La cena perfetta, la recensione: Un film da “gustare”, per una serata unica

La recensione de La cena perfetta: il film di Davide Minnella, in uscita evento al cinema il 26, 27 e 28 aprile, è una commedia romantica raffinata che si mescola con una storia crime, dove il cinema prende la cucina molto sul serio.

La Cena Perfetta Salvatore Esposito Greta Scarano
La cena perfetta: Salvatore Esposito e Greta Scarano in una scena

"Non sottovalutare le conseguenze dell'amore". Ricordate? Era la nota che si riprometteva di tenere a mente il protagonista del famoso film. Scrivendo la recensione de La cena perfetta, il film di Davide Minnella, in uscita evento al cinema il 26, 27 e 28 aprile, questa frase ci è venuta in mente. Anche se, come genere di film, siamo da tutt'altra parte, le conseguenze dell'amore sui protagonisti sono decisive, in tutti i sensi. Anche qui c'è un personaggio legato alla Camorra, ma in qualche modo esterno, laterale alla struttura. L'amore c'è, quello intenso in senso classico, ma c'è anche l'amor proprio, quello che ti fa venire voglia di costruire qualcosa che ti faccia capire chi sei. La cena perfetta, scritto da Stefano Sardo insieme a Gianluca Bernardini e Giordana Mari, è una commedia romantica raffinata che si mescola con una storia crime. La cena perfetta così diventa un film molto particolare, dove il cinema prende la cucina molto sul serio, grazie anche alla consulenza della chef Cristina Boweman, con i piatti cucinati che diventano parte integrante della storia e delle scenografie, veri protagonisti della storia. Che è anche una riflessione sulla cucina stessa.

Da Gomorra alla guida Michelin

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La cena perfetta: Salvatore Esposito in un'immagine

Carmine (Salvatore Esposito) è un camorrista. Si trova affiliato al clan di Don Pasquale (Gianfranco Gallo), ma non è un soldato come gli altri che circondano il boss. Lui si trova lì perché il padre ha perso la vita per salvarla al boss, e così è entrato sotto la sua ala protettiva, come un figlio. Ma non è cattivo, certe cose non le sa fare. Così viene mandato a Roma, a gestire un ristorante che non è altro che una "lavatrice" per riciclare denaro sporco. Lui dovrà occuparsi solo di quello, con buona pace della cucina, per cui ha una certa passione. Davanti a quel ristorante, però, incontra una ragazza, che con quel locale pare avere un contro in sospeso. E scopre che si chiama Consuelo (Greta Scarano), è di origine argentina, è una chef e quel ristorante era il suo. E allora in Carmine scatta qualcosa. Un po' è l'amore per lei, un po' è la voglia di dimostrare di saper fare qualcosa, fatto sta che comincia a rendere Il picchio blu, questo è il nome del locale, un vero ristorante. In grado, magari, di ritrovare quella stella della guida di Michelin che Greta aveva e che ha perso. Ma, pare che questa cosa si sappia, un ristorante di alto livello per due anni va in perdita, prima di prendere quota. La cosa andrà bene a Don Pasquale? Sapete già la risposta...

Salvatore Esposito, da boss a chef

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La cena perfetta: Greta Scarano e Salvatore Esposito in una scena del film

La prima cosa che colpisce, vedendo La cena perfetta, sono i volti. Il film fa delle scelte perfette a livello di cast. Sì, perché Carmine è interpretato da Salvatore Esposito, notissimo al grande pubblico per essere stato il Genny Savastano di Gomorra - La Serie. La scelta è felice, perché un volto come il suo permette un'immediata identificazione con un mondo, l'evocazione di un certo tipo di personaggi., E, una volta che il mondo in cui ci muoviamo è chiaro, Salvatore Esposito, grazie alla sceneggiatura di Stefano Sardo e dei suoi colleghi, ci porta subito da un'altra parte. É una cosa che giova al film, ma anche, ovviamente, a Salvatore Esposito, che, nel solco di un carattere che ormai è associato al suo volto, alla sua parlata, alla sua provenienze geografica, si dimostra in grado di variare, e di portare in scena un tono e un carattere completamente diversi. Il suo volto è una sorta di Cavallo di Troia, in grado di avvicinare un certo pubblico, per poi sorprenderlo, e conquistarlo. Ma è maltrattando importante la presenza di Greta Scarano, che irrompe nel film da subito con quel suo sguardo irriverente, impertinente, di chi non si ferma davanti alle cose prestabilite e non accetta lo stato delle cose. Greta Scarano ha quella sua bellezza e quella sua sensualità che non hanno bisogno di ulteriori costruzioni, ma sono sempre molto terrene, vere, e quindi molto credibili.

