My Soul Summer, Casadilego: “La musica per raccontare la vita”

Il regista Fabio Mollo e i protagonisti Casadilego (all'esordio da attrice) e Luka Zunic ci hanno raccontato il coming of age musicale My Soul Summer. Presentato in anteprima ad Alice nella Città 2022.

My Soul Summer, Casadilego: “La musica per raccontare la vita”

Il debutto da attrice di Elisa Conclite alias Casadilego, la musica salvifica e un grande Tommaso Ragno in versione Iggy Pop. Tra i film visti ad Alice nella Città 2022 c'è anche My Soul Summer diretto da Fabio Mollo, delicato coming of age che ci porta nell'estate di Anita, diciassette con l'innato talento per il pianoforte e per il canto. Dovendo entrare al Conservatorio, la mamma (Anna Ferzetti) decide di mandarla dalla nonna, giù in Calabria, dove senza troppe distrazioni può concentrarsi sugli studi. Qui, però, conosce per caso Vins, rockstar indolente che la spronerà ad inseguire il suo sogno: quello di diventare una cantante. "Casadilego è un talento vero e puro", commenta il regista: "Un'artista che attraverso la musica racconta la vita. Era fondamentale darle lo strumento giusto per poter dare vita alle emozioni di Anita, e farla suonare e cantare dal vivo le ha permesso di farlo a pieno".

La video intervista a Fabio Mollo, Casadilego, Luka Zunic

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My Soul Summer: una scena del film

"Ho dato ai personaggi una grazie e una vulnerabilità decisamente gentile. I miei personaggi sono opposti, penso ad Alice e Vittore", dice Fabio Mollo nella nostra video intervista, da sempre molto abituato a lavorare con attori giovani (vedi alla voce Anni da Cane, che trovate su Prime Video). "Anita è a metà tra la gentilezza e la rabbia, e la scopriamo poco a poco", prosegue Casadilego. Nel ruolo di Vittore il bravo Luka Zunic, che dice: "Ci eravamo preparati molto sul set, il mio personaggio vive un'adolescenza complessa ma, nonostante tutto, continua a sognare. E poi inizia a sognare con Anita...".

Tra musica e vita

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My Soul Summer: una scena del film

My Soul Summer racconta anche quanto la musica e l'arte possano salvare - letteralmente - la vita. Allora, chiediamo ai protagonisti perché in Italia si fa ancora fatica ad intendere l'arte come un vero e proprio lavoro. Ci risponde subito Casadilego: "Non lo so! Forse... per una questione antropologica e culturale. In maniera superficiale posso credere che questo pensiero è radicato in una cultura che, venendo dal teatro e dalle grandi voci, oggi si scontra con idee di un mercato in cui è difficile entrare...". Il regista, invece, spiega che "viviamo in un mondo privilegiato, come una grande opportunità. Venendo da contesti diversi dal nostro lavoro, affrontiamo questo mestiere con responsabilità e umiltà...".