Schmigadoon! 2, la recensione: cosa c'è dopo il musical? La vita!

Rinnovarsi e attualizzarsi sempre a tempo di musica: questo fa Schmigadoon! 2, la serie originale Apple TV+ che torna sulla piattaforma dal 5 aprile con i nuovi episodi ispirandosi a Chicago, Cabaret e Sweeney Todd. Da non perdere per gli amanti del genere.

Schmigadoon! 2, la recensione: cosa c'è dopo il musical? La vita!

Non sarebbe bello se esistesse una cittadina caratteristica in cui potersi rifugiare ogni volta che si ha un grosso ostacolo da affrontare nella vita, che ti aiuta a trovare le risposte a tempo di musical? Almeno nelle finzione televisiva esiste e si chiama Schmigadoon e i protagonisti Josh (Keegan Michael Key) e Melissa (Cecily Strong) sembrano destinati a tornarvi. A meno che non sopportiate per nulla i musical più o meno classici - e in quel caso vi diciamo di tenervi alla larga dalla recensione di Schmigadoon! 2 - questo mondo televisivo è proprio quello che fa per voi, e ha saputo reinventarsi e migliorarsi. I nuovi episodi della serie arrivano dal 5 aprile con appuntamento settimanale sempre su Apple Tv+, oramai garanzia di qualità.

Si torna a Schmigadoon... ops, Schmicago

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Schmigadoon 2: una foto di scena della serie

Co-creata da Ken Daurio e Cinco Paul, che ha curato ancora una volta i brani originali scritti appositamente per lo show, Schmigadoon si era distinta per portare ancora una volta una comedy musical in tv, omaggiando in tutto e per tutto la Golden Age del genere, da Tutti insieme appassionatamente a Oklahoma! e West Side Story, pur rimanendo estremamente zuccherosa e auto-citazionista per via del periodo storico a cui faceva riferimento. Ebbene, autori e interpreti sono riusciti a superarsi e migliorarsi, dando vita a una storia nuova che continuasse e non tradisse la vecchia, ma anzi ne allargasse e attualizzasse il bacino d'utenza e le tematiche. Questo perché Josh e Melissa dopo aver trovato il vero amore come coppia, erano pronti a vivere per sempre felici e contenti, come da tradizione favolistica. Peccato che ci sia messa di mezzo la vita e i due non riescano a concepire un figlio e si chiedano se sia proprio quello il tassello mancante nel loro rapporto. Che fare allora? Provare a trovare su quel ponte nel bosco e sui propri passi per capire se gli abitanti dell'avventura surreale che hanno vissuto due anni prima possano aiutarli nuovamente a trovare la felicità. Peccato che Schmigadoon! sia diventata Schmicago, e così dal riferimento a Brigadoon si passa a Chicago e quindi al periodo successivo della storia del musical, tra teatro e cinema: un periodo più dark e meno stucchevole, più ancorato alla realtà storica e alla cronaca nera.

Schmigadoon!, la recensione: se la vita fosse un musical

That's Schmicago!

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Schmigadoon 2: una scena della serie

È incredibile il lavoro certosino fatto dagli autori in primis e poi da tutto il reparto tecnico - scenografi, costumisti, trucco, parrucco e chi più ne ha più ne metta - nel mettere in scena una storia nuova con gli stessi stilemi dei musical di quel periodo, decisamente più vicino al nostro, come il già citato Chicago, ma anche Cabaret, Pippin' e Sweeney Todd. Gli abitanti della cittadina magica e immaginaria diventano così nuovi personaggi, con un cambio d'abito e di colore di capelli, come nella migliore tradizione di Broadway e quindi ecco tornare sotto nuove spoglie l'incredibile cast della prima stagione: Ariana DeBose, Martin Short, Dove Cameron, Jaime Camil, Kristin Chenoweth, Alan Cumming, Ann Harada, Jane Krakowski e Aaron Tveit, insieme alle new entry Tituss Burgess (Unbreakable Kimmy Schmidt) nel ruolo di un invasivo e irriverente narratore onnisciente che strizza l'occhio a Pippin' e Patrick Page nei panni del villain. Un ensemble di interpreti che si conferma più carico e talentuoso che mai, nel caratterizzare i nuovi personaggi che va a impersonare, le nuove arie e i nuovi accenti. È così che Cumming e Chenoweth si ritrovano ad essere gli alter ego inglesi dei protagonisti di Sweeney Todd, Cameron una nuova Sally Bowles da Cabaret così come Harada un'altra Fräulein Schneider. A brillare tra tutti però è Jane Krakowski, che ci regala un'incredibile perfomance della sua Bobbie, un alter ego del Billy Flynn di Chicago.

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È tutto un musical

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Schmigadoon 2: una foto di scena

Tra citazioni, riferimenti, luci al neon e atmosfere noir e metropolitane che sostituiscono i colori pastello e i grandi spazi aperti bucolici della prima stagione, Josh e Melissa dovranno chiudere un nuovo capitolo della propria vita amorosa e capire cosa significa davvero oggi "lieto fine", nella società cinica e caotica in cui viviamo. Senza dimenticare una strizzata d'occhio a musical come Hair, My Fair Lady e Dreamgirls, per acuire l'anacronismo di alcune sequenze e non far capire alla coppia protagonista e a noi spettatori in che anni siamo esattamente a Schmicago.

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Schmigadoon 2: un momento della serie

Keegan-Michael Key e Cecily Strong sono formidabili nel regalarci nuove sfumature e consapevolezze dei loro personaggi, permettendo anche alla storia di rinverdirsi e rinnovarsi: Josh accetta con meno fastidio i momenti musicali e questa volta anche Mel è più guardinga e perplessa poiché conosce meno quel periodo storico "perché io preferisco i musical di un tempo, in cui tutto finiva bene ed erano tutti gentili". Non potrà mancare un omicidio nella coreografia generale per guardare all'attualità e alla passione smodata del pubblico per il crime. Tutto diventa così più oscuro e meno smaccatamente diviso tra bene e male riuscendo a coniugare realtà e fantasia, e a non ripetersi. C'è qualche allungamento e performance di troppo nei sei episodi che compongono la nuova stagione, ma ci si passa volentieri sopra nel quadro generale, anche perché si arriva ad un'ottima conclusione della storia raccontata. Eppure, a questo punto, ci viene da dire che vorremmo una terza ed ultima stagione basata sui musical moderni capitanati da La La Land!

Conclusioni

Che dire alla fine della recensione di Schmigadoon! 2 se non che siamo felici che la musical comedy di Apple Tv+ abbia saputo reinventarsi e rinnovarsi, passando al periodo successivo della storia del genere, ancorandosi maggiormente alla realtà e all’attualità. Lo stesso vale per il percorso della coppia protagonista, che conferma la bravura degli interpreti insieme al resto del cast, letteralmente in stato di grazia. Peccato per qualche lungaggine ed esibizione meno fluida lungo la strada, ma la via di Schmicago è da non perdere se siete appassionati del genere!

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
1.0/5

Perché ci piace

  • L'aver continuato la tradizione musical ma rendendola più moderna sia come tematiche che come messa in scena.
  • Il cast è ancora più carico e affiatato.
  • Le musiche che riprendono quelle originali a cui fanno riferimento ma se ne discostano.
  • Le scenografie e le luci al neon.

Cosa non va

  • C’è qualche allungamento e performance di troppo.
  • Alcuni riferimenti forse potevano essere tagliati, come Hair.