Felicità, la recensione: un buon esordio alla regia per Micaela Ramazzotti

La recensione di Felicità, il film d'esordio dietro la macchina da presa per Micaela Ramazzotti, anche protagonista insieme a Max Tortora, Anna Galiena e Sergio Rubini. A Venezia 80 nella sezione Orizzonti Extra.

Felicità, la recensione: un buon esordio alla regia per Micaela Ramazzotti

Non è cosa rara che attori e attrici facciano il grande salto dietro la macchina da presa. È però una interessante casualità che due note interpreti del nostro cinema lo abbiano fatto nello stesso periodo: se l'esordio alla regia di Paola Cortellesi aprirà la prossima Festa di Roma, infatti, quello di Micaela Ramazotti è protagonista della sezione Orizzonti Extra della Mostra del Cinema di Venezia 2023. Ed è un buon debutto quello di cui vi parliamo in questa recensione di Felicità, un titolo che parla di sensazioni positive per nascondere la realtà di una famiglia che la stessa autrice definisce "storta".

La trama del film e la ricerca della felicità

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Felicità: Micaela Ramazzotti e Sergio Rubini in una scena

È una Felicità ambita, inseguita, cercata. Quasi un miraggio per la famiglia protagonista del film della Ramazzotti, fatta di genitori egoisti e manipolatori che hanno minato le esistenze dei propri figli, Desirè e Claudio. Se la prima però è riuscita a costruirsi una propria vita come acconciatrice in ambito cinematografico, più difficile e tortuosa è l'esistenza del fratello. Un'esistenza che sembra arrivare finalmente a una svolta quando il ragazzo viene spinto dal padre a intraprendere una carriera da NCC, ma che subisce l'ennesima battuta d'arresto, rischiando di trascinare con sé tutta la famiglia.

La famiglia "storta" di Felicità

Micaela Ramazzotti interpreta una figlia che si è salvata in qualche modo, che è riuscita a tirarsi fuori dalle manovre manipolatorie dei genitori, anche grazie al sostegno del compagno interpretato da Sergio Rubini e l'alternativa di vita che le ha mostrato. Una fuga solo parziale, frenata dall'affetto che le impedisce di tagliare i ponti e allontanarsi una volta per tutto. Pur "storta", come dice la stessa regista, è pur sempre la famiglia di Desiré e lei non riesce a non voler bene ai suoi cari, soprattutto perché sa che il fratello Claudio ha bisogno di lei e del suo supporto.

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Felicità: Matteo Olivetti, Anna Galiena, Micaela Ramazzotti e Max Tortora in una scena

Sono dinamiche complesse che Felicità mette in scena e c'è forse qualche eccesso nel raccontarle, calcando un po' troppo la mano su alcune derive manipolatorie e alcune vicende che definiscono i diversi membri della famiglia, ma non tanto da rendere poco credibili o eccessive alcune svolte della storia. È soprattutto evidente e concreata la situazione in cui si trova il fratello di Desirè, vera vittima di tutto in contesto familiare che ci viene raccontato.

Lottare contro un nemico invisibile

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Felicità: una sequenza del film

È lui infatti il motore del racconto di Felicità, lui con i suoi problemi e un percorso psichiatrico da portare avanti. Micaela Ramazzotti non si tira infatti indietro dal parlare di un tema delicato come quello della depressione, quel nemico invisibile contro il quale così tante persone si trovano a combattere quotidianamente, sottolineando come il contesto sociale in cui ci muoviamo e le derive della nostra realtà si riflettono sulle persone meno attrezzate per sostenerle. E lo fa con la giusta misura e il giusto equilibrio: se ci è parso che calcasse un po' la mano nel mettere in scena alcune dinamiche familiari, risulta puntuale e accorta quando si concentra su Claudio, la sua condizione e i passi necessari a uscirne.

Conclusioni

È un buon esordio alla regia quello di Micaela Ramazzotti di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Felicità. Un film che non si tira indietro nell’affrontare un tema delicato come quello della depressione e nel mettere in scena una famiglia problematica che si trova a fare i conti con le difficoltà e problematiche che sta vivendo la nostra realtà contemporanea. Buona anche la prova d’attrice della Ramazzotti, coadiuvata da un cast che accompagna e completa la sua visione autoriale.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • La prova d'attrice della Ramazzotti, che completa l’esperienza dietro la macchina da presa.
  • Il lavoro del cast che tratteggia con cura questa famiglia egoista e patologica.
  • La lucidità e la misura nell’affrontare un tema delicato come quello della depressione…

Cosa non va

  • … pur senza particolari guizzi creativi.
  • Un paio di sequenze meno a fuoco, che non macchiano l’esordio da regista di Micaela Ramazzotti.