Gioco di Ruolo, la recensione: Kaley Cuoco e l'esistenza sotto copertura

La recensione di Gioco di Ruolo, nuovo film disponibile su Prime Video dove Kaley Cuoco è una mamma e moglie che nasconde una verità scomoda. E così, un gioco di ruolo compiuto per portare pepe al proprio matrimonio rivelerà la sua vera professione: killer su commissione.

Gioco di Ruolo, la recensione: Kaley Cuoco e l'esistenza sotto copertura

Giòco di ruòlo: Attività ludica in cui i partecipanti assumono ruoli di personaggi in situazioni o mondi immaginari o simulati, seguendo un sistema definito di regole che lasciano ampio spazio all'iniziativa personale e all'intelligenza tattica

Ma nel mondo dei killer sotto copertura tutta la vita diventa un gioco di ruolo. Dietro ogni movimento, ogni azione, ogni parola, si nasconde un copione costantemente aggiornato da uno sceneggiatore mentale, pronto a modificare la natura delle battute in base alle situazioni in atto. Un happening continuo, una messinscena in cui tutti sono attori inconsapevoli e il protagonista si eleva a burattinaio abile a manovrare una e cento linee esistenziali.

Come sottolineeremo in questa recensione di Gioco di Ruolo, nel nuovo film di Thomas Vincent con protagonisti Kaley Cuoco e David Oyelowo, la vita dei coniugi Brackett è tutta una farsa giostrata da Emma. Una scatola cinese contenente più livelli di finzioni, accomunati dal costante cambio di identità della donna. E così, ecco che Emma ritorna all'anagrafe Anna, per poi diventare l'Amy di quel gioco di ruolo chiamato a restituire un po' di pepe alla coppia, e infine svelarsi per quel che è: una serial killer.

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Gioco di ruolo: Kaley Cuoco, David Oyelowo in una foto

Una narrazione formalmente lineare, ma contenente al suo interno un corpo multistrato decorato con il gusto della commedia e della poca tensione. Ciò che ne consegue è un film destinato al puro intrattenimento del proprio pubblico, senza grandi colpi di scena, o profondi sconvolgimenti emotivi. Una visione passiva, dunque, che per quanto funzionale al suo scopo di divertissement, non aggiunge alcunché alla lunga lista di commedie precedentemente proposte e/o attentamente visionate dai propri spettatori.

Art for Art's sake

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Gioco di ruolo: Kaley Cuoco e Bill Nighy in una scena del film

Vive un universo nascosto di carattere meta-filmico in Gioco di ruolo. Una caratteristica interessante, e alquanto accattivante nella sua disamina, che conferisce all'opera una sfumatura stimolante e mentalmente avvincente. La continua ricerca di un nuovo alter-ego, e l'abilità di Emma/Anna di costruirsi un'identità fittizia su quella che tutti considerano reale (spettatori in primis) rivive su quella stessa abilità richiesta a ogni interprete di costruire un personaggio credibile ed emotivamente d'impatto. Kaley Cuoco e David Oyelowo accolgono a pieni mani questo gioco di continua evoluzione dei ruoli, improntando la propria interpretazione sul calco destinato loro da una sceneggiatura priva di fronzoli, o intricate complicazioni e da una trama semplice e lineare.

Per una donna chiamata a vivere e agire nell'ombra, Kaley Cuoco adotta intelligentemente una recitazione minimalista e giocata in sottrazione; la sua carica espressiva è ridotta fino al grado zero nei momenti più seriosi, per poi liberarsi in sorrisi ampi e occhi spalancati in quelli domestici. Quella destinata a David Oyelowo è al contrario una girandola di emozioni; come il suo Dave, l'uomo è catapultato in un rollercoaster di eventi da cui non riesce a scendere, affidando a ogni microespressione, o minima gestualità, tutta la carica di destabilizzante sorpresa che lo colpisce a pieno volto, come un colpo vagante in uno spazio sconosciuto.

