Schmigadoon!, la recensione: se la vita fosse un musical

La recensione di Schmigadoon! la nuova musical comedy su Apple Tv+ dal 16 luglio con appuntamento settimanale, prodotta da Lorne Michaels con protagonisti Cecily Strong e Keegan-Michael Key.

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Schmigadoon! - Cecily Strong e Keegan-Michael Key in una scena

Scrivendo questa recensione di Schmigadoon! - la nuova musical comedy su Apple Tv+ dal 16 luglio con appuntamento settimanale - proviamo quello stesso senso di smarrimento che si prova guardandola. È importante però un'avvertenza prima di immergerci nella recensione: questa serie è fatta proprio per gli amanti dei musical, gli altri è meglio che dirigano occhi e soprattutto orecchie da un'altra parte. Schmigadoon! fin dal titolo, dal font e dalla grafica utilizzata ricorda i musical della Golden Age, che chiaramente omaggia senza nasconderlo mai in quest'opera televisiva, prodotta da Lorne Michaels (quello di molte comedy di successo targate Universal). Tutto strizza prepotentemente l'occhio ai musical anni '40, dal setting coi fondali finti, alla fotografia, ai costumi color pastello, al tono generale zuccheroso dello show, perfino la sigla iniziale su sfondo neutro con i nomi degli interpreti che appaiono man mano!

CHE CAST!

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Schmigadoon! - il cast in una scena

E che interpreti! I due protagonisti hanno il volto della candidata all'Emmy Award Cecily Strong (Saturday Night Live) e del vincitore dell'Emmy Award Keegan Michael Key (Key & Peele). Accanto a loro nel corso dei sei episodi fanno capolino nomi noti non solo nella serialità ma anche in campo teatrale-musicale, come Alan Cumming (The Good Wife), Kristin Chenoweth (Wicked), Aaron Tveit (BrainDead), Dove Cameron, Ariana DeBose, Fred Armisen (Portlandia, Forever), Jaime Camil (Jane the Virgin), Jane Krakowski (30 Rock, Unbreakable Kimmy Schimdt), Ann Harada e nientemeno che Martin Short! Il cast brilla non solo per la propria preparazione musicale - a sorprendere soprattutto Aaron Tveit che ha un'esperienza teatrale sconosciuta ai più che lo ricorderanno probabilmente in Gossip Girl - ma anche per quella di essere ognuno azzeccato nel proprio ruolo.

CHE MUSICAL, MAESTRO!

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Schmigadoon! - una foto di scena

Schmigadoon! è il nome del paesino - con poco più di 160 abitanti - in cui si ritrovano Josh e Melissa che, dopo una prima fase da "luna di miele" della propria relazione, iniziano presto ad accusare la stanchezza della vita di coppia e vanno a un ritiro in mezzo alla natura per ritrovare la passione... o capire se c'è mai stata davvero. Schmigadoon! (con tanto di punto esclamativo, non dimentichiamolo) è anche il titolo dello show e una parodia dei musical iconici della Golden Age - citati anche negli stessi brani originali composti per lo show - come Tutti insieme appassionatamente, Oklahoma! o West Side Story. The Sound of Music viene addirittura riutilizzato per una canzone decisamente osé per l'epoca sul funzionamento degli organi riproduttivi maschile e femminile! Josh e Melissa sono vestiti in tenuta da campeggio, zaino in spalla, mentre gli abitanti di Schmigadoon! sono tutti in abiti classici anni '40, donne e uomini hanno caratteristiche ben precise e sono divisi per ruoli e compiti, e non manca nessun personaggio tipo nel paese: l'unico medico locale un po' narcisista, il sindaco che vorrebbe accontentare tutti, la megera a capo delle Signore della Chiesa per controllare che nulla ecceda tra i cittadini, la maestra della scuola vista come anticonformista, e così via.

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CHE FAVOLA!

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Schmigadoon! - Alan Cumming in una scena

Questo scontro di mentalità arricchirà entrambe le parti, che scopriranno lati di se stesse che non sapevano di avere. La coppia scoppiata arrivata dalla grande città suscita infatti curiosità e scalpore negli abitanti, e viceversa il loro essere rimasti in un musical degli anni '40 genera divertimento in Josh e Melissa, che per tornare a casa dovranno trovare il "vero amore". Proprio come in una favola, i due dovranno compiere un viaggio pieno di ostacoli e peripezie circoscritto al paesino che dà il titolo alla musical comedy, e a suon di performance e ballate trovare il modo - o meglio la persona giusta - per tornare a casa. È proprio il suo essere così circoscritta il difetto maggiore di questa serie, che sembra realizzata per gli appassionati di musical e nulla più. Ma anche tra gli appassionati gioca su livelli fin troppo semplici e semplicistici, in un'ottica da spettacolo per tutta la famiglia; pur cercando di portare un po' di irriverenza qui e là, ma sempre tra le righe, con tematiche come il sesso, l'omosessualità e l'avere figli fuori dal matrimonio. La regia di Barry Sonnenfeld, che deve avere avuto un déjà vu per Pushing Daisies mentre girava questa nuova serie, abbraccia appieno lo stile musical colorato, alla ricerca della perfezione quasi spasmodica nei costumi e negli abiti, nel trucco e nelle acconciature eccessive. Un intrattenimento piacevole, romantico e dolce che però non riesce ad uscire dalla propria comfort zone narrativa e che avrebbe meritato un po' di coraggio in più nella messa in scena e nelle musiche, pur se orecchiabili, realizzate dal co-showrunner Cinco Paul.

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Conclusioni

Chiudiamo canticchiando la recensione di Schmigadoon!, una musical comedy che vuole parodiare e omaggiare allo stesso tempo i musical degli anni ’40, dalla messa in scena ai brani musicali appositamente creati per l’occasione sulla falsariga dei classici. Tutto e tutti – a partire dal cast e dal regista – sono al proprio posto ma forse lo sono fin troppo, perché non si va oltre il genere di appartenenza circoscrivendo il pubblico destinatario ai meri appassionati di musical. E anche fra loro, la serie potrebbe lasciare qualche perplessità per l’eccessiva diligenza con cui è stata creata.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
1.0/5

Perché ci piace

  • Il cast scelto, a partire dai protagonisti fino ai comprimari (la sorpresa è Aaron Tveit).
  • La regia di Barry Sonnerfeld che ricorda quella di Pushing Daisies, così come le atmosfere fiabesche con fondali finti.
  • La parodia e gli omaggi ai musical classici.

Cosa non va

  • È tutto troppo al suo posto nella musical comedy, alla ricerca spasmodica della perfezione visiva non lasciandola “respirare” e uscire dalla propria comfort zone.
  • I numeri musicali sono orecchiabili ma forse un po’ dilatati e avrebbero potuto osare di più.