Recensione La gang del bosco (2006)

Vivace e divertente, 'La gang del bosco' non è solo una frammentaria sequenza di situazioni comiche, ma ha anche una struttura narrativa solida, seppur semplice, che lo rende un ottimo prodotto d'intrattenimento.

Il mondo oltre la siepe

Presentato alla Festa del Cinema di Roma come iniziativa speciale nell'ambito della rassegna per ragazzi Alice nella città, La gang del bosco è tratto dalla serie di strisce a fumetti Over the Hedge, scritta e disegnata da Michael Fry e T. Lewis, che racconta le avventure del procione RJ e della tartaruga Verne, costretti a fare i conti con la periferia urbana che si allarga fino ad invadere il loro bosco ed il conseguente aumento di esseri umani e tecnologia nei loro spazi vitali.
E' questo il tema centrale anche del film, che inizia con l'arrivo della primavera e la fine del periodo di ibernazione degli animali del bosco, tra cui l'orso Vincent (in originale doppiato da Nick Nolte) che si scopre derubato dal principe dei ladri del bosco, il procione RJ (Bruce Willis). Vincent dà a RJ un ultimatum: sette giorni di tempo per riportargli tutto ciò che il procione gli ha rubato.
Per raggiungere il suo scopo, e la salvezza, RJ approfitta dell'involontario aiuto degli altri animali del bosco, convincendoli a rubare il cibo dal nuovo quartiere che gli uomini hanno costruito durante l'inverno proprio ai margini del loro bosco.
Una storia che si presta, proprio per i suoi temi, ad ospitare anche un messaggio ecologista, che condanna lo stile di vita consumistico americano (e mondiale) degli ultimi tempi, fatto di cibi confezionati, inquinamento e mancanza di rispetto per la natura. Un messaggio inserito in modo esplicito nel film, mai invadente e sopra le righe, ma piuttosto integrato nella trama stessa e trattato con ironia ed intelligenza.

Vivace e divertente, La gang del bosco non è solo una frammentaria sequenza di situazioni comiche, ma ha anche una struttura narrativa solida, seppur semplice, che lo rende un ottimo prodotto d'intrattenimento. Infatti i momenti divertenti, alcuni particolarmente riusciti, sono ben gestiti in fase di sceneggiatura, alternati ad altri frenetici o suggestivi. Il merito è dei due registi Tim Johnson e Karey Kirkpatrick, che hanno saputo mantenere bene il ritmo della storia, sfruttando le potenzialità del prodotto di origine e dandogli nuova vita su grande schermo, con sequenze molto dinamiche e frizzanti, avvalendosi anche della efficace collaborazione di un cast di doppiatori eccellente, che comprende i già citati Willis e Nolte, ma anche una nuova star della comicità come Steve Carell, William Shatner, Thomas Haden Church e la cantante pop/rock Avril Lavigne, tutti perfettamente in parte.

Indispensabile, per questo tipo di prodotto, anche un commento sull'impianto tecnico del film, in questo caso di tutto rispetto. Il film Dreamworks, infatti, non sfigura accanto ai film Pixar, da considerarsi ormai il punto di riferimento del settore: personaggi ben pensati (grazie anche, ovviamente, al fumetto di origine) e tecnicamente ben realizzati ed animati; fondali di grande effetto; riflessi di alto livello e massimo realismo per quanto riguarda gli aspetti più delicati dell'animazione 3D, quali possono essere la realizzazione dell'acqua e del pelo degli animali. Vertiginose alcune sequenze d'azione, che sfruttano molto bene questo tipo di tecnica di animazione.

Se proprio vogliamo trovare un difetto a La gang del bosco, può essere l'eccessiva attenzione al pubblico più giovane, sia nei temi che nello stile, rispetto ad altri prodotti più maturi. Ma per un film di animazione si tratta di un peccato veniale.

Movieplayer.it

4.0/5