La corrispondenza: amore e stelle nella Rete

Una delle tante storie d'amore raccontate da Giuseppe Tornatore, unica e uguale a molte altre. Perché quelle d'amore, originali o banali che siano, sono quelle che più vale la pena raccontare.

Una storia d'amore a distanza, quella tra una studentessa brillante e il suo professore di Astrofisica. Un racconto come tanti, talmente consueto da essere divenuto addirittura un cliché. I due sono lontani, lui è sposato e ha una famiglia per bene a Edimburgo, lei continua le sue peculiari ricerche in vista della laurea, e non è la volontà che lui lasci sua moglie a preoccuparla. Hanno un rifugio, Amy ed Ed, si chiama Borgoventoso, ed è uno di quei luoghi romantici come se ne trovano solo in Italia. La corrispondenza tra i due è fitta, è come sarebbe nella realtà: skype, whatsapp, email, messaggi di ogni tipo. Solo i social network sono assenti.

La corrispondenza: Olga Kurylenko in una scena del film
La corrispondenza: Olga Kurylenko in una scena del film

Ma un giorno, non si sa perché, Ed scompare per un po', e Amy non può far altro che preoccuparsi di che fine abbia fatto, se abbia cambiato idea sulla loro relazione, come ogni amante clandestina è condannata a fare, inesorabilmente seconda rispetto alla vita ufficiale di un uomo.

Una separazione che non avviene

La corrispondenza: Olga Kurylenko parla con Jeremy Irons attraverso il suo portatile
La corrispondenza: Olga Kurylenko parla con Jeremy Irons attraverso il suo portatile

Fa riflettere il nuovo film di Giuseppe Tornatore, come del resto sempre accade. Riflettere sull'amore in senso lato e sulla presenza dell'uomo su questa Terra. E in questo caso, nell'intero universo. Dove ci sta portando questa tecnologia che ci permette di essere uniti anche a distanza? Era davvero un amore o era un'affinità elettiva, una comunità di intenti che poteva esistere solo a distanza, con sporadici e appassionati messaggi, sempre più romantici proprio perché nutriti da quella lontananza fisica che separa i due? Era vero?

E oggi cosa vuol dire separarsi, se a ogni istante possiamo contattare chi ci ha lasciati, se quella persona può spiare o addirittura essere partecipe della nostra vita su internet? Se poi quella persona, come l'Ed di Jeremy Irons, trova il modo di essere sempre presente, costantemente, soprattutto nei momenti più importanti e densi di emozione della nostra vita, allora ci ha davvero lasciati? Ed è amore o piuttosto un egoistico intento di tenersi solo il meglio, solo il buono di ciò che c'era in una relazione (come accade sempre in un rapporto a distanza: non si vivono i disagi quotidiani e le nevrosi e quando ci si vede si dà solo il meglio) e di non lasciar andare l'altro, di non farlo vivere, progredire nella sua vita e ricostruirne i pezzi, magari con qualcun altro al fianco? Tornatore nella sua intervista ha sostenuto che l'amore può essere talvolta eccessivo, ma se non ci fosse affatto, sarebbe peggio. Non ci trova del tutto d'accordo: il vecchio detto "Meglio soli che male accompagnati" esiste per una ragione.

Guarda le videointerviste: La Corrispondenza: amore, arte e morte secondo Tornatore, Irons e Kurylenko

La corrispondenza: Olga Kurylenko e Jeremy Irons in un momento di passione
La corrispondenza: Olga Kurylenko e Jeremy Irons in un momento di passione

La non accettazione della morte

La corrispondenza: Olga Kurylenko in una scena del film di Tornatore
La corrispondenza: Olga Kurylenko in una scena del film di Tornatore

Sono due attori eccezionali, Jeremy Irons e Olga Kurylenko. Lui recita tutto il tempo filtrato da schermi di computer: lo vediamo solo via skype o registrato in formato .mov, lei è bellissima e costantemente sola, dubbiosa, nervosa, disperata e speranzosa insieme. Non ha sensazioni positive Amy, se non all'inizio, in quella illusione non reale che era il suo amore, quello che non poteva progredire in un vero rapporto, congelato com'era nella sua clandestinità. Del resto Amy fugge da tutto: dalla realtà, rifugiandosi nelle stelle, dalle relazioni vere, chiudendosi in un malsano vizio tutto attuale, quello di star sempre in chat, scattare sull'attenti a ogni messaggio, avere più rapporti con il suo telefono cellulare che con le persone intorno a sé. E fugge perché non riesce ad accettare la morte, per tutto il tempo: suo padre è morto in un incidente e lei era nell'auto, per questo lei ora fa la stunt-girl in scene estreme, in cui muore sempre, ma poi si rialza, riapre gli occhi, per vincere il triste mietitore. Praticamente una bambina che non vuole crescere, ed è sin troppo semplice vedere nella relazione con Ed un rimpiazzamento del genitore morto.

Un film senile, con occhi di bambino

La corrispondenza: una malinconina Olga Kurylenko poco prima della ripresa di una scena
La corrispondenza: una malinconina Olga Kurylenko poco prima della ripresa di una scena

È sempre elegante, Giuseppe Tornatore. La luce perfetta, perché lui, da ex fotografo, la controlla personalmente in macchina. La musica rarefatta, non invasiva, esatta, ancora una volta del Maestro e amico Ennio Morricone. E lo sguardo stupito del bambino di Nuovo cinema Paradiso è ancora una volta tutt'uno con quello di Peppuccio, sempre incantato sul mondo. Ma per quanto ci abbia provato, Tornatore ha realizzato un film un po' senile e obsoleto nel suo voler essere contemporaneo (assenza di social, un utilizzo ormai superato dei CD, il portare la vicenda fuori dalle possibilità dell'internet... tutto vecchio ancor prima della data di uscita). L'ossessione dei due protagonisti, che probabilmente si potrebbe sintetizzare con l'altro detto, "Dio li fa e poi li accoppia" rasenta il ridicolo.

La corrispondenza: Jeremy Irons e Olga Kurylenko insieme in una scena del film
La corrispondenza: Jeremy Irons e Olga Kurylenko insieme in una scena del film

Ma ciò che più infastidisce, oltre al racconto grossolano ed errato del mestiere dello stunt, è il fortissimo maschilismo che lo impregna dalla prima all'ultima scena. Quello nascosto che serpeggia nella società, quello che vede un uomo rispettato tenersi una famiglia di rappresentanza e di comodo, e intanto manipolare una giovane ragazza per il proprio piacere fisico ed emotivo, impedirle fino all'ultimo di vivere la sua vita, usare finanche sua madre. È un burattinaio questo Ed, che muove i fili della sua marionetta, che non le manda messaggi di conforto, ma la costringe letteralmente a intraprendere un percorso, passo dopo passo e gesto dopo gesto, nei modi, nei tempi e nella sequenza decisa da lui, in una caccia al tesoro che è una continua interrogazione alla ricerca della risposta giusta da dare al professore. E se l'amore fosse questo, allora meglio stare senza.

Movieplayer.it

2.0/5