Mad Heidi, la recensione: su Prime Video una folle horror comedy

La recensione di Mad Heidi, film dove la protagonista - icona dell'immaginario - vive in una Svizzera comandata da una crudele dittatura votata alla purezza del formaggio, diventando un simbolo della ribellione, armi in pugno.

Mad Heidi, la recensione: su Prime Video una folle horror comedy

In una Svizzera molto diversa da come la conosciamo, Heidi vive il suo amore segreto con il Pastore Peter, individuo di colore che per guadagnarsi da vivere spaccia formaggio senza lattosio, considerato illegale sul mercato. Nella nuova dittatura facente capo al crudele monopolista Meili, l'obiettivo primario è infatti quello di eliminare per sempre l'intolleranza al lattosio e chiunque sia affetto da tale patologia viene fatto fuori senza pietà. Heidi è orfana di genitori, uccisi quando era ancora piccola proprio dall'esercito guidato dall'altrettanto spietato comandante Knorr, ed è stata cresciuta dall'amato nonno.

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Mad Heidi: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Mad Heidi, il commercio di contrabbando di Peter viene scoperto e l'uomo viene assassinato a sangue freddo in pubblica piazza proprio davanti agli occhi della protagonista, che viene inoltre rapita e condotta in un carcere per sole donne, dove comincia a essere vittima di sevizie e soprusi da parte delle altre detenute. Riuscita a scappare, troverà il modo per mettere in atto la sua vendetta, tremenda vendetta, tramite l'aiuto di Helvetia, guardiana della madre terra dai poteri mistici.

Cantoni insanguinati

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Mad Heidi: una'immagine del film

Non è un caso che tra i produttori figuri - anche se la sua effettiva partecipazione è stata oggetto di dibattito - il finlandese Tero Kaukomaa, che in passato si era occupato tra gli altri del dittico di Iron Sky, che vedeva i nazisti aver invaso la Luna con conseguenze del tutto imprevedibili. Un piccolo grande cult del cinema a basso budget e anche con questo Mad Heidi rivivono le medesime atmosfere, all'insegna di un intrattenimento fuori di testa e grindhouse, tra horror e commedia, nella miglior tradizione del sottogenere. Pure in quest'occasione l'operazione è stato frutto di un'abile operazione di crowdfunding, con oltre due milioni di euro raccolti online prima di poter avviare definitivamente il progetto. Progetto che fa di necessità virtù e anche a dispetto di un budget esiguo riesce a farsi valere dal punto di vista del puro spettacolo di genere, con quell'anima splatter che vive in sequenze gustose ed "emoglobiniche" al punto giusto e un'irriverente carica dissacrante nei momenti clou della narrazione.

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Una Svizzera sui generis

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Mad Heidi: una scena del film

Novanta minuti all'insegna del nonsense, che rivisitano un personaggio iconico come Heidi in un'ottica del tutto nuova, così come quella Svizzera che qui diventa teatro di una nuova dittatura basata sul... formaggio. Come avrete letto nella sinossi sopra esposta, tutto ruota intorno a quest'alimento da sempre associato al territorio elvetico, che qui diviene fondamentale nelle dinamiche che muovono la società: basti vedere nelle fasi iniziali gli spot a tema realizzati dalla televisione pubblica, per invitare la popolazione a seguire la giusta dieta. Tutto è volutamente sopra le righe, a cominciare proprio dalle caratterizzazioni dei personaggi, ognuno introdotto con tanto di nome scritto in sovrimpressione: dal Pastore Peter, solo individuo di colore in tutto il Paese, al nonno con la benda sull'occhio, dal comandante Knorr che cita il suo più famoso collega di Apocalypse Now (1979) allo schizzato despota di un ispirato Casper Van Dien, il parterre di figure principali e secondarie è caricaturale all'ennesima potenza, con tutti i pro e i contro del caso.

Latte e sangue

E poi ancora la formula per creare il supersoldato che in realtà trasforma in zombi privi di cervello e affamati di carne umana, culturiste come scomode compagne di cella, figure salvifiche che rappresentano il cuore della natura con tanto di suore guerriere a supporto, echi musicali spaghetti western e addestramenti in stile kung-fu e molto, molto altro. La fase di pura e implacabile vendetta si scatena nella rocambolesca mezzora finale, dove Heidi si ritrova, treccine sciolte, a indossare un completino in stile indigeno - che ha suscitato non poche polemiche in patria, scatenando le ire della federazione dei costumi - nella sua crociata per la libertà, al motto di "morte alla madre patria", stoccata netta a tutti i nazionalismi.

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Mad Heidi: una scena del film

Il cast, oltre al già citato Van Dien quale guest star, può contare su facce giuste al posto giusto, partendo proprio dalla protagonista Alice Lucy, subentrata in corsa dopo l'abbandono, per scelte personali, di Jessy Moravec, attrice scelta per la parte e che compariva nei primi trailer. Semi esordiente, la Lucy mostra già consapevolezza e personalità davanti alla macchina da presa e chissà se la vedremo nuovamente in tal veste nell'ipotetico "sequel a due", annunciato più o meno seriamente nell'epilogo. Per la cronaca, il film è stato presentato all'autoctono Film Festival di Zurigo e ha anche vinto il premio del pubblico al Festival internazionale del film fantastico di Bruxelles, segno di apprezzamento da parte del pubblico di appassionati e di una considerazione che forse in pochi pensavano per una produzione di questo tipo.

Conclusioni

In una Svizzera dove la dittatura celebra la sacralità e la purezza del formaggio e gli intolleranti al lattosio vengono uccisi senza pietà, Heidi vede morire il suo amato davanti ai propri occhi e in cerca di vendetta si trasforma in un simbolo per gli oppressi, arrivando a sfidare il crudele despota e i suoi altrettanto spietati scagnozzi, armi in pugno. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Mad Heidi, ci troviamo di fronte a un'inedita rivisitazione dell'iconico personaggio, qui protagonista di una horror comedy di serie B gustosa e divertente, amabilmente grindhouse, dove sangue e gag convivono con una certa armonia, andando spesso a segno nella loro anima dissacrante. Per un intrattenimento grezzo e divertente al punto giusto, ovviamente indirizzato a uno specifico target di pubblico.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Buon mix tra ironia e splatter, nella miglior tradizione del genere, e con un sacco di citazioni.
  • I paesaggi svizzeri.
  • Cast in palla, a cominciare dalla protagonista e da un cattivissimo Casper Van Dien.

Cosa non va

  • Film ovviamente non per tutti.