Five Nights at Freddy's, la recensione: benvenuti in una pizzeria da incubo

La recensione di Five Nights at Freddy's, il film prodotto da Blumhouse che adatta l'omonima serie di videogiochi, in sala dal 2 novembre dopo l'anteprima del 31 Ottobre.

Five Nights at Freddy's, la recensione: benvenuti in una pizzeria da incubo

Ci aspettavamo qualcosa di diverso dalle prime immagini di Five Nights at Freddy's e per questo la nostra recensione prende l'avvio dalla sensazione di sorpresa provata nel guardare il film di Emma Tammi, perché avevamo avuto la sensazione, rivelatasi errata, che l'immaginario dei videogiochi fosse stato reso con una spinta maggiore verso l'eccesso. E scriviamo queste parole anche piacevolmente sorpresi per il debutto americano del film, uscito in patria una settimana prima rispetto all'Italia e capace di racimolare la ragguardevole cifra di 78 milioni di dollari (40 solo nel primo giorno di programmazione).

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Five Nights At Freddy's: un'inquadratura del film

È sintomo di un'accoglienza positiva da parte del pubblico, che ci sentiamo di comprendere e approvare: al netto di qualche problema riscontrato, anche noi abbiamo trovato l'adattamento di Five Nights at Freddy's riuscito nel prendere una propria strada e una propria dignità autonoma, pur proponendo tematiche, immaginario e soprattutto tanti dettagli del materiale di partenza.

La sopravvivenza è la chiave della trama

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Five Nights At Freddy's: un'immagine

Una serie principale di videogiochi, spin-off, una trilogia di romanzi e anche libri interattivi, un merchandising ampio per tutti i gusti e ora un film. Con questo ricco pedigree arriva a noi Five Nights at Freddy's nella sua versione filmica, ultimo passo di un percorso che ripropone in forme diverse le stesse suggestioni. Se il cuore dei giochi originali era la sopravvivenza, questa suggestione è ereditata anche dall'adattamento cinematografico. Un semplice lavoro di sorveglianza, da guardia giurata, questo sembra l'incarico di Mike Schmidt nel suo nuovo impiego al Freddy Fazbear's Pizza, ultima spiaggia per l'uomo dopo l'ennesimo licenziamento, lavoro accettato per poter sostenere se stesso la sorellina Abby. Un lavoro come tanti, almeno sulla carta, ma non sarà così nella realtà, perché sarà subito chiaro a Mike nella sua prima nottata al Freddy's che quel turno di notte non è così ordinario e semplice come sembrava, tra inquietanti e minacciosi animatronic e traumi che riemergono prepotenti dal passato.

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Mike, un guardiano problematico

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Five Nights At Freddy's: una sequenza

È un individuo problematico Mike Schmidt. Senza genitori e obbligato a occuparsi della sorellina Abby che una zia vuole portargli via, Mika non ha un carattere semplice e cade spesso in reazioni che rendono difficile il tenersi un lavoro. Lo tratteggia bene Josh Hutcherson, che dona al personaggio la carica necessaria a portarne su schermo eccessi e tormento: perché c'è qualcosa di sepolto nel suo passato, un trauma irrisolto che lo tormenta in sogno e che una volta al Freddy Fazbear's Pizza acquista una nuova sfumatura. Non abituato a lavorare di notte e scivolato nel sonno, infatti, quel sogno ricorrente si arricchisce di nuovi personaggi e dinamiche, muovendo i primi passi verso una maggior comprensione di un trauma mai superato e legato alla scomparsa del suo fratellino, portato via da un uomo misterioso.

Tra animatronic e dettagli del gioco

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Five Nights At Freddy's: una foto

Il Five Nights at Freddy's di Emma Tammi arriva in sala dopo una gestazione travagliata e prendendosi le proprie libertà rispetto al materiale di partenza. Quest'ultimo aspetto può deludere chi si aspettava un adattamento più fedele, ma allo stesso tempo gli amanti dei giochi troveranno molti riferimenti visivi che richiamano quanto già noto della serie videoludica: pensiamo per esempio alle inquadrature mostrate dai monitor di sicurezza della pizzeria, a una certa attenzione per l'estetica e l'ambientazione anni '90, ma soprattutto il design e la realizzazione dei personaggi animatronici contro i quali dovrà vedersela Mike, realizzati in maniera ineccepibile dal Creature Shop di Jim Henson.

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Five Nights At Freddy's: una scena

Quest'ultimo dettaglio è forse il più grande valore aggiunto dell'adattamento di Five Nights at Freddy's, che porta su schermo questi personaggi iconici dando quella marcia in più necessaria a un film che si sviluppa con una struttura narrativa e un impianto horror che si affida a dinamiche più tradizionali e consolidate. Se il Mike di Josh Hutcherson è il protagonista e motore della storia, con i suoi traumi che si legano alle tematiche di sfondo alla vicenda, Bonnie the Rabbit, Chica the Chicken, Foxy la volpe e Freddy Fazbear ne sono il cuore pulsante e fanno la differenza.

Conclusioni

Vi abbiamo parlato di un adattamento che si prende le sue libertà, ma mantiene un’attenzione al materiale di partenza nella recensione di Five Nights at Freddy’s: se da una parte il film di Emma Tammi prende una propria strada e dignità autonoma, affidandosi a dinamiche consolidate del genere pur senza particolari guizzi, dall’altro mantiene una mole di riferimenti e dettagli ai videogiochi che può accontentare anche gli spettatori che possano restare delusi da una certa indipendenza narrativa. Efficace Josh Hutcherson nel ruolo di Mike, ma sono soprattutto gli animatronic realizzati dallo studio di Jim Henson a rappresentare il vero valore aggiunto del film.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • Gli animatronic che popolano il mondo della pizzeria.
  • L’atmosfera generale e alcune dinamiche horror/thriller, seppur piuttosto tradizionali.
  • Josh Hutcherson, efficace nel tratteggiare i traumi sepolti del suo Mike.
  • La mole di riferimenti anni ’90 e dal videogioco…

Cosa non va

  • … che vanno a bilanciare la maggior libertà narrativa che il film prende rispetto al materiale originale, che può deludere i fan.
  • Pur godibile nella fruizione, non è un film che aggiunge qualcosa di nuovo al genere di appartenenza.