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Commedia sotto copertura

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Gioco di ruolo: David Oyelowo in una scena del film

Vuole essere un thriller, Gioco di ruolo, ma analogamente alla sua protagonista, anche il film diretto da Thomas Vincent si mostra per qualcosa che non è in realtà: dietro quella patina di azione e crime-story, si nasconde infatti una commedia sotto copertura (o comunque un dramma sfilacciato). L'essenza comica e leggera investe la scelta fotografica dell'opera, decisa a illuminare ogni passaggio, rendendolo facilmente leggibile e comprensibile al proprio spettatore. Così facendo le ombre non hanno spazio di azione e, con esse, la tensione angosciante che un dato momento poteva infondere e sprigionare dall'interno.

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Gioco di ruolo: Kaley Cuoco in una scena del film

Anche quando la leggerezza tende la mano all'azione, e lo spazio circostante si riempie di pallottole e calci, pugni e inseguimenti, il manto di oscurità che tenta di rivestire lo schermo, non si fa altro che patina sottile di un oscuramento generale, entro il quale la vivacità dei colori, e l'abbagliante presenza di luci accese, gli impediscono il passaggio e l'eventuale sviluppo. La musica incalzante e la regia fortemente angolata, tentano di restituire uno scossone emotivo all'opera, riuscendo a smuovere il proprio spettatore dalla propria passività di visione, coinvolgendolo a tratti al centro dell'azione. Senza per questo voler snaturare la natura leggera dell'opera, Vincent dona comunque dinamicità al racconto, sottolineando i passaggi fondamentali ed enfatizzando colpi di scena alquanto prevedibili, soprattutto dai cultori del genere (o del cinema in generale).

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L'onda del killer che torna

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Gioco di ruolo: Kaley Cuoco, David Oyelowo in una scena del film

Il mondo del cinema è un oceano fatto di correnti; sono ondate che partono, vagano, per poi ritornare di colpo a bagnare le nostre battigie. Quello dei killer professionisti era un microcosmo perdutosi da un po' nel bacino delle offerte in formato cine-televisivo; e poi, come un colpo sparato improvvisamente a lunga distanza, ecco fare il suo trionfale ritorno sul grande e piccolo schermo. Un comeback senza preavviso, senza annunci preparatori, destinato a farci compagnia tra momenti di attesa, e sorrisi strappati. Più che al The Killer di David Fincher, o al John Wick di Chad Stahelski, Gioco di ruolo tende ad avvicinarsi maggiormente al Hit Man di Richard Linklater (qui la nostra recensione) per intenti e impronta di genere. Il professore timido che accetta di trasformarsi in sicario sotto copertura per smascherare aspiranti assassini, vive sulle medesime fondamenta meta-filmiche che modellano l'Emma di Kaley Cuoco.

Lontano pertanto dagli aspetti più drammatici e introspettivi di un film come Moglie di una spia di Kiyoshi Kurosawa, Gioco di ruolo sussiste di incomprensioni, non-detti e spari silenziati, avvelenamenti occulti, verità celate, già visti e proposti tra i raccordi di montaggio di opere come Kingsman - Secret Service e Una spia di troppo. Nulla di nuovo sul fronte occidentale in Gioco di ruolo pertanto; nella sua tela vengono raccolti e imprigionati stilemi e parti di un intreccio già collaudati, gettando in un continuo deja-vu un'opera che piace e si fa guardare, non solo per la bravura degli attori e la dinamicità della regia, quanto soprattutto per i continui rimandi a opere già apprezzate (ed elogiate) in precedenza.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Gioco di Ruolo sottolineando come il film con protagonista Kaley Cuoco e David Oyelowo riesce a centrare il proprio obiettivo di opera di puro intrattenimento, recuperando stilemi ed elementi fondanti il sottogenere dei killer sotto copertura, investendoli di leggerezza. Una patina di commedia che fa perdere l'equilibrio al film, rendendolo disarmonico e poco impattante di quanto avrebbe voluto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • La performance minimal di Kaley Cuoco.
  • La regia angolata e a tratti claustrofobica di Thomas Vincent.
  • L'uso del commento musicale.

Cosa non va

  • I continui rimandi (a volte anche non voluti) a opere precedenti.
  • Una fotografia troppo accesa per gli eventi narrati.
  • Il mancato sfruttamento di un talento come Bill Nighy.