Manodrome, Adrien Brody: "Da giovane ero più impulsivo, guidato dalle emozioni"

Abbiamo partecipato alla conferenza di presentazione di Monodrome, il film di John Trengove in concorso alla settantatreesima edizione del Festival del cinema di Berlino.

Manodrome, Adrien Brody: 'Da giovane ero più impulsivo, guidato dalle emozioni'

In competizione alla 73esima edizione della Berlinale è stato presentato il nuovo lavoro di John Trengove, Manodrome, un film sulla mascolinità tossica che racchiude comunque in sé una miriade di altre tematiche più o meno collegate con la principale. Il protagonista è Ralphie (Jesse Eisenberg), un ragazzo che lavora come autista Uber, va in palestra e sta per avere un bambino dalla sua compagna. È anche una persona mentalmente fragile e violenta che grazie ad un suo amico entra in contatto con una setta che promuove l'affermazione del potere maschile. A capo di quella che è in tutto e per tutto una setta c'è Padre Dan (Adrien Brody), un uomo manipolativo che ha riunito intorno a se diversi uomini con una serie di problematiche. La pellicola vedrà la progressiva perdita di contatto con la realtà di Ralphie, ormai in una spirale di inquietudine e violenza. Abbiamo partecipato alla conferenza di presentazione dove regista e cast hanno parlato dei tanti temi trattati e della realizzazione del film.

L'ideologia radicale che diventa mainstream

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Manodrome: Jesse Eisenberg in una foto

Nel suo precedente film, The Wound, John Trengove affrontava il tema della mascolinità utilizzando come espediente narrativo i riti di iniziazione tribali. In Manodrome ripropone una simile tematica spostandola geograficamente, cambiando il contesto e così l'approccio e le conseguenze, scegliendo di riportare su schermo un tema a lui caro visto da un'angolazione differente: "Ho iniziato a pensare al soggetto del film circa due anni fa quando mi sono imbattuto nelle community online di questo tipo di uomini che facevano gruppo per motivi diversi. E quindi ho avuto l'idea di un personaggio che si immerge semplicemente in un mondo prettamente maschile che confondesse i confini tra cameratismo e sessualità e tutto ciò porta a una sorta di follia, una specie di sogno febbrile."

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Manodrome: Jesse Eisenberg in un'immagine

Il regista ha poi continuato: "Da allora, da quando ho avuto l'idea per il soggetto, questi gruppi sono diventati molti di più e sono più mainstream. Era comunque piuttosto importante per me non fare un film sull'autorità o un film sulla cultura di Internet. Come regista queer trovavo interessante affrontare questa idea di famiglia prescelta di uomini, queste persone che si sentono in qualche modo private dei propri diritti o emarginate, che poi si uniscono e creano le proprie comunità come via di riabilitazione e di autoguarigione. Parte di ciò che mi interessava è il modo in cui l'ideologia radicale raggiunge il mainstream."

Manodrome, la recensione: Jesse Eisenberg alla deriva di una mascolinità fuori controllo

La violenza in America

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Manodrome: Jesse Eisenberg in una scena

A Jesse Eisenberg è stato chiesto cosa ne pensasse dell'escalation di violenza che opera il suo personaggio, anche in relazione alla politica sull'uso delle armi che vige in America: "Basandosi su un tipo di mascolinità pericolosa, sembra logico che poi il tutto esploda in violenza armata, anche se capisco che per un europeo possa essere qualcosa di più difficile da comprendere perché le leggi sulle armi sono molto diverse da quelle americane. Anzi, temo sembrerà una storia prettamente americana. Siamo afflitti da una violenza epidemica, e l'escalation presente in questo film mi sembra la naturale progressione di quello che racconta. Aggressioni, molestie, una miriade di insicurezze e violenza sono parte di una narrazione tragica"

Il coinvolgimento di Adrien Body nel progetto

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Manodrome: una scena del film

Adrien Body, interprete dell'ambiguo e carismatico Padre Dan, capo della setta per la supremazia maschile, ha rivelato di aver voluto lavorare con John Trengove dopo aver visto The Wound: "Sono rimasto molto impressionato dal film di John. Ero molto colpito dalla complessità della narrazione e dalle varie sfumature delle interpretazioni. Penso che ci sia qualcosa di simile in Manodrome, tematicamente. Oltre alle mascolinità tossica sono rappresentati problemi presenti nella società nel suo insieme. Si parla dello scollamento tra ciò che intrinsecamente percepiamo come la verità e da cosa veniamo bombardati, che diventa poi una verità. Tutti i nostri dubbi collettivi, i traumi irrisolti creano queste fratture. John è molto accurato e io ho cercato di portare il mio impegno in questo progetto. Abbiamo passato mesi a comunicare prima che io avessi il ruolo: abbiamo discusso il personaggio, cercando di trovargli una sua verità e il modo di farlo evolvere." Incalzato con domande sulla natura del suo personaggio ha detto: "La vita ti dà una serie di prospettive e quindi quando sei giovane ne hai di meno, parlo per esperienza. Ero molto più reattivo quando ero più giovane, guidato dalle emozioni, ed è qualcosa di cui io e John abbiamo discusso in merito al personaggio di Padre Dan e alla sua relazione con Ralphie."