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La cena perfetta: Greta Scarano e Salvatore Esposito in un'immagine del film

La credibilità in tutti i campi

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La cena perfetta: Greta Scarano e Salvatore Esposito in un'immagine

Ce lo hanno raccontato Stefano Sardo e gli sceneggiatori, in conferenza stampa: in questo film hanno cercato di raggiungere una certa credibilità in ognuno dei campi che La cena perfetta attraversava. Il crimine, la commedia sentimentale, e la cucina. E, se per i primi due aspetti, la scrittura e gli attori erano una garanzia, dal punto di vista della cucina è stata chiesta la consulenza di una vera, chef, una grande chef, Cristina Bowerman. Si tratta della prima volta, a quanto ne sappiamo, in un film italiano. E questo ha permesso al film di prendere la cucina completamente sul serio. Per il fatto di essere uno dei motori della storia, ma anche solo per il rispetto che merita questo mondo, fatto di ricerca della perfezione e di competitività. Per questo la chef è stata sempre sul set, ha partecipato alla creazione dei piatti, ma anche alle coreografie, cioè al movimento che i cuochi hanno in una cucina. In questo senso il film vive, oltre di una recitazione di livello, anche di immagini accattivanti per quel che riguarda il cibo.

Greta Scarano: "Dopo tanto dramma voglio far ridere"

Sapori e dissapori

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La cena perfetta: Greta Scarano in una scena del film

Così La cena perfetta diventa una di quella commedie sentimentali raffinate, che si muovono tra amore e cibo, un po' come Sapori e dissapori. Di quelle che in America e in Francia si fanno spesso, da noi di meno. Ma diventa anche una di quelle storie in cui una cena è in grado di salvare tutto come Big Night o Il pranzo di Babette. É un film che in qualche modo affranca la cucina da quel racconto televisivo che sembrava avere ormai il monopolio della narrazione, e prova ridare al lavoro dello chef un'altra immagine, una sorta di verità. Le immagini di Davide Minnella cercano di essere il più possibile evocative di questo mondo.

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La cena perfetta: Greta Scarano e Salvatore Esposito in una sequenza

La cucina come memoria

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La cena perfetta: Greta Scarano in una scena

Ma è chiaramente un film che, attraverso la cucina, parla di altro. Prima di tutto, ci parla del riuscire ad avere una seconda possibilità nella vita, un qualcosa che in teoria la nostra società proclama sempre, ma che in pratica spesso non avviene, soprattutto quando si parla di ragazzi cresciuti in ambienti criminali. Ma, accanto a questo, che è il tema principale del film, c'è anche un discorso della cucina. Una cucina che "ha bisogno di memoria", una cucina che è memoria, uno scrigno dove conservare i propri ricordi. E, in questo senso, è bellissima la scena in cui Don Pasquale (un eccezionale Gianfranco Gallo) rivive una madeleine proustiana, come il critico Antoine Ego in Ratatouille. Solo che stavolta la ratatouille è una pastiera. Approfittate allora di questa uscita evento di tre giorni per organizzare la vostra serata perfetta. Questo è un film che fa venire appetito e voglia di assaporare. Quindi scegliete la sala migliore dove vedere il film, e il ristorante migliore dove continuare la serata dopo averlo visto. Il senso di uscire per andare al cinema, in fondo, è anche questo. Passare una serata unica.

Conclusioni

Nella recensione de La cena perfetta vi abbiamo parlato di una commedia romantica raffinata che si mescola con una storia crime. La cena perfetta è diventa un film molto particolare, dove il cinema prende la cucina molto sul serio, grazie anche alla consulenza della chef Cristina Boweman, con i piatti cucinati che diventano parte integrante della storia e delle scenografie, veri protagonisti della storia. Che è anche una riflessione sulla cucina stessa.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • La storia mescola una commedia romantica raffinata, di quelle che in USA e Francia fanno spesso, a una storia crime.
  • I volti di Salvatore Esposito e di Greta Scarano sono perfetti per evocare mondi e portarci nella storia.
  • Grazie alla regia e alla consulenza di una vera chef, i piatti diventano protagonisti e parte integrante della storia.

Cosa non va

  • Alcuni meccanismi della storia potranno sembrarvi un po' prevedibili.