Il punto di rugiada, il ritorno di Marco Risi per un film drammatico che fa ridere

Il dramma, la commedia, le generazioni (a confronto) e quella canzone di Little Tony: Marco Risi torna alla regia con Il punto di rugiada, in sala dal 18 gennaio con protagonisti Alessandro Fella e Massimo De Francovich. La nostra intervista al regista e agli attori.

Il punto di rugiada, il ritorno di Marco Risi per un film drammatico che fa ridere

Un film d'amicizie, di prospettive, di prove da superare e di vita che scorre. Tutto, all'interno di un confine chiuso (ma non così chiuso) che sembra racchiudere una sorta di microcosmo. Marco Risi torna alla regia con Il punto di rugiada, scritto insieme a Riccardo De Torrebruna e Francesco Frangipane, un film disseminato di sentimenti nascosti e poi scoperti, seguendo due ragazzi opposti che si ritrovano a lavorare, scontando una 'pena socialmente utile', in una casa di riposo, Villa Bianca. Da una parte Carlo, e dall'altra Manuel (Roberto Gudese). In mezzo, c'è Luisa (Lucia Rossi), l'infermiera silenziosa della struttura, e c'è il colorato corollario di anziani ospiti, che si legheranno ai due ragazzi.

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Il punto di rugiada: Marco Risi sul set

Tra i tanti, alle prese con gli acciacchi, i capricci e la memoria che tira brutti scherzi, c'è Dino (Massimo De Francovich), appassionato di documentari, che finirà per stringere un fortissimo rapporto con Carlo. Del resto, tra smorfie e sorrisi, Il punto di rugiada (in sala dal 18 gennaio dopo esser stato presentato al Torino Film Festival) è un film di relazioni, alcune inaspettate, che smuovo la storia. "Questo è un film drammatico che fa ridere, forse", ci racconta un affabile Marco Risi, "Del resto, una cosa importante è alleggerire il clima intorno a quei film che vorrebbero essere seri. Qui ci sono diverse sfaccettature. Non c'è una casa di riposto drammatica, dove gli anziani subiscono violenza. Qui c'è grande lusso. Sono ospiti. E non hanno voglia di frequentare i vecchi... Per questo guardano i giovani con un certo rispetto, e con simpatica curiosità".

Il punto di rugiada: intervista a Marco Risi, Alessandro Fella, Massimo De Francovich

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Il punto di rugiada: Alessandro Fella in un intenso primo piano

Al fianco di Marco Risi, i protagonisti de Il punto di rugiada. In qualche modo, anch'essi riassumono, tra sguardi e generazioni distanti, il metro romantico del film. "Il punto di rugiada per Carlo è il posto in cui si ritrova", spiega Alessandro Fella a Movieplayer.it. "C'è stato un cambiamento per il personaggio, nell'arco narrativo della sua vita. Per lui è un insegnamento molto tenero. Finisce lì dopo un incidente che coinvolge altre persone, e troverà figure paterne che lo aiutano ad affrontare i cambiamenti". Con lui, ecco Massimo De Francovich, fuoriclasse assoluto del cinema e del teatro. "Dino viene incuriosito da Carlo, nella vita è stato un grande fotografo e detesta stare nella casa di riposo. Ci sono dei grandi cambiamenti, sia in Carlo che in Dino. Partecipa alla vita della casa in modo ironico, non ha una moglie ma ha una figlia, con un rapporto pessimo però".

Tu falla ridere, perché...

Ne Il punto di rugiada, poi, c'è tanta musica. C'è la musica di Bruno Martino che canta E la chiamano estate e poi Little Tony che canta Riderà. Non solo, un elemento che torna spesso è il ballo. Nel film si balla sempre, quasi ad esorcizzare la morte. "Nel film si balla, perché una volta si ballava", spiega Marco Risi. "Ricordo che mio padre conquistava non so quante fanciulle negli Anni 60 ballando con Bruno Martino, e infatti c'è nel film. C'è pure una gara di twist. Uno dei protagonisti è appassionato di musica, e abbiamo inserito Riderà. A proposito, mi sono informato: la musica nei malati di Alzheimer li aiuta a ricordare, e ricordano addirittura le parole delle canzoni. E sembrano tornare in contatto con la realtà".

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Il punto di rugiada: Massimo De Francovich, Luigi Diberti in una scena del film

"Oggi forse abbiamo perso la capacità di vivere nelle cose semplici", prosegue Alessandro Fella. "Il film ti riporta a contatto con la terra, c'è la verità di questi personaggi che portano il loro bagaglio di esperienza all'interno del film, di questo spazio. Tra l'altro il film andava avanti anche dopo il set. Quando andavamo a cena. È stato un arricchimento artistico". "È vero", chiude Massimo De Francovich, "Fuori del set è nata una specie di amicizia, con Alessandro ci sentiamo spesso. Solitamente, come succede a teatro, dopo lo spettacolo ognuno va per sé, ecco, nel cinema è diverso. Qualcosa resta sempre. Il cinema è più buono del teatro".