Rossosperanza: Andrea Sartoretti, Margherita Morellini e il "malessere dietro la finta allegria degli '80"

Andrea Sartoretti e Margherita Morellini, due degli interpreti di Rossosperanza, fanno luce sui retroscena del film di Annarita Zambrano, in concorso a Locarno 2023.

Rossosperanza: Andrea Sartoretti, Margherita Morellini e il 'malessere dietro la finta allegria degli '80'

Uno dei due film italiani in Concorso a Locarno 2023, Rossosperanza sferra un duro attacco alla classe dirigente italiana e ai suoi comportamenti immorali. Usando il filtro della narrazione surreale e simbolica, la regista Annarita Zambrano parte da una sorta che ha radici autobiografiche per raccontare i comportamenti borderline di un gruppo di adolescenti, figli di famiglie ricche e potenti, affidati a una struttura di rieducazione nota come Villa Bianca. Tra i giovani protagonisti, a Locarno abbiamo incontrato Margherita Morellini, interprete di Zena, taciturna amante della musica che aspira a diventare una dj: "Ho conosciuto Annarita a Parigi e insieme abbiamo cominciato un percorso insieme per costruire Zena. Ho sentito subito una forte vicinanza al personaggio. In comune abbiamo tante cose, l'età, una cicatrice sul labbro. Più che creare, mi è bastato riportare a galla certe emozioni".

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Rossosperanza: Andrea Sartoretti e Margherita Morellini a Locarno 2023

Andrea Sartoretti interpreta, invece, tre padri di tre adolescenti, aiutato solo dal trucco e dalla recitazione. "Io e Annarita ci siamo incontrati a Ortigia nel 2017 e poi ci siamo rincontrati per questo film" ricorda. "Ho trovato la sua idea cinematograficamente potente. Lei voleva raccontare questi genitori diversi, ma che nel film hanno la stessa faccia, per raccontare lo stesso malessere che poi si riversa sui figli".

Le colpe dei padri (non) ricadono sui figli

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Rossosperanza: un'immagine del film

Proprio Andrea Sartoretti rivela che il cast di Rossosperanza era ignaro dell'esistenza di Villa Bianca, il centro di rieducazione in cui vengono portati i ragazzi problematici al centro della storia. "Quando Annarita mi ha detto che queste ville, questi manicomi per figli di ricchi, erano delle realtà, sono caduto dal pero. In questi luoghi le famiglie ricche portavano i ragazzi per nasconderli". Margherita Morellini concorda, ma aggiunge che "andare in questo luogo è stato vitale per i nostri personaggi, là abbiamo trovato il film comunque che, per una volta, ci ha fatto sentire non alienati, quasi compresi. È un posto infernale, ma è anche un trampolino di lancio".

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Rossosperanza: un'inquadratura del film

Questa scelta di trasfigurare i piani, mescolando sequenze più realistiche a scene oniriche, ha messo alla prova gli attori spingendoli a una recitazione a tratti straniata. Zena, il personaggio di Margherita Morellini, "oscilla costantemente tra realtà e dimensione onirica. Il mio personaggio esiste anche in un'altra realtà, che è una sorta di rifugio". "Molte scene che vedete nel film sono cronaca" specifica Andrea Sartoretti. "Tutte queste scene che viaggiano tra reale e irreale costituiscono la qualità artistica di Rossosperanza. La regista è riuscita a raccontare una storia e un mondo filtrati attraverso il punto di vista dei giovani protagonisti. Ha reso in pellicola, come si diceva prima, lo sguardo di questi ragazzi. Tutto quello che vediamo può sembrare irreale, ma nella testa di un adolescente è tutto reale".

Un tuffo nel passato

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Rossosperanza: un'immagine

Per rappresentare con efficacia un mondo ben specifico che esiste realmente, Annarita Zambrano ha scelto di reimmergersi nel passato della sua adolescenza. Rossosperanza è ambientato nel 1990, come indicano chiaramente i brani presenti nel film, a partire dai Cure, e il look dei personaggi. Margherita Morellini, poco più che adolescente, ha trovato divertente il lavoro di proiezione in un passato che non ha vissuto: "I vestiti, l'ambiente ti aiutano a proiettarti in un'altra epoca, come se la stessi davvero vivendo. E poi Andrea e altre persone mi hanno raccontato com'era vivere l'adolescenza negli anni '90. C'era meno libertà, era più difficile esprimersi, oggi abbiamo fatto delle conquiste che prima non avevamo".

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Rossosperanza: la regista Annarita Zambrano con Andrea Sartotetti e Margherita Morellino a Locarno 2023

Sartoretti si è invece affidato alle indicazioni della regista: "Sul set ho riconosciuto mode, abiti che indossavo un tempo e soprattutto l'assenza dei telefonini. Però mi sono goduto il film da spettatore, ho riconosciuto quella finta allegria che c'era negli anni '80 - '90, dove abbondava il fucsia, il lilla, i colori fluo. Erano tutti ricchi, c'era tanto benessere, eppure in fondo in fondo sentivi che c'era qualcosa che non andava e il film questo lo racconta molto bene".