Recensione Heimat 3 - Cronaca di un cambiamento epocale (2004)

Arriva alla sua naturale conclusione la saga di Edgar Reitz, che copre ottanta anni di storia tedesca vista attraverso gli occhi di persone comuni che vivono la loro quotidianità in un paese carnefice e vittima.

L'abbraccio tedesco

Arriva alla sua naturale conclusione la saga di Heimat, romanzo storico a puntate scritto e diretto da Edgar Reitz che copre ottanta anni di storia tedesca vista attraverso gli occhi di persone comuni che vivono la loro quotidianità in un paese carnefice e vittima. Con la terza parte del progetto, i lungometraggi che compongono Heimat arrivano a trenta, per una durata complessiva di 52 ore. Un lavoro cominciato venticinque anni fa e che è stato finalmente portato a termine seppur tra mille difficoltà di finanziamento.

Heimat vuol dire luogo natale. Il paese d'origine di cui si parla qui è il piccolo villaggio (immaginario) di Schabbach, nella regione montuosa di Hunsrück della Germania Occidentale, che per i protagonisti del film diventa il centro del mondo. Il primo Heimat, composto da undici episodi, raccontava la storia di questo villaggio, le cui vicende si intrecciano e si riflettono in quelle dell'intera nazione tedesca negli anni che vanno dal 1919 al 1982, un lungo periodo segnato dal dramma delle due guerre mondiali e del nazismo, ma anche dal miracolo economico del dopoguerra. Heimat 2 è la seconda patria, il luogo che scegliamo da adulti e nel quale decidiamo di fermarci. Tredici episodi che spostavano il focus su un gruppo di giovani nella Monaco degli anni Sessanta, il periodo dei grandi mutamenti e delle famose contestazioni giovanili. Uno di questi giovani, Hermann, ha abbandonato Schabbach per inseguire il sogno della vita e si è stabilito a Monaco per studiare musica.

Il nuovo Heimat 3 - Cronaca di un cambiamento epocale è composto da sei lungometraggi e l'arco temporale coperto è l'ultimo decennio del millennio, una fase difficile per il popolo tedesco alla ricerca di un'identità nazionale dopo essere stato diviso dalla Guerra Fredda.

E' il 9 novembre del 1989. Nel foyer di un grande albergo di Berlino Ovest, Hermann ritrova per caso Clarissa, la donna con la quale in passato ha avuto una travolgente storia d'amore, ma che il destino ha tenuto lontana per diciassette lunghi anni. E' la sera della caduta del muro di Berlino, i tedeschi fanno festa, intonano l'inno nazionale e si stringono tutti in un unico abbraccio, mentre i due amanti, ultraquarantenni all'apice del successo, lui direttore d'orchestra e lei cantante, possono celebrare in una camera d'albergo il loro amore ritrovato, prima di partire alla volta dell'Hunsrück, per costruire una casa dove poter finalmente vivere insieme.

Heimat 3 è un affresco sulla Germania riunificata, che Reitz mette in scena facendo la spola tra il colore e il bianco e nero, una scelta stilistica già sposata nei precedenti capitoli della saga. Tante cose sono cambiate tra il primo e il terzo Heimat. Il concetto stesso di Heimat si è trasformato nel corso degli anni e oggi identifica un tempo più che un luogo, il desiderio di rimanere bambini della nostra epoca. Sbiadisce la memoria collettiva, l'universalità delle storie, ed entra in scena il privato, l'intimità dei protagonisti e la fine delle illusioni che hanno caratterizzato la riunificazione. I tedeschi scoprono un mondo di nuove opportunità, si trovano a fare i conti con il capitalismo e la globalizzazione, e si rendono presto conto che i loro sogni sono destinati ad implodere.

Heimat 3, doppiato per la prima volta in lingua italiana, viene distribuito nelle sale italiane in quindici copie nelle maggiori capozone, con una cadenza di quindici giorni ogni episodio.