movie, in Italia, non funzionano. Fisiologicamente, al cinema, stentano e non convincono. Il motivo? Semplice: lo stesso prodotto, seguendo le logiche dello streaming, è rintracciabile nei cataloghi digitali. Perché andare al cinema, se ho lo stesso film a casa? Da questo paradigma arriva Succede anche nelle migliori famiglie di Alessandro Siani, alla settima regia (sono passati dieci anni da Il principe abusivo, campione d'incassi), che cambia tono (o almeno ci prova), strutturando una commedia corretta in chiave etimologica, che si rifà a un linguaggio, per così dire, cattivello, ma probabilmente fin troppo sconnessa nell'applicazione dell'umorismo stesso. Ora, aprendo la recensione di Succede anche nelle migliori famiglie, partiamo con un'onesta opinione: i cambiamenti sono essenziali (nella vita come nel cinema), ma è anche essenziale il modo in cui i cambiamenti vengono affrontati, letti e interpretati.

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Succede anche nelle migliori famiglie, una foto di Alessandro Siani

Succede anche nelle migliori famiglie, dalla cura formale e mai sciatto (anzi) nell'estetica (ottimo lavoro di Tani Canevari alla fotografia, che esalta i colori della Sicilia, senza renderlo un film-cartolina), è una commedia classica in termini stretti, certo, ma sembra voler sfruttare (erroneamente) una doppia identità: Siani da una parte stravolge in parte ciò che ha portato al cinema negli ultimi anni, dall'altra resta però attaccato a quei buoni sentimenti che, invece, alterano l'ecosistema comico di un'opera che si rifà proprio a quelle graffianti commedie italiane tinteggiate dai rapporti famigliari, nonché citando, indirettamente, e fin dal font dei titoli, certe dinamiche, diciamo, alla Woody Allen. Nevrosi, segreti, imprevisti (quando ci scolleremo l'imprevisto dal linguaggio comico italiano?), battute, sketch e, addirittura, improbabili e sgangherati morti. Tutto, frullato per colpire trasversalmente un pubblico il più ampio possibile (lo stesso che però latita, o che almeno sceglie la commedia come visione casalinga).

Succede anche nelle migliori famiglie, la trama: questo matrimonio non s'ha da fare!

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Risate sul set

Come suggerito nella lunga introduzione: la struttura di Succede anche nelle migliori famiglie è quella classica, se analizzata dal punto di vista scevro dal fattore comico. C'è un gruppo famigliare, c'è un ritrovo e c'è un motivo di unione, e poi c'è il colpo di scena che (non) ti aspetti. Se Siani cerca di cambiare, parte però da quello che conosce: gli underdog. Nel film interpreta Davide, la classica pecora nera della famiglia. Il padre (Sebastiano Somma) è un grande dottore, sua sorella Isabella (Cristiana Capotondi) fa la psicologa in tv, il fratello Renzo (Dino Abbrescia) è avvocato, e ha la classica famiglia da quadretto.

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Dino Abbrescia, Cristiana Capotondi e Alessandro Siani

Quando il padre muore, ecco la prima rivelazione: mamma Lina (Anna Galiena) annuncia un nuovo matrimonio, frutto di una relazione covata per anni. Con chi? Con Angelo (Antonio Catania), bizzarro uomo di mare. Dunque, Davide, Isabella e Renzo, risentiti, sono convinti: il matrimonio non si può fare. Ciononostante, Succede anche nelle migliori famiglie non è un film sul matrimonio (e meno male), tanto che l'effetto arriva quando Angelo, discutendo con i tre, cade e sbatte la testa, facendo prendere al film un'altra strada: come fare a nascondere l'incidente? In aiuto - si fa per dire - arriva U Picciriddu (Sergio Friscia), strampalato mafioso invitato allo sposalizio.

Pecore nere, buone idee e una comicità che non incide

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Una scena di Succede anche nelle migliori famiglie

Quindi? Quindi ciò che non torna in Succede anche nelle migliori famiglie è la traccia comica scelta da Siani che, cercando una trasversalità (legittima), finisce per incastrarsi nello splastick e nel siparietto. Tracce che si rifanno ad uno schema umoristico appartenente al passato, e forse poco adiacenti per un film che, nell'idea, risulta invece funzionale allo scopo. Perché se il divertimento arriva dall'improbabile, sgangherata e tenere (dis)avventura, non arriva come dovrebbe dalle battute. Ancora, se la comicità è questione personale, è comunque oggettiva la valutazione della risata stessa ricercata in una sceneggiatura volutamente accondiscendente, che parte dalla famiglia (fin dal titolo) per allargarsi ad una lettura contemporanea, abbastanza smussata, ma degna d'attenzione, che riguarda la fatidica perfezione: Alessandro Siani, immediatamente, si dichiara 'pecora nera' della famiglia di cui fa parte (con tanto di attestato!), lanciando la chiave che poi aprirà ogni scena del film - e su cui costruirà l'intero linguaggio comico, onesto ma eccessivamente sbadato.

La lettura contemporanea, in questo senso, è dettata dalla smania attuale nell'inseguire la perfezione. Nel lavoro, nella famiglia, nell'amore. Tuttavia, la perfezione è noiosa e prevedibile, è stantia e avvilente. Precisa - teoricamente - per essere denigrata in una commedia 'cattiva'. Insomma, bisognerebbe accettare sé stessi, dice il film, rivelando magari quei segreti ingombranti, e ponendo così l'attenzione sulle cose davvero importanti. In ultimo, se la nostra è una lettura magari poeticizzata del film, è perché abbiamo provato a rintanarci nelle sfumature positive di una commedia che ci prova e che si impegna, senza ottenere, però, il risultato che immaginavamo.

Conclusioni

Alessandro Siani con Succede anche nella migliori famiglie torna alla commedia pura, abbandonando in parte i toni family. In parte perché poi, l'umorismo del film, mai troppo incisivo, disperde il potenziale di una storia interessante, classica nella struttura e mai sciatta nella realizzazione.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • Una buona idea per un buon cast.
  • Una buona tecnica.

Cosa non va

  • La comicità non incide quasi mai.
  • Il linguaggio slapstick potrebbe essere superato.
  • L'umorismo black si schiarisce con i toni family.