The Beast, la recensione: un poliziesco ambiguo e oscuro

La recensione di The Beast, remake coreano del classico francese 36 Quai des Orfèvres (2004), che perde il confronto con l'originale, tra pro e contro. Su Rai4 e RaiPlay.

The Beast, la recensione: un poliziesco ambiguo e oscuro

Due detective in competizione tra loro per una promozione che potrebbe cambiare il loro futuro, si ritrovano a dover collaborare per risolvere il caso di un efferato omicidio. Quando il cadavere orribilmente mutilato di una ragazza scomparsa tempo prima viene scoperto nelle zone costiere di Incheon, Han-soo e Min-tae, un tempo amici ma ormai rivali da anni, si trovano ora incaricati di rintracciare il colpevole, alla guida di due team che operano giorno e notte.

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The Beast: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di The Beast, le indagini sembrano destinate a una rapida conclusione quando un sospetto - che ha molto da nascondere - viene catturato e messo in custodia, ma le cose prendono una svolta imprevista dopo che Han-soo incontra un informatore che insiste di conoscere l'identità del vero assassino. Tra insabbiamenti e accordi segreti, le tensioni aumentano tra i due detective mentre l'opinione pubblica chiede a gran voce di risolvere il crimine, che sta scuotendo l'intero Paese, il prima possibile e hanno il fiato del loro diretto superiore sul collo.

Non ci eravamo già visti?

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Lee Sung-Min e Yoo Jae-Myung sono i due detective rivali

La sinossi appena esposta potrà accendere a qualcuno una lampadina e infatti ci troviamo davanti al remake coreano di un cult francese di inizio millennio, ovvero il memorabile polar 36 Quai des Orfèvres (2004) di Olivier Marchal, nel quale due giganti come Gérard Depardieu e Daniel Auteuil si sfidavano in una gara di bravura e carisma, nei panni di due personaggi antitetici e complementari al contempo. Un poliziesco ricco di tensioni e colpi di scena che in questa nuova versione perde gran parte del fascino, anche per via di una sceneggiatura che rischia di andare a tratti in sovrabbondanza e di risultare involontariamente confusionaria, con le due ore e rotti di visione nelle quali si risolvere la spietata e cinica resa dei conti tra i due contendenti, interpretati in quest'occasione dai comunque bravi Lee Sung-Min e Yoo Jae-Myung.

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Un ritmo alternato

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Ancora Lee Sung-Min e Yoo Jae-Myung in una scena

Da "il mondo è cambiato" a "il nemico del mio nemico è mio amico" si sprecano le frasi fatti in una sceneggiatura che aggiorna in maniera fin troppo formulaica il prototipo, cercando di trasportarne da terra transalpina in landa orientale le relative atmosfere noir. Un tentativo purtroppo non andato totalmente a buon fine, con quel mood cupo e dark che alla lunga prende il sopravvento annullando di fatto le psicologie dei protagonisti, che sembrano inermi pedine in una partita a scacchi eseguita da un destino crudo e crudele. The Beast non risparmia momenti di violenza fisica e psicologica, prendendo a piene mani dall'immaginario dei thriller coreani dell'ultimo ventennio, e offre alcune sequenze dal discreto tasso tensivo. Viene però difficile affezionarsi ai personaggi e lasciarsi trasportare totalmente dalla storia, fattore che invece aveva fatto le fortune della pellicola originale, viva e pulsante anche nelle sue sfaccettature più ombrose.

Lotta senza codice d'onore

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The Beast: un'immagine del film

Le scene d'azione sono limitate al minimo - comunque d'effetto l'assalto delle forze dell'ordine all'edificio popolato da gang criminali - e si gioca continuamente sulla contrapposizione tra i due detective, che si ritrovano ognuno a condurre indagini per proprio conto cercando al contempo di nascondere importanti omissioni o drammatici segreti, che potrebbero cambiare definitivamente le carte in tavola per l'uno o per l'altro. La sceneggiatura, ricalcando quanto alla base, è pienamente ambigua, con tutte le varie figure coinvolte che antepongono i propri interessi al bene comune, sacrificando sulla strada dei "danni collaterali". A mancare però sono le sfumature e l'insieme generale sembra soffrire di una certa staticità che castra sul nascere potenziali slanci emozionali in favore di una messa in scena consona e ben realizzata ma al contempo anonima.

Conclusioni

Questo remake in salsa coreana di un classico del poliziesco moderno come 36 Quai des Orfèvres (2004) perde di netto il confronto con l'originale, potendo contare su un buon comparto tecnico e attoriale ma risultando privo di anima ed eccessivamente contorto in fase di sceneggiatura, impedendo così di affezionarsi ai pur ambigui personaggi. The Beast vede affrontarsi due detective della polizia, ognuno con ombre e segreti, che indagano su un difficile caso che sta scuotendo l'opinione pubblica, giocandosi al contempo una possibile promozione: nella loro gara per arrivare primi non guarderanno in faccia niente e nessuno, finendo per ignorare paradossalmente anche il pubblico stesso.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Messa in scena solida e con un buon livello di tensione in certi passaggi.
  • Un cast efficace, per quanto esca sconfitto dall'arduo confronto con il film originale.

Cosa non va

  • Sceneggiatura inutilmente complicata e tirata per le lunghe.
  • Più freddo del previsto.