La Sirenetta, recensione: pasticcio in fondo al mare

La recensione di La Sirenetta, live action del classico Disney con Halle Bailey nel ruolo di Ariel: lei e la sua voce sono meravigliosi, la computer grafica molto meno. In sala dal 24 maggio.

La Sirenetta, recensione: pasticcio in fondo al mare

Prima di tuffarci nella recensione di La Sirenetta, liberiamoci subito dell'imbarazzo: continuare a contestare la realizzazione dei live action Disney non ha senso. Ogni volta che ne viene annunciato uno nuovo è sempre la stessa cantilena. E ogni volta si fa la figura di nonno Simpson quando impreca contro la nuvola. La ragione per cui vengono fatti è chiara: sono una grande fonte di guadagno (non solo al cinema, ma anche in termini di gadget) e permettono di rinnovare le proprietà intellettuali. Bisogna poi mettersi l'anima in pace: sono già confermati un nuovo Biancaneve e i sette nani, un prequel di Il re leone, Hercules. E infiniti sequel, come Crudelia 2. Arriveremo presto al remake del remake.

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La sirenetta: Halle Bailey in una scena sottomarina

Ingenuo parlare anche di "mancata fedeltà alla storia originale": i classici Disney per primi hanno sempre riadattato le fiabe da cui sono tratti, spesso cambiandone completamente alcuni aspetti fondamentali. Pensiamo a Cenerentola: nello scritto dei fratelli Grimm le sorellastre si mozzano le dita dei piedi pur di infilarsi la scarpetta di cristallo. Nella versione animata ovviamente non c'è tutto questo spargimento di sangue.

Rielaborare quindi ulteriormente La Sirenetta per renderla più attuale ai giorni nostri non è uno schiaffo in faccia alla nostra infanzia: anzi, per i bambini di oggi è sicuramente molto più familiare una Ariel che decide con maggiore determinazione cosa fare della propria vita rispetto alla controparte di fine anni '80, ancora molto legata all'idea di matrimonio come mezzo per staccarsi dalla famiglia d'origine. Per non parlare delle polemiche sul colore della pelle dell'attrice scelta per interpretarla: Halle Bailey è perfetta. Ha una voce e un sorriso meravigliosi e sembra davvero una sirena. I problemi del film di Rob Marshall, dal 24 maggio in sala, sono altri e si trovano per la maggior parte in fondo al mare.

La Sirenetta: la parte in fondo al mare è un pasticcio kitsch

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La Sirenetta: una foto di Ursula

Il numero musicale di In fondo al mar (in originale Under the sea) per molti bambini cresciuti tra gli anni '80 e '90 è stato uno dei primi approcci con il grande musical: una scena diventata iconica, per una canzone (composta da Alan Menken e scritta da Howard Ashman) giustamente premiata con Oscar e Grammy. Nel testo del brano c'è un verso che, guardando questo live action, non può che far sorridere: Sebastian (doppiato nella versione italiana da Mahmood) canta "vorresti andar sulla terra, non sai che gran sbaglio fai".

La Sirenetta, Mahmood è la voce di Sebastian: "È il mio personaggio preferito"

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La Sirenetta: Ariel ed Eric in una foto del film

Per il film di Marshall è esattamente il contrario: tutta la prima ora ricalca fedelmente, quasi come una copia carbone, il classico di animazione Disney. Inquadratura per inquadratura. Il problema però è la resa in computer grafica: i colori sono spenti, la pellicola è buia e la postura degli attori umani non si sposa perfettamente con le code realizzate in CGI. Per un effetto straniante e innaturale.

La vera nota dolente sono però i personaggi animali: già nel live action di Il re leone vedere questi felini super realistici muovere la bocca per parlare era alienante, qui, con il granchio Sebastian, il pesce Flouder e il gabbiano Scuttle, l'effetto "uncanny valley" è fuori scala. Guardando fisso negli occhi di questo Scuttle a un certo punto si può vedere la morte. Il loro design è talmente inquietante da trasformare la parte in fondo al mare quasi in un horror. Fa eccezione la Ursula di Melissa McCarthy: è quella che esce sicuramente meglio sia in termini di animazione che di carisma.

Progresso sulla terra

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La Sirenetta: una foto di Jonah Hauer-King

La parte sulla terra è quella che si prende maggiori libertà rispetto al film anni '80, sia in termini di trama che musicali. Lin-Manuel Miranda, autore del celebrato musical Hamilton, ha messo mano alla colonna sonora originale, scrivendo tre nuove canzoni: Wild Unchartered Waters, cantata dal principe Eric (che in effetti non aveva un suo brano), For the First Time, eseguita da Ariel, e The Scuttlebutt, affidata a Scuttle. Momenti che presi a sé funzionano, ma avendo (soprattutto nel caso del pezzo del gabbiano) un sound molto contemporaneo, non si sposano perfettamente con lo stile delle musiche che tutti conosciamo.

La Sirenetta Nuova Foto
La Sirenetta: Halle Bailey in una foto del film

È stato fatto invece un buon lavoro in fase scrittura: Eric e Ariel scoprono di piacersi non più soltanto perché attratti dal rispettivo aspetto fisico, ma anche per avere in comune la stessa curiosità per culture e popoli sconosciuti. Nonché una spiccata passione per il collezionismo. Bello anche il cambiamento della protagonista: qui non soltanto salva il principe dal naufragio, come nell'originale, ma prende letteralmente il proprio destino nelle sue mani. E si salva sì fisicamente, ma sopratutto nel rapporto con il padre Tritone (il premio Oscar Javier Bardem). Ariel qui non si limita a cercare di recuperare la propria voce, barattata in cambio delle gambe con la strega del mare, ma impara anche a farsi ascoltare.

Peccato quindi per queste due anime che non riescono a trovare un'armonia, come invece accade nel cuore e nella mente della sirenetta: qui ponte tra due mondi e non donna pronta a rinunciare a tutto per un uomo.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di La Sirenetta, il film di Rob Marshall è diviso in due parti: una in fondo al mare e una sulla terra. Quella nell'acqua, per l'uso massiccio di CGI, è la meno riuscita: il design dei personaggi animali è disturbante, mentre i movimenti degli umani non sono sincronizzati in modo naturale con quello delle code. Fa eccezione la Ursula di Melissa McCarthy: è quella che ne esce meglio in termini di carisma e animazione. La parte sulla terra ha subito maggiori cambiamenti in termini di storia rispetto al film di animazione: funzionano. Halle Bailey è perfetta: ha una voce bellissima e sembra davvero una sirena. Ma non basta a far dimenticare una CGI che risulta estraniante.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Halle Bailey ha voce e sorriso meravigliosi: sembra davvero una sirena.
  • La Ursula di Melissa McCarthy è il personaggio che esce meglio in termini di carisma e animazione.
  • Questa Ariel più moderna funziona.

Cosa non va

  • La CGI degli animali è straniante.
  • I nuovi brani di Lin-Manuel Miranda non si sposano perfettamente con la colonna sonora classica.
  • Tutta la parte in fondo al mare è buia e dai colori spenti.
  • L'attore scelto per interpretare il principe Eric, Jonah Hauer-King, non ha il carisma necessario per il ruolo.