Indivisibili, la favola grottesca e vitale di Edoardo De Angelis

La paura di crescere, i sogni, le speranze e il desiderio di una vita normale di due gemelle siamesi toccate e sfruttate da tutti, ma capite da nessuno, forse nemmeno da se stesse. È in sala la bellissima opera terza di Edoardo De Angelis.

Due cuori, due teste, un corpo solo: Daisy e Viola sono la stessa persona, se una beve l'altra si sente girare la testa, se una mangia troppo l'altra ha la nausea. Combattiva e fiera una, insicura e più dolce l'altra, si completano a vicenda, facendo risuonare all'unisono la loro anima quando cantano. La loro unicità e allo stesso tempo duplicità le rende speciali, bellissime e inquietanti insieme, come lo sono le adolescenti, sconvolte da un tumulto di ormoni e sogni, insicurezze e paure. Guardate con occhi ora insofferenti, ora vogliosi, ora curiosi, le giovani donne faticano a trovare se stesse, perché frammentate nei mille sguardi diversi del mondo che le circonda.

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Indivisibili: Marianna Fontana e Angela Fontana in una scena del film
Indivisibili: Marianna Fontana e Angela Fontana in una scena del film

Per Daisy e Viola crescere e trovarsi è ancora più difficile. Sfruttate da un padre padrone che utilizza la loro condizione di gemelle siamesi per fare soldi, portandole a esibirsi in feste di compleanno come un fenomeno da baraccone, sfruttate anche dal prete locale, che le porta in processione come delle madonne pagane, sfruttate ancora da un produttore discografico, attratto da loro in qualità di oggetto sessuale insolito, le sorelle si risvegliano dal torpore che è la giostra triste in cui sono state lanciate quando scoprono che un'operazione potrebbe separarle, offrendo loro la possibilità di una vita normale.

Il prezzo della libertà

Indivisibili: Marianna Fontana e Angela Fontana in un momento del film
Indivisibili: Marianna Fontana e Angela Fontana in un momento del film

Presentata alla 73esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Giornate degli Autori, l'opera terza di Edoardo De Angelis, dopo Mozzarella Stories (2011) e Perez. (2014), è una favola grottesca e ipnotica sulla paura di crescere, sul desiderio di trovare se stessi ed essere liberi, che comporta necessariamente un taglio netto con una parte di noi, un sacrificio inevitabile se si vuole trovare il proprio posto nel mondo. La bellezza di Daisy e Viola è allo stesso tempo attraente e respingente, simbolo di una purezza incomprensibile per la corruzione e la bruttura del mondo degli adulti, incapaci di emozionarsi di fronte al bello e all'innocenza, individui distrutti e frammentati quanto invece le due ragazze sono, letteralmente, unite.

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Indivisibili: Angela Fontana e Marianna Fontana in una scena del film
Indivisibili: Angela Fontana e Marianna Fontana in una scena del film

Citando le gemelle Violet e Daisy Hilton, realmente esistite e apparse nel film di Tod Browning Freaks (1932), De Angelis crea il suo personale e infernale Paese dei Balocchi, un circo in cui gli sfruttatori delle due ragazze sono disumani, molto più delle protagoniste additate come diverse, che invece hanno sogni semplici di normalità. In un gioco di specchi, ombre, riflessi e doppi, il regista costruisce un racconto complesso, in cui si parla di valori calpestati, dignità umana, del corpo delle donne sfruttato da tutti e protetto da nessuno, di quanto sia difficile crescere e di come il desiderio di apparire sia diventato la nuova religione di questi anni, un culto che comprende milioni di fedeli.

La splendide gemelle Fontana

Indivisibili: Angela Fontana, Marianna Fontana e Gaetano Bruno in una scena del film
Indivisibili: Angela Fontana, Marianna Fontana e Gaetano Bruno in una scena del film

Oltre alla notevole capacità di messa in scena di De Angelis, che ha uno sguardo originale e interessante, al terzo film ancora più maturo e personale, Indivisibili ha almeno altri due punti di forza: la colonna sonora di Enzo Avitabile, autore delle canzoni cantate dalle protagoniste, e lo straordinario cast, composto da Massimiliano Rossi (Zecchinetta in Gomorra - La Serie), nel ruolo del padre delle gemelle, Antonia Truppo (Nunzia in Lo chiamavano Jeeg Robot) in quello della madre, Gaetano Bruno e Gianfranco Gallo in quelli, rispettivamente, dell'agente Marco Ferreri (un nome scelto non a caso) e del prete Don Salvatore. Su tutti, si stagliano però le sorelle Angela e Marianna Fontana, al loro esordio cinematografico: sanguigne, vitali, dotate di bellezza e talento musicale, le ragazze riempiono letteralmente la scena con la loro presenza, caricando il peso dell'intero film sulle proprie spalle. Un esordio folgorante, impossibile da cancellare dalla mente anche fuori dalla sala.

Movieplayer.it

4.0/5