Rogue, la recensione: su Netflix un crocodile-movie ad alta tensione

La recensione di Rogue, film diretto nel 2007 da Greg McLean che vede un gruppo di turisti alle prese con gli attacchi di un feroce coccodrillo. Ispirato a una vicenda realmente accaduta.

Rogue, la recensione: su Netflix un crocodile-movie ad alta tensione

L'americano Pete McKell è un giornalista specializzato nello scrivere articoli sui viaggi e il suo ultimo lavoro lo conduce in Australia: dovrà infatti redarre per il suo giornale un pezzo sul Parco Nazionale di Kadaku, nel nord del Paese. Un viaggio che comincia con una crociera sul fiume a bordo della piccola imbarcazione di Kate Ryan, una guida locale che ormai da anni conduce i turisti alla scoperta delle meraviglie naturalistiche locali.

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Rogue: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Rogue, la visita sembra concludersi nel migliore dei modi - eccetto l'incontro con due bifolchi locali, finito ad ogni modo senza gravi conseguenze - ma improvvisamente nel cielo appare in lontananza una scia luminosa scatenata da un razzo di segnalazione, al punto da far presumere che qualcuno si trovi effettivamente in pericolo in una zona lì vicina. Kate decide di recarsi sul luogo dell'avvistamento, ma ben presto per lei e i suoi clienti la situazione si trasforma in un incubo, con la presenza di un feroce coccodrillo che mette a repentaglio la loro incolumità.

La fame vien mangiando

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Rogue: un'immagine

Dalle atmosfere più ilari di Lake Placid (1999) a quelle più tensive di Crawl - Intrappolati (2019), gli alligatori su grande schermo si sono trasformati in voraci babau in carne e ossa, creature dall'aspetto sempre più ferale pronte a far man bassa di chi si ritrova alla portata delle loro fauci. Nel caso di Rogue ci troviamo davanti ad una storia che prende spunto da alcuni casi di cronaca che sconvolsero l'opinione pubblica australiana negli anni Settanta e relativi ad un coccodrillo rinominato, ironicamente, Sweetheart (dolcezza) che era solito attaccare le imbarcazioni, pur senza aver provocato direttamente la morte di persone. Uno spunto che Rogue prende ad esempio, allontanandoci dalle tonalità leggere e disincantate della saga di Mr. Crocodile Dundee - sia chiaro, il folklore locale è ampiamente rappresentato già dai primi minuti - per instradarci sulla strada di un sano b-movie horror, di quelli tosti e cattivi al punto giusto, dove non si risparmia niente e nessuno.

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Trappola mortale

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Rogue: una foto del film

Dietro la macchina da presa troviamo d'altronde Greg McLean, che aveva impressionato soltanto due anni prima con l'entusiasmante Wolf Creek (2005), e che qui riadatta la formula in un contesto altrettanto primigenio: non è più l'outback a fare paura con la sua immensa vastità, ma bensì le tetre e viscide zone paludose dove la creatura ha modo di agire liberamente, potendo intrappolare le sue malcapitate vittime in una gabbia senza apparenti via d'uscita. Una tensione che si amplifica progressivamente dopo quell'attacco che devasta la barca e costringe la bella guida e gli impreparati turisti ad attendere i soccorsi in una zona limitata, dove le sortite del predatore hanno vita facile e ben presto cominciano a manifestarsi i contrasti tra i sopravvissuti, mossi dalla speranza di tornare a casa ma anche consumati da quella disperazione sempre più opprimente, con le possibilità di farcela che diminuiscono ora dopo ora.

Un insieme riuscito

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Rogue: un frame del film

Ottimi effetti speciali per rappresentare la nemesi rettilesca, un cast eterogeneo che in alcuni dei ruoli chiavi può contare sulla partecipazione di Radha Mitchell e Sam Worthington - con la parte del protagonista affidata al più anonimo Michael Vartan - il fascino del contesto, con riprese naturalistiche che esaltano l'esoticità di flora e fauna: Rogue ha un certo stile e la sua salda anima di genere può contare su una messa in scena e valori tecnici di tutto rispetto. Il regista, anche autore della sceneggiatura, è cattivo al punto giusto nei confronti dei suoi personaggi e non ha pietà per chi calca lo schermo, animali da compagnia inclusi. Dal calarsi su una fune sospesa tra due alberi all'organizzazione di una trappola ad hoc per porre fine agli attacchi del coccodrillone fino alla resa dei conti finale, il film riesce a tenere lo spettatore con il fiato sospeso, regalando spaventi ed emozioni a tema in egual misura.

Conclusioni

Un giornalista e un gruppo di turisti rimangono intrappolati, insieme a una bella guida locale, alla mercé di un gigantesco e astuto coccodrillo. Una notte che nasconde insidie e drammi, mentre i soccorsi tardano ad arrivare e gli attacchi della creatura sono sempre più famelici e letali. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Rogue, il film scritto e diretto dallo specialista Greg McLean nel 2007 è un horror teso e scattante, nel quale il ruolo della spietata nemesi è affidato a un implacabile alligatore, ottimamente "messo in scena" con tutti i crismi e trucchi del caso. Un divertimento genuino e ad alto tasso di suspense, popolato da personaggi meno stupidi del previsto e con una resa dei conti finale che lascia con il fiato sospeso, tra violenza e tensione rigorosamente di genere.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Tensione costante e crescente.
  • Una nemesi animale sapientemente sfruttata.
  • Cast eterogeneo e in palla.

Cosa non va

  • Un paio di forzature nella gestione di alcuni personaggi secondari.